Capitolo 5

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Sasuke P.O.V.'s

   Siamo appena arrivati al villaggio. E' distrutto. Le case sono decadenti, e all'orizzonte si vede una figura titanica allontanarsi. Sembra fatta d'aria e fuoco.

   Gli abitanti sembrano essere riusciti a mettersi in salvo. Non sembra siano molti i danni sulla popolazione, quanto che sulla città. Nel caos dilagante, vedo Hinata venire in contro a Naruto con il piccolo Boruto in braccio, seguita dalle rispettive famiglie di Sai e Lee.

  Non vedendo né Sarada, né Sakura mi faccio strada tra la folla che è in preda al panico. Le chiamo entrambe per nome, ma non le sento e non le vedo. Uso il Rinnegan, ma tra la folla non sento il loro chakra.

   - Hinata!- la chiamo da lontano sperando che mi senta. Lei si volta.- Dove sono Sarada e Sakura?!-

   - Non lo so. L'ho cercate, ma non l'ho trovate!- 

   Devo mantenere la calma. Le devo cercare. D'un tratto sento un ruggito. E' la creatura che ha distrutto tutto. La guardo. Vedo Naruto pronto ad andare a combatterla. Di dovere dovrei andare con lui, ma non posso lasciare così Sarda e Sakura. Serro i denti indeciso. Guardo con la coda dell'occhio la creatura che si allontana sempre più e poi il villaggio. Dopo sento la voce di Naruto.

   - Non ti preoccupare! Ce ne occupiamo noi! Tu vai a cercare la tua famiglia!-

   Lo guardo. Grazie Naruto. Annuisco e poi mi fiondo verso casa mia. 

   Non faccio caso al fuoco che mi brucia il mantello, non faccio caso alle trombe d'aria che quasi m'investono. M'importa solo di salvare Sarada e Sakura. Supero gran parte del villaggio. La nostra abitazione si trova in periferia, quasi fuori dal villaggio. Devo fare in tempo. Se loro dovessero... Io non lo sopporterei. Non potrei mai perdonarmelo. Devo salvarle, anche a costo della mia stessa vita. Non m'importa niente di cosa potrebbe succedermi. Loro per me sono come l'aria. Senza di loro non posso vivere. Supero un ultimo vicolo e poi la vedo. La mia casa, in cima alla piccola collina. E' mezza distrutta. Bruciata. Mi ci precipito. Apro la porta freneticamente.

   Poi eccole. Sono disposte una affianco all'altra.

   Non...non può essere...

   Mi avvicino. 


   La prima verso  cui mi dirigo è Sarada. Mi salgono le lacrime agli occhi appena la vedo. M'inginocchi davanti a lei. E'... è... No... non può essere. Gli occhi sono aperti. Il petto è perforato all'altezza del cuore da una spada che sembra quasi trasparente. Le carezzo i capelli e con il palmo della mano le abbasso le palpebre. Le lacrime non smettono di cadere a terra con tonfi sordi. Le do un bacio sulla fronte. Vorrei che si risvegliasse, come nelle favole. Ma non accade. Rimane lì, immobile, come pietra. Poi di colpo mi scuoto. Sakura! Lei invece?! Mi volto. E' ancora viva, a pochi metri da Sarada. Mi guarda con le lacrime agli occhi. Il corpo è perforato da diverse spade anch'esse trasparenti. Una nello stomaco e due al petto. Le perforano i polmoni. Il respiro infatti è debole e va scemando sempre più. Mi ci avvicino. Sussurro il suo nome per farle coraggio. Provo a toglierle le aste, ma non riesco a prenderle. Sono davvero immateriali. Guardo Sakura. Vedo che i suoi occhi cominciano a spegnersi. 

   - No, Sakura. Resisti. Ce la farai. Vado a chiamare un medico -. Ho ancora le lacrime agli occhi. Faccio per alzarmi, ma lei mi afferra la mano. 

   Io mi blocco. 

   Lei sorride. 

   Perché deve succedere tutto questo? Sono disposto anche a perdonarla. Non m'interessa se mi ha tradito, l'amo troppo per lasciarla andare. Le carezzo la guancia a cui avevo tirato uno schiaffo. Mi dispiace, perdonami.

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