一8

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" no, non voglio andare, no, no, NO- "

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" no, non voglio andare, no, no, NO- "

" koko che ti prende? "
chiese sua madre avendola visto in quello stato

" oh.. mamma.. "

la ragazza portò una mano alla fronte, sembrava come se si fosse svegliata da un incubo, ma l'ultima cosa che ricordava era jin che attraversava un corridoio nero.

" tesoro.. forse leggi troppo, continuavi a parlare nel sonno e a dire che non volevi tornare.. hai percaso fatto un brutto sogno? "

sua madre sembrava preoccupata, non passava molto tempo con la figlia, ma le poche volte che era a casa la osservava, sembrava così solitaria, così triste, eppure ogni volta che si parlavano aveva sempre un sorriso in faccia.
proprio come quella volta, koko non voleva far preoccupare qualcuno, soprattutto se questo qualcuno sarebbe dovuto tornare a lavoro in fretta e lasciarla nuovamente sola, perché confidarsi? a cosa sarebbe servito?

" no mamma, tranquilla, avrò fatto un incubo ma ora sto bene! " Disse con quel sorriso, un sorriso falso quanto onesto, dato che le veniva ormai naturale farlo, usandolo così come maschera per il suo dolore, quel dolore che però nessuno era mai riuscito a percepire.

sua madre lasció la stanza dirigendosi a lavoro, koko era scossa dal suo risvegliò, così si alzò dal letto e lentamente si avvicinò alla boccetta d'acqua che le era stata data da hoseok e ci soffiò dentro.

viola.

aprì il libro e lesse per che cosa stava viola, pur ricordandosi che l'ultima volta le era uscito il lilla indicando sensazioni positive, ma non era questo il caso, infatti il viola indicava l'ansia.
il ritorno le aveva provocato ansia, ma per cosa esattamente? forse jin aveva omesso qualcosa?

la ragazza non vedeva l'ora di tornare dentro alla storia, ma poi si era ricordata di una cosa: della realtà.

era tornato il momento di affrontare uno dei suoi più grandi problemi, e cioè la scuola.
i problemi non nascevano dai voti, bensì, come è stato già detto, dai compagni.
la ragazza preparò la cartella, mise l'uniforme e andò a scuola, sperando che quella giornata scolastica sarebbe passata in fretta.

si trovava di nuovo lì, intrappolata in quelle quattro mura, in mezzo a persone che ci prendevano gusto a trattarla come un rifiuto, ma lei doveva essere forte, non poteva permettersi di far vincere quei bastardi.
era l'ora di matematica, koko odiava la prof, non aveva un minimo di spina dorsale e lasciava spesso i ragazzi fare quello che volevano, cioè prendersela con koko tanaka.

" tanaka, vieni alla lavagna a risolvere questo esercizio " la chiamò la professoressa che non badava minimamente al caos che stavano facendo gli altri

koko andò alla lavagna impassibile, ogni volta che si trovava in quella scuola, circondata da quelle persone cercava di nascondere il più possibile le sue emozioni.
risolvette in poco tempo l'esercizio fini a quando uno dei suoi compagni non si intromise

" spostati non vedo niente " disse e senza nemmeno dargli il tempo di spostarsi continuó, giusto per darle fastidio " ehi, non ti sposti? "

il ragazzo le lanciò una penna e si alzò dal banco con fare minaccioso, koko aveva sempre pensato che quei comportamenti non fossero normali, non capiva perché dovessero prendersela con lei per così poco, ma non poteva farci nulla.
il suo compagno si avvicinò fino ad arrivare dove era lei

" avresti dovuto spostarti "

la prese per il colletto e la spinse fino a farla cadere, poi prese il cancellino della lavagna e glielo tiró, riempiendola così di polvere di gesso.

tutti si misero a ridere e molti di loro cominciarono a lanciare cose contro la povera ragazza, che non faceva che nascondersi dietro le sue stesse braccia.
le arrivó anche un diario che per poco non la colpì sul viso.
l'insegnante intervenne appena in tempo.

koko si alzò di fretta, prese il suo zaino e corse in bagno.

vomitò, anche se non aveva nemmeno fatto colazione vomitò.
era qualcosa che le veniva per colpa dell'ansia, ogni volta che andava a scuola sentiva dolore allo stomaco.
succedeva anche che vomitasse più volte al giorno.
era doloroso, ma non quanto ciò che le facevano.

la ragazza si raggomitolò su se stessa e cominciò a piangere silenziosamente, dopo qualche minuto prese il suo zaino per cercare dei fazzoletti, ma si accorse di una cosa a dir poco strana.

" perché è qui? "
si chiese lei

il libro che lei stessa era sicura di aver lasciato sulla sua scrivania era ora nel suo zaino, come era possibile?

senza pensarci due volte lo aprì, il capitolo due era stato scritto, e anche quello terminava con una strana frase

We are like parallel lines, we look at the same place but are so different
I don’t have anyone but you, but why does it feel like I’m outside of you?

anche quella frase lasció perplessa koko, c'era qualcosa che riusciva a collegare con gli episodi che aveva vissuto in quel secondo capitolo, ma perché queste frasi erano scritte a parte, alla fine del capitolo e in grassetto?

koko girò la pagina, vedendo già il titolo del prossimo capitolo, il terzo.

capitolo tre:
一 evil but sweet 一

all'interno della pagina si trovava un anello, koko lo prese e lo indossò

uno
due
tre

sapete già cosa succede dopo.

KOKO KARA ✧  bangtanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora