Capitolo 15

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15.


L'assalto giunse con l'aurora del mattino.

Balzando a terra da una delle palme più alte dell'oasi, Rannyl corse il più velocemente possibile lungo le vie sabbiose dinanzi a sé, urlando agli uomini di prendere le armi.

Un corno oblungo venne suonato dalle vedette, messe in allerta dal giovane, così da risvegliare coloro i quali erano ancora stretti nell'abbraccio dei sogni.

In un andirivieni di corpi frementi per la battaglia prossima, il giovane figlio sacro si riversò infine all'interno della tenda della cugina per avvertirla del pericolo incombente.

Già in armi e con uno sguardo volitivo dipinto in volto, Rannyl fece ben poco caso a Kalia, che ancora si stava vestendo, lasciando che il suo sguardo si concentrasse su Naell.

Preoccupata e tesa, lei esalò: "Cosa succede, Ran?"

"Uno stuolo di guerrieri sta puntando contro l'oasi, e non sembrano ben intenzionati" riassunse velocemente Rannyl prima di avvicinarsi a Kalia, scostarle le mani dai lunghi capelli e intrecciarglieli velocemente con dita abili.

"Grazie" sussurrò lei, lanciandogli un'occhiata da sopra la spalla mentre Ran completava la treccia.

"Ci vedo meglio di te, qua dietro e, con Enyl, sono abituatissimo" rispose lui con un sorrisino. "Scusa per l'intrusione. Non volevo fare il guardone."

"Immagino tu sappia già com'è fatta una donna. Non sono molto preoccupata per quello che tu possa, o meno, aver visto" scrollò le spalle la donna, pacata, mentre terminava di allacciarsi la tunica.

"Meno di quanto avrei voluto" ironizzò Rannyl, sogghignando al suo indirizzo.

"Ran!" esclamarono al tempo stesso Naell e Kalia.

Il giovane si limitò a scrollare incurante le spalle, mentre Kalia gli dava un pizzicotto su un braccio. L'ironia, però, durò soltanto un istante.

L'attimo seguente, la voce stentorea del comandante Rylkas, a capo della loro guardia d'onore, si fece sentire al di fuori della tenda.

Allacciatasi alla cintura la sua daga, Naell uscì scortata da Kalia e Rannyl mentre My-Chan, di corsa e con lo sguardo teso, stava correndole incontro dal fondo della via sabbiosa.

Annuendo nel vedere il principe già presente, Rylkas spiegò loro: "Bene, immagino che Sua Altezza vi abbia già ragguagliate. Vi pregherei di rimanere all'interno della tenda per non correre alcun rischio, mentre noi procediamo nel fermare l'attacco."

My-chan affiancò Naell, avvolgendole la vita con un braccio.

La principessa, però, scosse recisamente il capo e replicò: "Non ho alcuna intenzione di lasciare solo a voi il lavoro sporco, comandante. Se ci sarà da snudare le armi, non mi tirerò indietro."

"Ma... Altezza..." esalò turbato l'uomo, lanciando un'occhiata disperata all'indirizzo di Rannyl.

"Cugina, non credi sarebbe più saggio fare come richiesto dal comandante?" intervenne allora Ran, conciliante.

Scuotendo ancora il capo, Naell fissò i suoi occhi smeraldini sul volto teso del soldato e, con voce più gentile, aggiunse: "So che i vostri ordini sono questi, comandante, ma non intendo essere solo un peso, per voi. Vi siete scomodati a proteggermi fino a ora, nonostante io sia solo un'ospite in casa vostra perciò, nel momento del bisogno, permettetemi quanto meno di rendermi utile. Io e My-Chan combattiamo bene, insieme..."

Corvo Bianco - Cronache di Enerios Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora