Capitolo 65.

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Apro il pacchetto.
Rimango a fissare il contenuto per qualche secondo, prendo in mano il telefono e scrivo a Gionata.
IO: sappi che il sacchetto  finisce nel cestino, non lo apro, sono stufa di questi giochini.
GIONATA❤️: Martina.. dai, leggi la lettera.
IO: ti ho dato tempo per parlare e non l'hai fatto. Troppo tardi.

Rimango a fissare il soffitto per ancora diversi minuti, quando decido di accedere il televisore.
Inizio a prendere sonno...
*driiiin *
Mi sveglio improvvisamente, mi guardo intorno e penso sia tutto frutto della mia immaginazione...
*driiin*
Scendo dal letto e rassicurata dal fatto che non sono pazza, vado ad aprire il portone.
Mentre prendo le chiavi per aprire mi cade l'occhio sull'orologio, sono le 05:45
Apro, mi trovo difronte Gionata.
Lo fisso per un attimo e decido di farlo entrare.
" Martina..." Dice lui.
" non dire niente." Rispondo, mentre mi dirigo in camera.
Rimane in silenzio e mi segue nella mia stanza.
"Dove sei stato?" Chiedo guardandolo quasi schifata dalla condizione in cui è.
"A casa." Dice lui
"Ci credo poco sai?" Dico sdraiandomi nel letto.
Lui fa lo stesso.
" marti ascoltami..." Dice girandosi verso di me.
" ora non ho voglia Gio, ho sonno, ne riparliamo domani." Dico poco prima di cadere in un sonno profondo.

Il pomeriggio seguente.
Mi sveglio all'improvviso, mi giro di colpo e trovo il letto vuoto.
Rimango nel letto ancora un po'.
Guardo sul comodino, alla ricerca del mio telefono, ma noto la mancanza del pacchetto.
Gionata se lo è ripreso.
Esco dalla stanza e trovo Gionata sul divano che guarda la tv.
" non volevo svegliarti quindi sono venuto qua, comunque buongiorno." Dice notando la mia presenza.
" perché ti sei ripreso il pacchetto?" Chiedo.
" tanto hai detto che non lo volevi aprire." Dice lui guardandosi i piedi.
" Gionata..." Dico io.
" voglio parlarti Martina, cazzo, voglio parlarti." Dice alzandosi in piedi.
" dimmi." Dico quasi svogliatamente.
" come posso parlarti, se ti comporti sempre così. Come se non ti importasse mai di nulla." Dice.
" parla." Rispondo ignorando ciò che mi ha appena fatto notare.
" Martina, quello che è successo ad Amsterdam è stato tutto un fraintendimento." Dice.
Scoppio a ridere , per poi aggiungere: " che belle scuse che ti inventi."
" senti Martina, ieri pensavi che fossi andato a fare festa, ma no, sono stato a casa tutto il tempo e sono stato male tutta la notte per te."
Mi siedo sul divano senza dagli una risposta.
" vedi... non te ne frega un cazzo di ciò che dico." Dice tirando un calcio a un cuscino per terra.
" perché mi hai detto che non puoi..." Rispondo.
" perché volevo risolvere delle cose prima." Mi dice lui sedendosi affianco a me.
" cioè?" Chiedo.
" con te, abbiamo tante cose in sospeso... non mi va di dirti che ti amo solo perché vuoi sentirtelo dire."
" chiaro, ho capito... tu non mi ami più." Dico asciugandomi una lacrima.
"No, non hai capito nulla. Io ti amo, anche più di prima. Ma voglio dimostrartelo, non mi basta dirtelo a parole, voglio che tu ti senta amata. Cosa che non sono mai riuscito a farti provare." Dice passandosi una mano fra i capelli.
Sorrido.
" Gionata, se non mi sentivo amata a quest'ora non ero qui." Dico prendendo la sua mano destra e mettendola sulla mia coscia.
" ho il pensiero fisso che ogni cosa che io faccia non sia abbastanza per una come te." Dice fissandomi con il dispiacere scritto negli occhi.
" hei Gionata..." Dico abbracciandolo.
Mi abbraccia più forte.
" sbaglio sempre tutto." Dice prendendosi fra le mani    il volto.
Inizio a fissare il vuoto e improvvisamente mi ritrovo nel mio letto.
Non ci posso credere, era tutto un SOGNO.
Guardo il telefono, sono le 12:34
GIONATA❤️: mi sono rotto il cazzo, ciao.
Sorrido per non scoppiare a piangere.
decido di chiamare Paola.
-pronto?- risponde lei
-pao
-dimmi
-dopo il lavoro ti va di venire con me in un locale?
-perché no! Dai allora mi porto dietro le cose
-yess

Rimango nel letto fino a che mi resta possibile, poi mi alzo, mi preparo e mi dirigo al lavoro.
Le ore lavorative passano in fretta, fortunatamente direi.
Prima di chiudere il locale, Paola ed io ci cambiamo e ci trucchiamo velocemente.

" dove vuoi andare ?" Mi chiede.
" tranquilla, lo so io." Rispondo sorridendo.
Ci mettiamo in macchina e dopo diversi minuti arriviamo.
Scendiamo dall'auto e andiamo all'entrata del locale.
" prego prego." Dice il buttafuori spingendoci nella sala di sotto.
" non bisogna pagare?" Mi chiede Paola.
" shhhh." Dico ridendo.
Entriamo.
C'è sempre un sacco di gente come sempre, andiamo verso il bancone del bar.
Ordiniamo da bere e ci sediamo in un tavolino lì vicino.
Quando una voce urla: " tutti di sopra ad ascoltare Sfera."
Sorrido e prendendo Paola per mano corriamo su.
Piano piano riusciamo ad arrivare sotto il palco presente nella sala al piano superiore.
Quando Gionata inizia a cantare.
Dopo un paio di canzoni, vedo Charlie avvicinarsi a Gionata e indicandomi inizia a parlare.
Rimango impassibile.
"Vieni." Dico a Paola, mentre mi allontano dal palco.
Torniamo nella sala sotto, praticamente vuota.
Prendiamo da bere e torniamo al tavolino.
" Martina." Urla Izi avvicinandosi.
" hei." Dico salutandolo con un bacio sulla guancia.
Sorride per poi andarsene via.
Quando all'improvviso Gionata entra nella sala facendo un rumore pazzesco con la porta.
Attirando l'attenzione di tutti i presenti.
Mi giro dall'altra parte con la speranza che non mi veda.
" eccoti qua." Dice Gionata sedendosi affianco a me.
" sei sudato, vai a cambiarti." Rispondo freddamente.
"Dopo, ora devo fare due chiacchiere con te."
" io penso proprio di no."
" come no, allora perché sei venuta ?"
" per uscire un po' con Paola."
"E con tutti i locali sei venuta proprio in questo."
" si."
" smettila, vieni." Dice prendendomi per mano.
" no." Dico freddamente.
Rimane qualche secondo difronte a me a fissarmi.
"Martina, fottiti." Urla per poi andarsene.

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