Capitolo 2

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2.


Un anno dopo – Monti Urlanti


Il lupo correva veloce e silenzioso tra il sottobosco fitto e profumato, lasciando dietro di sé una leggera scia di brina.

Al suo fianco, altrettanto rapidi e lesti, la dodicenne Enyl di Hyo-Den e il suo gemello Rannyl, correvano come se il loro peso non esistesse.

Neppure un'orma era lasciata sul suolo, né un rumore era emesso dai due figli sacri così speciali che, in quel momento, muovevano i loro passi assieme al loro dio.

Non era raro, infatti, che i due giovani trascorressero qualche settimana ogni anno assieme a Hevos, da quando l'infausto futuro scritto per loro era stato predetto.

Nulla era ancora certo, tutto appariva vacuo persino agli occhi del dio-lupo, e proprio per questo il Signore della Luce si era prefisso il compito di addestrare i suoi pupilli.

Haaron, invece, si era preso il personale compito di proteggere Naell dagli scherzi di Colui che tramava nell'ombra contro di loro.

Da ciò che erano venuti a sapere, mai decisione fu presa con così tanta lungimiranza.

Accennando un gesto col muso bianco latte, il dio e i due ragazzi si spostarono verso destra, in prossimità di un burrone dalle profondità importanti e lì, balzando sulle zampe posteriori, Hevos si lanciò nel vuoto.

Dietro di lui, Enyl e Rannyl lo seguirono con altrettanta grazia e, proprio come il dio-lupo si era aspettato, la bionda gemella iniziò a risplendere come una stella.

Presa la mano del gemello, convogliò in lui parte di quella luce e, come se i loro due corpi uniti non pesassero nulla, atterrarono infine sul fondo del burrone.

A diverse centinaia di iarde dal bordo da cui erano saltati.

Hevos assentì compiaciuto ed Enyl, nel sorridere orgogliosa, lasciò la mano del gemello e, con il fiato un po' corto, mormorò: "Andava bene?"

"Benissimo, figlia sacra... hai convogliato la giusta energia in tuo fratello, così che il vostro peso fosse calibrato alla perfezione" assentì il dio-lupo.

Enyl allora rise deliziata e Rannyl, nel passarsi una mano sulla zazzera di capelli bruni, lanciò un'occhiata ironica alla gemella e celiò: "Basta farti mezzo complimento, e ti ecciti subito."

Lei gli mostrò la lingua per diretta conseguenza e Hevos, ridendo, dichiarò: "Ne ha ben d'onde, mio caro Rannyl. Tua sorella è diventata molto brava a padroneggiare il suo dono. Ora, però, devi essere tu ad accettare ciò che è stato dato a te."

Arrossendo suo malgrado, Rannyl borbottò: "Non mi piace molto, però."

"A volte, non si può far altro che prendere le cose per come ci vengono offerte, ragazzo" chiosò il dio, inclinando un poco il muso per scrutarlo.

Enyl assentì recisa e, nell'estrarre il suo stiletto dallo stivale che indossava, si ferì a una mano e disse: "Coraggio, Ran. Riprova."

"Maledizione, En! Ma perché fai sempre così!?" sbottò il ragazzino, afferrando subito la mano della sorella, che già grondava sangue.

Gli occhi gialli di Enyl eplosero di una luce interna così potente che il gemello fu costretto ad abbassare i propri e, con voce atona, la sorella ripeté: "Riprova, Ran."

Corvo Bianco - Cronache di Enerios Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora