Capitolo 12

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Sasuke P.O.V.'s 

   Non c'è nessuno qui.

   Sento il corpo tremarmi. Ho scalato questa montagna solo per una mia illusa pazzia, ma non voglio comunque andarmene da qui. 

   Perché la vita dev'essere così crudele? Perché tutto ciò che tocco si trasforma in cenere e sfugge dalle mie mani trasportato dal vanto?

   Il mio destino è davvero quello di morire solo?

   Mi alzo. 

    Se è così...tanto vale farlo subito.

   Mi avvicino lentamente allo strapiombo. Guardo di sotto. Una caduta di ottomila metri. Di sicuro mi ammazzerà. Non farò niente per impedirlo. Non temo la morte, anzi la desidero, l'agogno fino all'osso.

   Sto per buttarmi.

   - Aspetta -.

   Sento una voce profonda. E' simile a quella che tormentava i miei sogni e li trasformava in incubi.

    Volto la testa di scatto. Dinnanzi a me, a poca distanza, al centro dell'altare in ghiaccio dov'ero io poco prima, fluttua una figura dai contorni celesti e rosso fuoco. I suoi occhi sono un attento groviglio dei due colori, nessuno prevale sull'altro. Sono luminosi. Il corpo assomiglia ad una candela ricurva. Quella che sembra essere la testa ha la forma di fiamma e emana vampate di fuoco ed aria. Il corpo è composto d'aria e al posto del sangue vedo scorrere in lui il fuoco.

     - Non ti permetterò di morire. - dice. -Devi soffrire per i tuoi peccati -.

   Sgrano gli occhi. Soffrire per i miei peccati... E' questo l'obbiettivo di questo dio? Punire i malvagi?

   - Io sono il dio della vita e della morte, il dio della salvezza e della perdizione. Io sono Seishi -.

   Mi allontano dallo strapiombo. 

   - Sei stato tu ad ucciderle?-

   - Sì -.

   - Perché? Loro non hanno fatto niente di male, se è come dici tu allora dovresti aver ucciso me, non loro -.

   - Ho ucciso loro perché sono l'unica cosa che potrebbe ucciderti perdere. Ne ho appena vista la prova. Ma sappi che non riuscirai a morire finché non lo deciderò io. Perfino Sakura che ti ha fermato nel tuo intento suicida è opera mia , e anche quella che ti ha protetto durante il viaggio-.

   - Era davvero lei?-

   - In parte -.

   - Fai di me ciò che vuoi, ma loro lasciale andare. Sono le persone che meno meritano di soffrire -.

    - Ma loro non stanno più soffrendo. Sono morte. Tutto quello che puoi fare è soffrire per i tuoi peccati - mi dice freddo e con tono rincuorante al contempo.

     M'inginocchio. 

   - Ti prego, te lo sto chiedendo in ginocchio. Lasciale andare. Sono disposto a subire le pene dell'inferno pur di farle tornare in vita. Dammi almeno una possibilità -.

   - Non lo meriti. Hai causato troppa sofferenza nel corso della tua vita-.

   Solitamente sono una persona molto orgogliosa, ma in questo momento non me ne può fregare di meno di quel sentimento che mi ha sempre caratterizzato. Mi prostro ai suoi piedi, con la testa contro il ghiaccio.

   - So di aver sbagliato in passato. So di essere un mostro, ma ti prego, loro non centrano niente. Prendi me al loro posto, portami all'inferno, torturami, qualsiasi cosa tu voglia, ma ti prego lasciale andare -.

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