Capitolo 71.

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Apro la porta.
Gionata entra e inizia a parlare talmente veloce che non prende neanche il respiro.
" Gionataaa." Urlo.
" si?"
" andiamo a casa!" Gli dico freddamente.
" vado a pagare." Dice uscendo dalla stanza, avendo capito che ero incazzata nera.
Prendo il borsone che aveva preparato Gionata e lo raggiungo nella hall.
" hei." Dice il ragazzo conosciuto ieri.
" ciao" Rispondo non prestando troppo attenzione, perché sono troppo concentrata a fissare Gionata da lontano.
" te ne vai ? Di già?" Mi chiede lui.
" si." Dico allontanandomi.
" aspetta posso avere il tuo numero?" Mi chiede con un tono di voce piuttosto alto.
Gionata si gira verso di noi.
Imbarazzata rispondo al ragazzo: " si."
" NO." Urla Gionata dal bancone della reception.
Mi avvicino al ragazzo e gli do il mio numero.
" ci sentiamo allora." Dice lui sorridendo.
" si." Dico per poi raggiungere Gionata.
Dopo aver fatto tutto, ringraziato e salutato il personale, saliamo in macchina.
Stiamo in silenzio per qualche minuto, rimango a fissare il finestrino, quando inizio a piangere.
" hei... che c'è?" Mi chiede.
" vaffaculo Gionata." Rispondo.
" ah io, io vaffanculo? Io? Tu hai appena dato il tuo numero a un tizio davanti a me!" Urla arrabbiandosi.
" dove cazzo sei stato sta notte?" Domando.
" sono andato a fare una cosa ." Risponde lui.
" cosa?" Chiedo.
" una cosa."
Non rispondo, rimango a fissare fuori dal finestrino.
Prendo il telefono in mano.
E scrivo un messaggio a Charlie.
IO: hei, scusa se ti disturbo, hai visto Gionata?
CHARLIE: no è da quando sono andato via da casa sua che non l'ho più visto.
IO: okay, grazie.

" dove sei stato Gionata?" Domando incazzata più che mai.
Lui sbuffa e non risponde.
" portami a casa!" Urlo.
" hai la macchina da me." Risponde lui facendo un mezzo sorriso.
" non importa. Portami subito a casa."

Arrivo a casa, entro dalla porta.
" Adam!" Lo chiamo senza ricevere risposta.
Entro in camera sua e zero, vuota.
Provo a chiamarlo al cellulare.
Parte subito la segreteria.
Mi siedo sul divano e rimango a fissare il pavimento preoccupata più che mai.
Provo a richiamare Adam per altre 18 volte.
Accendo la televisione e provo a distrarmi.

*driiin*
Il campanello suona.
Con la speranza che sia Adam vado ad aprire alla porta.
" che ci fai qui?" Chiedo.
" ti ho portato la macchina." Risponde dandomi le chiavi in mano.
" potevo venire a prenderla." Dico.
" ti costa tanto dirmi grazie? E comunque devo dirti una cosa."
" no Gio, non ho voglia ora sono preoccupata per Adam non mi risponde, non mi va di litigare con te." Rispondo chiudendo la porta.
" aspetta! Proprio di lui ti devo parlare." Dice entrando di prepotenza in casa.
" cosa?" Dico.
Gionata si siede sul divano.
" vieni."
Faccio ciò che dice.
" ieri ho raggiunto Adam, doveva parlarmi."
" e cosa ti ha detto?" Domando curiosa e scettica.
" che era sotto processo e che non ti aveva detto niente perché non voleva che ti immischiassi in questa storia, sono stato tutta la sera con lui e poi sta mattina l'ho accompagnato in carcere, ci deve rimanere per un po', però non preoccuparti ci sono io con te." Mi dice Gionata cercando di essere più leggero possibile nel dirmelo.
" cosa? Mi stai prendendo in giro? Perché non me l'ha detto? Perché è in carcere? Quanto ci deve stare?" Inizio a riempirlo di domande.
"Calma! Per spaccio a quanto pare un ragazzo a cui aveva venduto qualcosa è morto e sono risaliti a lui. Non voleva che tu sapessi niente, perché altrimenti avrebbero iniziato a controllare anche te e saresti entrata in questa storia."
" non è possibile. no, non è possibile." Dico incredula
" hei..." Dice abbracciandomi.
" Gionata per quanto tempo? Chiedo.
" non si sa ancora, dipende tutto dalla prossima sentenza."
Rimango in silenzio per qualche minuto.
" quando posso vederlo?" Chiedo.
" non lo so. Ci farà sapere" Dice Gionata.
Abbraccio Gionata.
" ora come faccio? Perché deve sempre fare queste stronzate? Non posso mantenere la casa, non guadagno così tanti soldi !" Dico alzandomi di colpo dal divano.
" ci sono io, ho promesso ad Adam di prendermi cura di te." Dice lui.
" puoi andare?" Chiedo gentilmente.
" via? Perché?" Risponde lui.
" si. Ho bisogno di stare sola, vattene." Dico chiudendomi in camera.

Rimango chiusa in camera per due giorni.
Non mi sono presentata al lavoro.
È martedì mattina.
Esco dalla camera per andare in bagno e dopo essere uscita decido di andare in cucina a prendere del cibo visto le 48 ore di digiuno.
Appena apro la porta che divide il corridoio dalla sala mi trovo Gionata sul divano.
" che ci fai qui?" Domando.
"Non mi sono mosso, cioè in realtà si, sono andato in studio e a casa a cambiarmi, però ho dormito qua e sono sempre stato qua." Mi dice sorridendo
" pazzo, vai a casa." Rispondo freddamente
" come stai?" Mi chiede.
" bene."
Gionata mi abbraccia.
" smettila Gionata."
" come posso vederti così? Parla! A cosa stai pensando ?" Chiede urlando.
" penso che te ne devi andare!" Urlo.
" non me ne vado." Ribatte lui.
" fai quel che ti pare" Dico prendendo del cibo una bottiglia d'acqua e tornando in camera chiudendo tutte le porte.

Ormai è già sera.
^toc toc^
Gionata entra nella stanza.
" ancora qui?" Chiedo quasi seccata.
" ti ho detto che non me ne vado!" Risponde lui.
" vieni." Dico facendogli spazio nel letto.
" grazie." Dice lui.
" solo perché mi fai pena" Dico freddamente.
" io comunque ho ordinato due pizze, ne vuoi una ?" Dice facendomi il solletico.
" non toccarmi." Rispondo.
Gionata si sposta un po' da me e mi ripete la domanda.
Annuisco e scoppio a piangere.
" pensavo, pensavo che Adam era cambiato, invece mi ha sempre mentito e tu lo sapevi!" Dico.
" non sapevo nulla, lo sai che con Adam non ho più avuto un grand rapporto."
" si.. ma io che faccio ora? Sono dinuovo sola. Io e Adam abbiamo fatto una scelta, me ne sono andata da casa per la nostra scelta, ho smesso di andare a scuola..."
" ci sono io cazzo." Dice Gionata urlando.

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