Capitolo 7

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   Naruto P.O.V.'s

   Sasuke non si fa vedere da una settimana. Sono preoccupato. Esco di casa  (la nostra è una delle poche case rimaste intatte) dando un bacio a Hinata e a Boruto. Sono fortunato che siano ancora con me.

   Quando arrivo davanti alla casa di Sasuke, mezza distrutta, ma che nessuno si è ancora azzardato a ristrutturare, mi fermo un attimo. Ho portato con me da bere e del cibo. Non so come sia ridotto Sasuke, m di certo non bene. 

   Busso. Ma non risponde nessuno. Provo ad aprire e la porta è aperta. 

   - Sasuke?- lo chiamo per nome ma non risponde nessuno. Se non sentissi il suo chakra penserei che sia morto. Comunque lo sento estremamente debole. Salgo al piano di sopra ed apro la porta della camera da letto. Lo vedo. E' nel letto, avvolto dalle coperte. Non si muove neppure quando mi avvicino e lo chiamo per nome. E' affranto dal dolore. I suoi occhi parlano chiaro. Sono delineati da profonde occhiaie e sono gonfi.  Una leggera barba comincia a crescergli sul viso. Il cuscino è bagnato di lacrime.

   - Sasuke, non puoi andare avanti così. Devi alzarti -.

   Nessuna risposta. Ho già capito che sarà un monologo.

   - Da quel che vedo è da parecchio che non mangi e forse non bevi. Non puoi lasciarti morie così -.

   - Perché no?- Sorprendentemente risponde.- Non c'è più niente per me qui -.

   - Certo che c'è -.

   - E cosa sarebbe? Tu?-

   - Sì. Sono il tuo migliore amico -.

   - A volte l'amicizia non basta...-

   Rimango in silenzio. So che ha ragione. Non potrei mai sostituire Hinata per Sasuke o per un altro mio amico. L'amore e l'amicizia sono due cose completamente diverse.

   - E' vero - rispondo in fine.- Ma non ti guarderò morire di solitudine e tristezza. Tieni, devi mangiare -.

   - Non ho fame -.

   - Non m'importa. Te la farò venire io -.

   Mi avvicino a lui e lo prendo per una spalla.

   - Ehi?! Che fai?! Lasciami!-

   Tiro fuori dal sacchetto una polpetta di riso. 

   - Tu ora mangi -. 

   Gliela ficco in bocca. Lui cerca di sputarla, ma gli tappo la bocca. Alla fine la ingoia. Tossisce e poi mi spinge via con aggressività tirandomi un pugno.

   - Lasciami coglione!-

   Cado a terra con il viso dolorante.

   Lo vedo pentirsi. 

   - Scusa... ho esagerato -.

   Mi alzo con un sorriso rassicurante.

   - Non importa -.

   Lo vedo buttarsi di nuovo sul cuscino. 

   - Piuttosto... ora dovresti bere -.

   - Forse dopo - mormora.

   - Va bene, mi fido. Ti lascio qui sia il cibo che l'acqua - gli dico poggiandoli sul comodino.

   Faccio per uscire, ma poi sento di nuovo la sua voce.

   - Tu sai perché?-

   - Perché cosa?-

   - Perché proprio loro? Io non capisco -.

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