Capitolo 4

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4.


Il vento le sferzava il viso come a volerla schiaffeggiare, ma a lei non importava molto. Forse, anzi, se lo meritava.

Come tutti avevano ipotizzato, l'abbigliamento di Naell non solo aveva irritato il padre ma, durante il corso del pranzo, il sovrano non aveva proferito parola all'indirizzo della figlia.

Silenziosa spettatrice di quella dolorosa lotta in seno alla famiglia, Renke aveva cercato di mediare tra i due, intrattenendosi con entrambi e cercando di dispensare da ambo le parti i medesimi sorrisi.

Alla fine di quella battaglia a suon di silenzi, anche lei ne era comunque uscita distrutta.

Meriton e Staryn, pur non potendo schierarsi apertamente dalla parte della sorella, ne avevano però compreso pienamente i sentimenti.

Con sguardi ammiccanti e mezzi sorrisi, le avevano fatto capire quanto fossero d'accordo con lei e con la sua personale lotta per la libertà.

Ylvire ed Emelde si erano quindi occupate di tenere impegnati i gemelli in frivole quanto divertenti chiacchiere, ben sapendo quanto velocemente, altrimenti, quel pranzo avrebbe potuto diventare un campo di battaglia.

Era risaputo che Ruak e Naell possedevano una cocciutaggine pari a quella del vecchio re e, non sempre, essa si era rivelata essere un pregio.

Ridurre a un'inutile sequela di insulti una delle poche occasioni in cui la famiglia poteva dirsi più o meno riunita, non sarebbe stata cosa gradita a nessuno.

Le due donne, perciò – uniche a poter sostenere simili conversazioni senza infastidire nessuno – , si erano impegnate perché il pranzo si svolgesse nel miglior modo possibile.

L'approssimarsi del meriggio, infine, li aveva visti partire alla volta del porto di Elior, riducendo così a zero i pericoli di una lite furibonda.

Quando Naell si era finalmente trovata oltre i confini di Rajana, si era concessa il lusso di piangere in silenzio, protetta dal cappuccio levato del suo mantello.

Ylar aveva mugolato al fianco del suo destriero, preoccupato per la padrona, ma lei non aveva in alcun modo trovato le parole per chetarne le ansie.

Alla fine, Enyl l'aveva richiamato al suo fianco, pregandolo di lasciare in pace per un po' l'amica.

Di mala voglia, Ylar era rimasto al fianco di Kell, il lupo di Enyl e, per tutto il tempo, i suoi occhi erano corsi alla figura ingobbita della sua amica e padrona, condividendone le ansie e i dolori.

Con la luna piena e il cielo sgombro di nubi, erano poi salpati su stessa richiesta della principessa.

In quel momento, col sole che stava sorgendo all'orizzonte e scure nubi di tempesta che solcavano i cieli a ovest, Naell lasciò che l'aria di mare le strappasse via di dosso l'amarezza provata nell'abbandonare Rajana.

Non aveva desiderato litigare col padre ma, alla fine, la rivalsa aveva prevalso sul buonsenso.

Senza poterne fare a meno, aveva mostrato apertamente cosa ne pensasse delle leggi restrittive e insulse del regno di Enerios.

Non era consentito a nessuna donna della Corte indossare brache, solo Enyl – pur se principessa per nascita – le poteva portare in quanto figlia sacra ma, di sicuro, questo privilegio non era mai stato concesso a Naell.

Inoltre, non essendo Enyl in linea diretta di successione per il trono, non era sottoposta allo stesso, restrittivo regime riservato alla cugina.

Pur se, nel corso degli anni, a Naell erano state concesse alcune attenuanti sull'abbigliamento perché potesse esserle permesso di difendersi, all'occorrenza, l'abbigliamento akantaryan non era mai stato ben visto, a palazzo.

Corvo Bianco - Cronache di Enerios Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora