Mentre Matt pensava e ripensava al primo piano, Mello era sceso in giardino. Non c'era nessuno. Probabilmente i bambini erano tutti rientrati per il the delle cinque. Meglio così. Il biondo si mise seduto all'ombra di un albero.
Non sapeva nemmeno a cosa pensare. Possibile che Matt si fosse dimenticato di una cosa così importante? Forse, ma lo faceva una persona più attenta... E se l'avesse fatto apposta per prenderlo in giro? Anche questa ipotesi era plausibile. Quale fosse la giusta spiegazione, Mello aveva tutti i diritti di essere incazzato.
Il silenzio del parco venne quasi subito spezzato dalle urla di alcuni bambini e bambine che venivano a giocare. Gettando un'occhiata, Mello riconobbe solo in parte i visi. In un anno, di gente nuova ne era arrivata. Sentì un gruppetto parlare sottovoce.
- Ma dovremmo dirlo a Roger? – chiese una voce femminile di bambina.
- Non lo so. Forse possiamo farcela da soli... - rispose un bambino.
- E se poi Roger ci mette in punizione? – la bambina di prima.
- Mmmh. Vero. Però non possiamo nemmeno lasciarlo lì. – il bimbo.
- Esatto! Meglio chiamare qualcuno, sì! – propose un'altra voce.
- Ma se mentre andiamo scappa? – un altro bambino ancora.
- No, peggio! Se entra nella Wammy's e ruba i nostri giocattoli? – ipotizzò un'altra voce femminile.
- Io l'ho sempre detto che Roger dovrebbe chiudere i cancelli! Gente così non puoi farla entrare! -
- Già, hai visto? Che poi, come si è vestito? –
- E se fosse una ragazza? – chiese una bambina.
- No, andiamo a chiamare Roger! – e una parte del gruppetto si mise a correre verso la porta della Wammy's, chiamando il coordinatore a gran voce.
Mello aveva come l'impressione che stessero parlando di lui. Decise comunque di non farci caso. Non poteva arrabbiarsi anche per quello. Non quel giorno.
- Roger! Oh, finalmente! Guarda! C'è qualcuno in cortile! Una persona strana! – urlò un bambino. Roger lanciò un'occhiata in giro, ma non si accorse di nulla di sospetto.
- Ma non vedi?! Lì, vicino all'albero! – e indicò la figura di Mello che, nonostante fosse impossibile non sentire, fece finta di nulla.
- Oh! State tranquilli, non è un infiltrato! Abitava qui, fino ad un anno fa... - rispose Roger con voce benevola.
- Ma quindi... Se n'è andato dalla Wammy's House? –
- Perché? Non stava bene, qui? -
- Ma perché allora è tornato? –
- Bambini, uno alla volta! E' andato via dalla Wammy's perché doveva collaborare per un caso importante. E non è tornato, è solo in visita... - disse Roger.
Mello si accorse che il signore aveva pronunciato l'ultima frase con tono triste, come se gli mancasse la sua presenza. Ma davvero, lui, Mello, poteva mancare a qualcuno? O forse era Mihael Keehl, di cui Roger aveva nostalgia? Perché se era così, non l'avrebbe più rivisto. Non esisteva più Mihael. Ora c'era Mello. E se Mello poteva tornare, Mihael non aveva questa possibilità. Mello non glielo avrebbe permesso.
- Allora se andare via da qui ti fa diventare come quello lì, io non voglio andarmene! – esclamò disgustato un bambino.
Udendo quell'insulto, Mello sussultò. Davvero il suo aspetto era così pericoloso, così detestabile da far preferire la vita alla Wammy's House?
STAI LEGGENDO
Ritorno alla Wammy's House
FanfictionL decide di tornare in Inghilterra per sistemare delle questioni importanti alla Wammy's di Londra. Nel frattempo, Mello, Near e Matt vengono spediti all'orfanotrofio di Winchester. Tra ricordi, crisi e scoperte, le ombre del passato torneranno ad i...