20.
Il tramonto era sceso sulla città ormai silenziosa.
Mentre la conta dei morti, e il tentativo di salvare i feriti, proseguiva senza sosta tra le strade di Yskandar, ogni rumore andava affievolendosi.
Il personale dramma della famiglia reale proseguiva però incessante, togliendo smalto alla vittoria, e gioia dai volti dei vittoriosi.
L'esercito di Nellassat, sconfitto dalle forze congiunte di Akantar ed Enerios, e orfano della potenza di Kennadarya, aveva abbandonato le armi sul campo.
Il generale che aveva guidato l'assalto alla città, infine, aveva deposto la sua spada nelle mani di re Erenokt stesso.
Re Kevan, trovato dolorante e ferito accanto ai carri delle vettovaglie, era stato soccorso dai cerusici del suo esercito che, pochi attimi prima, avevano trovato la regina ormai priva di vita.
La gola tagliata e le iridi sgranate fino al limite, la donna era morta da ore quando, infine, i medici si erano accorti della sua triste fine.
Re Kevan, però, non aveva versato una sola lacrima in suo favore, facendo comprendere chi realmente vi fosse dietro quell'assassinio.
Perso in mille pensieri, re Kevan non aveva minimamente badato all'arrivo sulla spianata di re Erenokt e del suo seguito, né tanto meno dello sguardo disgustato del suo generale in capo.
Ogni cosa non aveva avuto più senso, per lui. La sconfitta, oltre che assurda ai suoi occhi, era per lui inaccettabile.
Erenokt lo aveva perciò fatto mettere ai ceppi dopodiché, con un cenno al generale di Nellassat, aveva bandito lui e i suoi uomini dal regno.
Il comandante in capo aveva accettato il bando e, dopo un ultimo sguardo insofferente al loro ormai deposto re, aveva chiesto di poter ricondurre in patria la salma della loro regina.
Erenokt aveva concesso loro il tempo di prepararne le spoglie e, con il fare della sera – scortati da un cospicuo stuolo di soldati akantaryan – l'esercito di Nellassat era ripartito.
Nessuno si era chiesto dove fosse finita la Strega Bianca che aveva guidato, da dietro le quinte, quell'impresa ormai evidentemente fallita su ogni fronte.
Nessuno aveva mai speso amore o affetto, per lei.
Che i corvi l'avessero divorata, o gli sciacalli raccolta per farne fiero pasto, a nessuno dei soldati di Nellassat era importato alcunché.
Nell'avviarsi verso il loro destino ricolmo di incognite, nessuno l'aveva cercata con lo sguardo, o chiesto ansioso dove ella fosse.
Disfatta peggiore non avrebbe potuto accadere a un esercito, e un buon merito di tutto andava a quella donna piena di livore e superbia.
Ellessandar li aveva osservati torvo dall'alta torre Nord delle mura della città, ritenendo il gesto del padre fin troppo generoso, ma Erenokt era stato irremovibile.
Non era più il tempo dell'odio.
La città, ormai liberata dall'invasore, aveva perciò iniziato a contare i danni derivanti dal terremoto e dalla battaglia avvenuta tra quelle mura.
Unendo le forze per dare il via alle riparazioni più urgenti, il popolo akantaryan aveva raccolto le maniche perché Yskandar tornasse a brillare come un tempo.
Tutto appariva più tranquillo, ora, e gli uccelli cinguettavano sereni.
L'andirivieni della servitù nei corridoi era solo un pelo di più frenetica del normale, ma ogni cosa sembrava essere tornata uguale a prima.
STAI LEGGENDO
Corvo Bianco - Cronache di Enerios Vol. 3
Fantasy(Categoria Contenuti: ORANGE FLAG) Naell guida ormai da un decennio, assieme al Ministro Korissar, l'imponente commessa richiesta dal ricco regno di Akantar ma, ormai, il suo tempo è agli sgoccioli. La dilazione ottenuta grazie all'abile colpo di ma...