Capitolo 10

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Verso le 16.00 Roger venne ad annunciare che era arrivato Watari e il coordinatore salutò uno ad uno i ragazzi, con delle pacche sulla spalla e delle strette di mano per Matt e Mello e un abbraccio per Near.

"Forse gli siamo mancati per davvero..." pensò Mello.

I tre salirono sull'auto di Watari, diretti verso l'aeroporto di Londra, dove L e Liv li stavano aspettando.

Sembra di essere tornati indietro nel tempo di dieci anni... Solo che, allora, sulla macchina c'eravamo solo io e Roger. Ora, oltre a me, ci sono Mello e Near. E non c'è Roger, ma Watari. Quanto sono stato in giro, prima di essere trovato? Sei mesi? Forse...

- Mail! Mail, andiamo a giocare in giardino? – mi chiedeva la piccola Roxie.

- Mail, vieni subito qui! – mia madre.

- Mail, posso fare la principessa? E tu fai il principe? – Roxie adorava le fiabe.

- Jeevas! Adesso vedi! Così impari ad essere tanto inutile! – solo mio padre mi chiamava per cognome.

- Mail, perché hai il labbro spaccato? – chiedeva spesso Robert, a scuola.

- You've got Mail, cos'hai fatto alla faccia? – chiedeva quella gran baldracca di Victoria, e le sue amichette oche se la ridevano alla grande. Pronunciava il mio nome in modo sbagliato solo per darmi sui nervi. Non si legge "Meil". Non sono la posta elettronica. Io sono "Mail".

- Mail! Si può sapere che cos'è questa roba? – mia madre, quando le nascondevo i brutti voti di scuola tra i vestiti sporchi, sperando che mettesse tutto direttamente in lavatrice.

- Jeevas, quand'è che diventerai come tuo fratello Philip? –

- Mail! Non mi importa niente di te, levati di torno! – mio fratello maggiore.

- Davvero, Mark, non ho idea di dove siano finite le tue sigarette! – urlava mia madre quando mio padre cominciava a gridare che non le trovava.

- Le hai per forza usate tu! – la accusava lui.

- Ma non è vero, Mark! Lo sai che non condivido la tua idea che un uomo non è un vero uomo se non fuma! E pensi che mi ci metta proprio io, a fumare?! Piuttosto, vedi cosa hai fatto a Philip! L'altro giorno l'ho trovato a fumare sul balcone! A quattordici anni! –

E chi si sarebbe potuto immaginare che io fregavo le sigarette a mio padre? Io, il fallito. 

Se fumare mi avesse reso migliore agli occhi di mio padre, allora l'avrei fatto. Ma così rendevo infelice mia madre. Allora decisi di rubare le sigarette anche a mio fratello. Ma le sue le buttavo nel cestino al fondo della strada: mamma non voleva che anche lui si mettesse a fumare.

Questo andò avanti per un po', tipo, sei mesi. Avevo sette anni, credo. Ebbene sì: mi misi a fumare a sette anni. Per quanto il mio corpo fosse ancora immaturo, per il fumo, la mia mente era piuttosto pronta. 

A scuola, un giorno, era venuta una tipa strana che ci aveva fatto fare un questionario, tipo di matematica, ma era più difficile di quelli che ci dava la maestra. Poi ci aveva dato un test personale da completare. Ha stabilito così il nostro quoziente intellettivo e la nostra età mentale. In quello dell'età io ero risultato "maturo" come mio fratello, quattordicenne. 

Era come se la mia anima fosse il doppio più vecchia del mio corpo. Fu allora che decisi che ero pronto per la prima sigaretta. 

Tutto andò più o meno bene, fino a quando mio padre non scoprì che ero io a rubargli le cicche. Poi se ne accorse anche mio fratello. E allora cominciarono a fare a gara a chi riusciva a farmi più male. 

Chiariamoci: non era tanto brutto, a casa. Avevo tutto quello che mi serviva. Cibo, vestiti puliti, un letto e pure delle coperte! 

Ma niente amore. A meno che amore fossero quegli schiaffi e pugni che avevano sostituito le carezze, quei calci che avevano preso il posto delle mani che fanno il solletico... 

Allora io ne ero convinto, che quello fosse amore. E mi chiedevo perché i miei compagni non venissero a scuola tutti doloranti, con magari un occhio nero. Forse i genitori non li amavano abbastanza? 

Oggi ho cambiato idea, sul concetto di amore. E questo lo devo soprattutto a Mello. 

Comunque, a nove anni decisi di andarmene.

- Mail, dove vai con quella sacca? – mi chiese Roxie, povera, lei, aveva solo sei anni!

- Via. –

- E poi ritorni? –

- Non lo so. Ci devo pensare. – Lo dissi per non ferirla. Sapevo che non sarei più tornato a casa.

- Allora, Mail, mi comperi una bambola? Una di quelle che hanno le mie compagne, morbida, coi capelli lunghi e col vestito bello? –

Io non le risposi. Alla fine, quella bambola, come la voleva lei, gliela comprai davvero. 

Ma non tornai indietro per portargliela.

Matt appoggiò la testa contro il finestrino,continuando a pensare. 

Dopo un po' si accorse che qualcuno lo stava chiamando...    


ANGOLO AUTRICE STANCA MA SODDISFATTA

Ciau, neh! Oggi (come accade la maggior parte delle volte, LOL) non avrei dovuto pubblicare. Sarei dovuta essere in piscina, ma il tempo ha deciso di fare lo stronzo e di imbrogliarmi, quindi niente, sono a casa e, purtroppo per voi, ho deciso di rompervi le palline... XD

Passando al capitolo... Corto, ma c'è il flashback (come se questo potesse essere abbastanza per rimediare -.-) Comunque, mi sono inventata un po' tutto (di nuovo, XD), quindi non credo sia vero che Matt abbia una sorella, un fratello e un padre di nome Mark. Non ho tenuto conto di HeadCanons e balle varie, ma solo della mia mente superiore che ha una risposta a tutto (ha ha ha, no... -.-). Quindi, fuck the system! (Oggi sono proprio la finesse, LOL)

Anche qui, la solita visione pessimistica della "famiglia"... Un motivo dietro a questo c'è, ed è il fatto che non riesco a vedere i genitori dei miei tre pucci amare i loro figli (ma... Bloody Mary [niente tag, w la libertà, LOL], se vuoi... questo qui può essere un hint su una cosa che ti ho detto... Perché, ribadisco, io sono come D'Annunzio, LOL).

Non vi dico niente sul prossimo chapter! Solo che sarà piuttosto lungo. :P

Bene, ho finito! XD Ringrazio tutti quelli che leggono, commentano, votano, e tutto il resto (?) !

I ringraziamenti speciali sono sotto (non mi sparate! Sono una persona abitudinaria e noiosa, ma abbiate pietà di me! LOL).

Grazie e a presto, 

livbondevik99

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