Capitolo 12

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N.d.A.: La prima parte del capitolo torna indietro di qualche tempo e, finché vedete parlare Coryn e Kennadarya, si tratta di eventi antecedenti all'arrivo del Libro a Nellassat e alla partenza di Naell per il deserto. Così, si chiarisce anche la visione che Enyl ha avuto la sua prima notte a Yskandar, dove aveva visto del sangue e un corvo. Quella scena si riferiva al primo incontro tra Corvo Bianco e Haaron, nella sua forma animale.


12.


Aveva poco tempo.

Suo padre sarebbe tornato nel giro di poche ore e, a quel punto, Coryn avrebbe dovuto trovarsi ben lontano dalle stanze del suo genitore.

Quando il padre aveva consegnato il misterioso libro di alchimia a un cavaliera perché lo portasse via, Coryn aveva scorto dalla sua stanza anche una lettera, assieme a quel pacco anonimo e senza fronzoli.

Una lettera sigillata con ceralacca, e un plico.

Del plico conosceva il contenuto – impossibile sbagliarsi, visto che lo aveva spiato di nascosto mentre lo preparava – ma la lettera?

Per questo, armato di un coraggio che non era suo, ma che gli veniva dall'amore per la giustizia, era penetrato in segreto nella stanza del padre per studiare la sua carta da lettera.

Notoriamente, il padre era solito tratteggiare con insolita forza, col suo pennino d'argento, quasi volesse imprimere le lettere all'interno della pergamena stessa.

Se, solitamente, questo suo comportamento gli dava un certo fastidio – riteneva assurdo scalfire la carta pergamenata a quel modo, rischiando di romperla – stavolta trovò quel particolare più che vantaggioso.

Se suo padre aveva scritto la lettera appoggiandosi ad altri fogli, come solitamente avveniva, il messaggio aveva buone probabilità di essere rimasto impresso sulla pergamena.

Questa era la sua speranza, ma doveva essere lesto nel comprendere quanto fossero fondati i suoi pensieri.

Non appena fu sgattaiolato all'interno dei suoi appartamenti – in quel momento adombrati da tendaggi di velluto scuro – Coryn accese una candela e si avvicinò silenzioso allo scrittoio aperto.

Il calamaio recava ancora la penna d'argento al suo interno, altro particolare che dava non poco fastidio a Coryn.

Aveva segretamente covato il sospetto che il padre si comportasse in modo così palesemente scorretto solo per dar noia a lui, che invece era molto attento a ogni minimo particolare.

Sapeva che certe fissazioni erano in qualche modo esagerate, ma trovava che trattare adeguatamente qualsiasi strumento, fosse anche una penna d'oca o un foglio pergamenato, andasse a merito dell'utilizzatore.

Non riteneva vi fosse differenza alcuna tra il soldato che manteneva pulita la propria arma, e lo scriba che teneva in ordine i propri oggetti di scrittura.

Farlo capire al padre, era tutt'altra faccenda.

Controllando con attenzione i fogli sullo scrittoio liscio e lucente, Coryn aggrottò la fronte non appena le sue dita – passate con meticolosità sulla superficie pergamenata – avvertirono alcuni avvallamenti significativi.

Sapeva per certo che, quella mattina, a parte il plico e la lettera, suo padre non aveva inviato null'altro, perciò quel foglio poteva essere proprio quello che cercava.

Ora, non restava altro che scoprire cosa vi fosse scritto.

Frugando nella tasca del suo panciotto, ne estrasse un piccolo pezzo di carboncino e, dopo averlo passato di sbieco sulla carta, iniziò a lasciarsi andare a un sorriso speranzoso.

Corvo Bianco - Cronache di Enerios Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora