Capitolo 4

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Mentre Matt pensava e ripensava al primo piano, Mello era sceso in giardino. Non c'era nessuno. Probabilmente i bambini erano tutti rientrati per il the delle cinque. Meglio così. Il biondo si mise seduto all'ombra di un albero. 

Non sapeva nemmeno a cosa pensare. Possibile che Matt si fosse dimenticato di una cosa così importante? Forse, ma lo faceva una persona più attenta... E se l'avesse fatto apposta per prenderlo in giro? Anche questa ipotesi era plausibile. Quale fosse la giusta spiegazione, Mello aveva tutti i diritti di essere incazzato. 

Il silenzio del parco venne quasi subito spezzato dalle urla di alcuni bambini e bambine che venivano a giocare. Gettando un'occhiata, Mello riconobbe solo in parte i visi. In un anno, di gente nuova ne era arrivata. Sentì un gruppetto parlare sottovoce.

- Ma dovremmo dirlo a Roger? – chiese una voce femminile di bambina.

- Non lo so. Forse possiamo farcela da soli... - rispose un bambino.

- E se poi Roger ci mette in punizione? – la bambina di prima.

- Mmmh. Vero. Però non possiamo nemmeno lasciarlo lì. – il bimbo.

- Esatto! Meglio chiamare qualcuno, sì! – propose un'altra voce.

- Ma se mentre andiamo scappa? – un altro bambino ancora.

- No, peggio! Se entra nella Wammy's e ruba i nostri giocattoli? – ipotizzò un'altra voce femminile.

- Io l'ho sempre detto che Roger dovrebbe chiudere i cancelli! Gente così non puoi farla entrare! -

- Già, hai visto? Che poi, come si è vestito? –

- E se fosse una ragazza? – chiese una bambina.

- No, andiamo a chiamare Roger! – e una parte del gruppetto si mise a correre verso la porta della Wammy's, chiamando il coordinatore a gran voce.

Mello aveva come l'impressione che stessero parlando di lui. Decise comunque di non farci caso. Non poteva arrabbiarsi anche per quello. Non quel giorno.

- Roger! Oh, finalmente! Guarda! C'è qualcuno in cortile! Una persona strana! – urlò un bambino. Roger lanciò un'occhiata in giro, ma non si accorse di nulla di sospetto.

- Ma non vedi?! Lì, vicino all'albero! – e indicò la figura di Mello che, nonostante fosse impossibile non sentire, fece finta di nulla.

- Oh! State tranquilli, non è un infiltrato! Abitava qui, fino ad un anno fa... - rispose Roger con voce benevola.

- Ma quindi... Se n'è andato dalla Wammy's House? –

- Perché? Non stava bene, qui? -

- Ma perché allora è tornato? –

- Bambini, uno alla volta! E' andato via dalla Wammy's perché doveva collaborare per un caso importante. E non è tornato, è solo in visita... - disse Roger.

Mello si accorse che il signore aveva pronunciato l'ultima frase con tono triste, come se gli mancasse la sua presenza. Ma davvero, lui, Mello, poteva mancare a qualcuno? O forse era Mihael Keehl, di cui Roger aveva nostalgia? Perché se era così, non l'avrebbe più rivisto. Non esisteva più Mihael. Ora c'era Mello. E se Mello poteva tornare, Mihael non aveva questa possibilità. Mello non glielo avrebbe permesso.

- Allora se andare via da qui ti fa diventare come quello lì, io non voglio andarmene! – esclamò disgustato un bambino.

Udendo quell'insulto, Mello sussultò. Davvero il suo aspetto era così pericoloso, così detestabile da far preferire la vita alla Wammy's House?

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