Era una normale giornata di luglio, a New York. Sembrava uno di quei giorni in cui nulla di nuovo sarebbe potuto capitare. E, invece, ecco che L, verso le 15.00, tirò fuori l'idea di tornare alla Wammy's House in Inghilterra.
- Ma perché? – provò a dissuaderlo Matt, domandando con voce lamentosa.
- Perché sento il bisogno di tornare a Londra. E, mentre ci sono, lì farò anche un giro alla Wammy's per vedere se è tutto ok. Del resto, ogni sede ha il proprio "coordinatore", ma il proprietario è Watari, e io sono il modello a cui i bambini si ispirano. Quindi ho diritto e dovere di presentarmi alle Wammy's quando mi pare e piace. – rispose in malo modo il detective.
Evidentemente L si era svegliato di cattivo umore, quel giorno (oppure era solo Matt che l'aveva fatto arrabbiare, anche se dal tono di voce non si poteva capire, in quanto risultava sempre imperturbabile).
Normalmente L dava spiegazioni esaurienti, non si giustificava con un "lo faccio perché mi va di farlo" e non tirava in ballo il fatto che era il miglior detective del mondo (constatazione che, effettivamente, era corretta).
Certo era che non gli piaceva essere contraddetto, non quelle poche volte che dava un ordine, dato che normalmente non chiedeva mai niente a nessuno. E gli dava anche fastidio il fatto che Matt si comportasse in quel modo, come se lui potesse decidere, come se vivesse nello stesso palazzo di L solo "perché New York è figa e L mi vuole bene, quindi mi ha fatto uscire dalla Wammy's". In realtà, era lì per dare una mano.
E L avrebbe già potuto lamentarsi del fatto che Matt dormiva fino a mezzogiorno, o che era perennemente attaccato ai videogiochi. Ma non l'aveva mai fatto. Avrebbe potuto sbatterlo fuori e farlo tornare alla Wammy's House perché il suo aiuto nelle indagini era pari a zero: sembrava che il suo unico ruolo fosse quello di "tirare su il morale di Mello, per aiutarlo a concentrarsi meglio". Attività che finiva sempre per farli litigare, in quanto il biondo voleva un po' di tranquillità, ma il rosso non demordeva e continuava a rompere.
Per non parlare delle sere, poi... Dopo cena L riusciva a concentrarsi meglio, era il momento più redditizio della giornata e sembrava essere così anche per Mello, che lavorava volentieri fino alle 3.00.
Peccato che ci fosse Matt, che non lo lasciava in pace un momento! Verso mezzanotte arrivava al piano terra, nella sala attrezzata come quartier generale dove erano appostati L, Liv e Mello e cominciava a rompere le palle finché il biondo non lo seguiva.
E poi cosa succedeva? Che, al secondo piano, Matt convinceva Mello che aveva delle "necessità di coppia" che il biondo sembrava non avere. Dopo qualche parolaccia urlata al vento, i due cominciavano a fare cose e, magari, riuscivano pure a darsi sui nervi a vicenda in quella situazione (perché, per fare incazzare l'altro, ogni momento è buono).
Non si doveva nemmeno escludere la possibilità che Mello, dopo un po', si scazzasse per davvero. Allora lì sì che erano guai! Perché se normalmente era il biondo l'unico ad urlare, in quelle situazioni ci si metteva anche il rosso e discutevano per tutta la sera su quanto Matt fosse privo di tatto e Mello troppo volubile (e altre cose che nessuno al piano di sotto comprendeva pienamente, in quanto erano riferimenti al passato di ciascuno dei due litiganti, avvenimenti di cui quei due non avevano mai parlato a nessuno, se non alla dolce metà). Dopo un po' Mello si incazzava davvero (perché prima non era proprio incazzatura, era piuttosto una forma di sconforto) e si chiudeva nella sua stanza, lasciando Matt a lamentarsi da solo nel corridoio.
Al piano terra, Mello arrabbiato o meno, bisognava comunque attrezzarsi in modo adeguato per resistere a quei rumori (perché sì che quello era un palazzo high-tech, ma si sentiva comunque tutto...).
Allora Near, l'unico che di sera non lavorava (perché si era già fatto il culo durante il giorno, nonostante i vari rimproveri di L, che continuava a dirgli di rilassarsi un po'), occupava la sala e accendeva lo stereo, ascoltando musica classica al massimo volume, mentre giocherellava con i dadini, le carte e i puzzle, pensando e catalogando le cose imparate quel giorno. L e Liv, rimasti in sala computer, si mettevano le cuffie, facendo partire metal e rock, infastiditi da Mozart e Beethoven nella stanza accanto, ma soprattutto dai rumori provenienti dal secondo piano...
Comunque, nonostante tutto questo, L non aveva ancora cacciato Matt dal palazzo (forse perché sapeva che, senza Mello, il rosso sarebbe morto di crepacuore e non voleva essere la causa del decesso di nessuno... O forse era perché aveva troppa pazienza...). Ma Matt faceva tutto quello che voleva, senza che nessuno gli dicesse nulla, e si lamentava ancora...?
- Quindi preparate le valigie, partiamo domattina alle quattro per Londra. Ci fermiamo in Inghilterra una notte e la sera del secondo giorno torniamo qui. – continuò L, grato che nessun altro gli desse contro.
Near aveva la solita espressione indifferente, Mello stava ancora valutando se essere felice di cambiare aria o se mettersi a correre e Liv sembrava addirittura contenta.
Cosa sarebbe mai potuto andare storto?
NOTE
Allora... da dove cominciare? Ah, beh, subito ringrazio le persone che hanno letto (e sì, scusatemi, io sono quella dei prologhi... Ma forse domani posterò il primo vero capitolo. Cercherò di farmi perdonare il prima possibile, neh!).
I ringraziamenti speciali saranno in un commento qui sotto, perché è l'unico posto in cui riesco a taggare le persone (ringraziate il mio computer e la mia conoscenza in campo tecnologico... LOL).
Comunque, passando alle cose serie... Questa è una storia a capitoli (ma davvero? Mi stupisco ogni giorno di più della mia eloquenza...) e sarà un po' lunghina, almeno credo...
Cercherò di fare capitoli non troppo lunghi, spero che non risultino noiosi o troppo "concentrati"... Avverto subito che alcuni saranno più "tristi" e altri un po' più allegri (ma vi metterete a piangere comunque per i miei tentativi falliti di fare delle battute e cose simili... Quindi preparate i fazzoletti! XD).
Grazie e a presto,
livbondevik99
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Ritorno alla Wammy's House
FanfictionL decide di tornare in Inghilterra per sistemare delle questioni importanti alla Wammy's di Londra. Nel frattempo, Mello, Near e Matt vengono spediti all'orfanotrofio di Winchester. Tra ricordi, crisi e scoperte, le ombre del passato torneranno ad i...