Capitolo 20.

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" ti ho mai detto che ho paura dell'aereo?" Dico a Gionata.
" no." Dice lui ridendo.
" ecco ne ho, quindi non farmi agitare." Dico ridendo.
Mi prende la mano.
" tranquilla, non succede niente." Dice.
" zitto."
Ride.
" devo trovare la mia pace interiore." Dico tutta agitata.
" abituaci, che ti voglio portare ovunque tu voglia."
Lo bacio.

Atterriamo.
" quando andiamo in hotel?" Chiedo.
" ora, perché ?"
" ho bisogno del Wi-Fi."
Sorride.
" bea? " mi chiede.
" cazzo si."

Prendiamo un taxi e arriviamo.
Accendo subito il Wi-Fi mentre Gionata e gli altri prendono le stanze.
BEA❤️: dove Cazzo sei?
BEA❤️: non so perché perdo ancora tempo con te.
Decido di chiamarla, non mi risponde.
Riprovo.
BEA❤️: basta, non ho niente da dirti.
IO: rispondi, devo parlarti.
La chiamo.
- che c'è ? - dice lei.
- scusa, non sono riuscita a risponderti.
- troppo impegnata ad andartene in vacanza senza dirmi niente?
- come lo sai?
- le storie.
- non lo sapevo, è stata una cosa improvvisata.
- si, VABBEH.
- bea, davvero..
- Martina, non me lo aspettavo da te.
- Bea, perché non puoi solo essere felice per me?
Mette giù il telefono.
Guardo Gionata.
" 3 minuti e ci danno le chiavi." Dice Gionata aggiungendo poi " cazzo, chiama Adam."
Chiamo Adam e dopo qualche secondo si precipita da noi.
Mi abbraccia.
" che ti avevo detto?" Dice lui.
" ti è andata di culo." Dico.
Saluta gli altri.
Ci consegnano le chiavi, andiamo in stanza.
" andiamo a comprare qualcosa ?" Dice.
" hei, però niente di marca eh." Dico.
" sei a Parigi, vuoi cercare un negozio di cinesi?" Dice ridendo.
" dico agli altri che usciamo."
" okay."

Poco dopo usciamo dall'hotel, iniziamo a camminare lungo le vie di Parigi.
" mi sembra tutto un sogno." Dico
Mi bacia.
" hai un sorriso, hai un fottuto sorriso, non hai mai sorriso così bene." Dice lui.
" mi hai portato nel posto più bello del mondo, non devo pensare a niente e a nessuno, solo a me, solo io e Parigi."
" e io?"
Lo bacio.

Facciamo un po' di shopping, compriamo il necessario per rimanere qualche giorno.
Dopo di che torniamo in hotel.
Ci buttiamo sul letto.
" domani, voglio vedere tutto." Dico.
" tutto cosa?"
" tutta Parigi."
" va bene." Dice aggiungendo:" dopo andiamo a mangiare in un locale, fantastico."
" non possiamo mangiare qua?"
" oh, dobbiamo o non dobbiamo festeggiare?"
Sorrido.
Ci prepariamo, e andiamo in questo locale.
Dopo aver cenato ci spostiamo nella sala al piano inferiore, dove c'è una specie di discoteca.
" Martina, vieni con me a ballare dai." Dice Charlie.
" arrivo." Dico mentre finisco di bere il mio drink.
" ora ti faccio un mega spoiler." Mi dice ubriaco.
" dimmi." Rido.
" nell'album c'è una sorpresa per te."
" cioè ?"
" una canzone dedicata a te."
" davvero?"
" si."
Sorrido.
" andiamo a prendere da bere ?" Dico.
Andiamo a prendere altri drink.
Torniamo al tavolo.
E iniziamo a bere.

Il giorno seguente.
Mi sono appena svegliata, mi alzo di corsa e vado in bagno, vomito.
" cazzo." Dico.
Vomito.
Mi faccio una doccia, mentre Gionata dorme ancora e torno nel letto.
" perché quando siamo ubriachi lo facciamo sempre? " mi chiede Gionata.
" che ne so, io so solo che per un po' non berrò più." Dico.
Ride.
" come stai? Sei pronta per fare il giro turistico o non te la senti?"
Mi alzo improvvisamente in piedi urlando" sono super pronta."
Ci vestiamo.
E usciamo.
Dopo diverse ore, girate tra musei, chiese e monumenti.
" ci fermiamo a mangiare?" Chiede Gionata.
" no, prendi qualcosa al volo, ora dobbiamo andare a vedere il Louvre."
" si capo."
Corriamo per tutte le vie di Parigi.
La sera sfiniti, torniamo in hotel, dove ci addormentiamo di colpo.
Quando alle 23:30 veniamo svegliati da Adam che ci chiama.
" oh piccioncini." Dice Adam.
" stavamo dormendo." Dico.
" non andate a fare la coppietta innamorata sotto la torre?"
" vuoi andare?" Mi chiede Gionata.
Sorrido.
" andiamo dai." Dice.

Arrivati sotto la torre.
" ferma le nostre vite, lasciale in pausa qui, per sempre." Dice lui.
" non può essere vero, è un sogno."
Mi abbraccia da dietro, mentre mi bacia sul collo.
" grazie Gionata."
"  Martina, scusa."
" scusa?"
" si scusa."
" per cosa?"
" per non esserci sempre."
" tranquillo, lo capisco, è il tuo lavoro."
Sorride, mi bacia.

Il giorno seguente.
" dobbiamo proprio andarcene ?" Dico.
" si."
" volevo stare qua per tutta la vita." Dico.
Sorride.

Arrivati in aeroporto, arrivati ai controlli, fermano Adam.
Cazzo.
" chi è con lui? Ditecelo prima che controlliamo i biglietti." Dice l'agente.
Gionata mi da uno spintone e mi dice " vai veloce.".
Loro rimangono lì, mentre io piano piano, guardandomi dietro loro mi allontano.
Vado al Gate con la speranza che ritornino.
Non arrivano.
Aprono il gate, ma non arrivano.
Guardo il telefono e poi penso " cazzo, non posso chiamare."
Rimango ferma lì.
Mentre la gente piano piano sale sull'aereo.
Mi metto alla fine della coda.
Salgo su l'aereo, mi siedo.
Ho posti vuoti vicino a me, inizio ad andare nel panico.
Quando vedo Gionata salire di corsa sul aereo e venire verso di me.
" che succede?"
" niente, un controllo stupido." Dice lui sorridendo.
Subito dopo arrivano gli altri.
Faccio un respiro di sollievo.
Chiedo gli occhi mente decolla.
E in poco tempo l'aereo atterra.

Gionata mi porta a casa, entro vedo mia madre li, seduta che mi fissa.
" dove sei stata?"
" sono.."
" me l'ha detto Beatrice."
" scus.."
" tu non lo devi più vedere quel ragazzo."
" mamma.."
" tu non puoi più vederlo, credimi, se scopro che lo hai visto o gli hai scritto, ti rispedisco da tuo padre, giuro."
" non puoi, mamma non puoi."
" non posso? Credimi, posso e come."
Corro in camera, chiudo la porta inizio a piangere.
Piango fino ad addormentarmi.

La mattina seguente.
" allora? Cosa hai deciso di fare?" Mi chiede mia madre.
" cosa?"
" decidi o lasci perdere il ragazzo o vai da tuo padre."
" non puoi farmi fare una scelta simile."
" decidi, veloce."
" lascio stare il ragazzo, non voglio andare da papà."
" bene."
E se ne va.
Per tutto il giorno non ho più scritto a Gionata e lui neanche.
Rimango delusa.
Scendo in sala e mi butto sul divano.
" inizia a fare i compiti delle vacanze, invece di poltrire sempre." Dice
" non li ho." Dico
" vedi di fare bene quest'anno scolastico che io non ce la faccio più." Dice, aggiungendo " portami al lavoro."
Non rispondo.
Prendo la macchina e porto mia madre al lavoro.
Appena arriviamo, vedo la macchina di Gionata.
Mia madre scoppia a ridere.
Mi si gela il sangue.
Scendo dalla macchina.
Gionata in quel momento esce dalla porta.

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