3. Tu non mi conosci!

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Ed ora, per la parte di James abbiamo...

Ed ora, per la parte di James abbiamo

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Alex Prange

Dopo quello che è sembrato un eterno silenzio, mio zio accosta vicino ad un marciapiede. Risalgo con gli occhi la struttura della casa, notando che ha ampie finestre su entrambi i piani e immagino già come gli ambienti interni saranno luminosi di giorno. Un vero pugno nell'occhio per una ragazza che si era abituata alle velate giornate londinesi.

- Emily, questa è la casa dove alloggerai. I ragazzi sono atterrati un paio di ore fa quindi sono già dentro che aspettano una guida. Non sanno chi sei, così come tu non conosci loro. Conoscendoti però, ho preparato delle schede su ciascuno di loro all'interno di quella cartellina però mi piacerebbe che tu li conoscessi di persona senza quei fogli. Sono dei bravi ragazzi in fin dei conti... e non hanno bisogno di conoscere il tuo lato da stronzetta! -
Soffocando le risate, un po' per come mi ha chiamato e un po' perché mi ha appena chiesto un'utopia. Sono abituata ad appellativi del genere da parte di mio zio: stronzetta, acida, killer, psicopatica... e tanti altri, ma è il nostro modo di chiamarci e di prenderci per il culo.

Non crediate che io sia così con tutti, però! Avrei una tutt'altra reazione se a chiamarmi così fosse uno che non mi conosce e si basa solo sull'apparenza senza conoscermi.

Apro lo sportello, pensando abbia finito, ma mi richiama indietro:
- Un'ultima cosa, Emy, e poi giuro che ho finito con le brutte notizie. Stasera i tuoi hanno organizzato una festa per il tuo arrivo da loro, - sgrano gli occhi diffidente da questo loro improvviso ed ulteriore gesto d'affetto - dovresti arrivare verso le 19:30/20:00.
- Ok, - dico non molto convinta - dì loro di preparare per più persone. Vedo se riesco a convincere i ragazzi a venire. - gli occhi gli si illuminano sentendo questa mia iniziativa.
- Sono fiero di te! Questo è l'atteggiamento giusto... - sì, certo come no! Lo faccio solo per apparire gentile la prima sera.
- Comunque questi me li tengo... voglio farmi un'idea della gente con cui sarò costretta a dividere l'aria... - indico la cartella con tutti i dati riguardanti la squadra e i suoi componenti. Sorride sghembo e dice:
- Avevo previsto che li avresti accettati, sono comunque una copia di quelli originali che ho io - ricambio il sorriso.

Scarico le due valigie e il borsone dal bagagliaio, lo saluto con la mano ricambiando il suo cenno del capo e mi dirigo al cancello d'entrata, tra l'altro già aperto. Lo richiudo alle mie spalle e sento un leggero cigolio, quasi impercettibile. Decisa, mi sposto verso l'enorme portone d'ingresso.
Si sentono urla e risate da dentro casa, inutile dire che mi hanno già fatto schizzare i nervi. Speriamo bene per la loro incolumità! Io intanto per scaramanzia incrocio le dita...

Busso con decisione per farmi sentire e dopo non molto viene ad aprirmi un ragazzo con i capelli ramati e gli occhi marroni. Alto e ben piazzato. Appena mi vede gli si forma un sorriso malizioso sul viso e mi domanda:
- Ehi, piccola! Che ci fa una ragazza dolce ed indifesa come te qui alla porta della tana del lupo...

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