Capitolo 10

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10


Le mani dell'uomo che la tenevano stretta a sé erano calde e morbide, sulla sua pelle fresca e vellutata.

Il suo respiro, profumato di erba fresca e ghiaccio, le solleticava la base del collo, eccitandola.

Muovendosi nel suo letto, preda di quello strano sogno, Enyl ansimò nel sonno, passandosi lascivamente le mani sulle braccia prima di avvertire, prepotente, il tocco di una bocca rovente sulla sua.

Non era mai stata baciata, se non raramente sulla guancia da qualche amico, o dai parenti.

Di certo, non così, come se volessero svuotarla di ogni energia e, al tempo stesso, volessero riempirla come una coppa.

Un singhiozzo le sfuggì dalle labbra e, di colpo, tutto il suo corpo venne avvolto dalla brina.

Svegliandosi di soprassalto, il fiato corto come se avesse corso per miglia intere senza mai fermarsi, Enyl sgranò gli occhi, spaventata ed eccitata al tempo stesso.

Le mani che artigliavano le stoffe preziose del leggero lenzuolo, la giovane scrutò ansiosa la stanza vuota, dove la mancanza di Rannyl pesava come un macigno pronto a schiacciarla.

Non v'era nessuno a turbare il suo sonno e, di certo, l'uomo che l'aveva fatta sentire donna come mai prima, non era giunto a lei in sogno per spaventarla.

O almeno, così credeva.

Di certo, l'aveva sorpresa e risvegliata come da un lungo letargo.

Levandosi da letto con le gambe ancora leggermente tremanti, Enyl fissò i palmi delle mani umidi di sudore, facendosi mille domande.

Nel lapparsi le labbra, avvertì sulla pelle il tocco residuo dell'uomo senza volto che, in maniera così sconvolgente, aveva turbato il suo mondo onirico.

Era così abituata alle incursioni occasionali di colei che Enyl aveva soprannominato Corvo Bianco, che quella visita a sorpresa l'aveva sgomentata oltre ogni ragionevole dubbio.

Non era da lei sognare misteriosi amanti notturni né, tanto meno, risvegliarsi eccitata, confusa e dolente, come se la mancanza dello sconosciuto uomo dei suoi sogni le procurasse un dolore fisico.

"Ma che mi prende?" esalò Enyl, passeggiando nervosamente per la stanza, le mani poggiate sui fianchi snelli.

***

"Gli uomini sono arrivati?"

"Sono nei luoghi prestabiliti. L'ultimo contingente giungerà entro domani al massimo."

Annuendo tra sé, Bramann tamburellò pensoso una mano flaccida e grassoccia sul ripiano marmoreo della scrivania prima di sospirare, aprire un cassetto ed estrarre un piccolo involto di cuoio.

L'uomo dinanzi a lui, avvolto da un semplice mantello color cioccolata e un pesante turbante sul capo, sogghignò soddisfatto nello scorgere il contenuto dell'involto.

Con un lieve cenno del capo, afferrò il prezioso contenuto con dita avide prima di ghignare: "Non ve ne pentirete, mio signore. I nostri servigi sono i migliori di tutto il continente. Anche..."

Interrompendolo con un gesto della mano, Bramann replicò seccamente: "Non mi interessa conoscere i tuoi importanti committenti, Ligass. Mi basta sapere che loro vi trovano i migliori per questa missione. Voglio un lavoro rapido, pulito e che mi fornisca una copertura fuori e dentro le mura, il più capillare possibile. Non voglio guai di alcun tipo, quando arriverà il giorno dei festeggiamenti per i mille anni di regno."

Corvo Bianco - Cronache di Enerios Vol. 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora