Capitolo 6

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Il viaggio verso casa era lungo per tutti. 
Le strade di Londra erano piene di gente ma Liam non notava nessuno in particolare, i suoi genitori erano molto contenti di riaverlo a casa finalmente, e anche lui era contento di tornare alla sua vecchia stanza, ordinata e silenziosa. 
Guardò il cellulare e pensò ai suoi compagni, erano tutti in viaggio verso la loro vecchia vita. 
Si erano messi d’accordo che quando sarebbero finalmente arrivati a casa avrebbero mandato un messaggio agli altri per far saper loro che stavano bene. 
Lui fra tutti era quello che abitava più vicino, un paio di ore bastavano per rivedere volti amici e famigliari. 
Era in viaggio da quasi un’ora quando gli arrivò un messaggio di Harry. 
“Sono arrivato a destinazione sano e salvo!” Recitava il messaggio, Liam sorrise poi ripose il cellulare in tasca. 
Quando arrivò a casa, trovò i suoi famigliari ad attenderlo e la cosa lo rese molto felice, dopo diversi abbracci e baci mandò il messaggio ai suoi compagni. 
“Casa finalmente.” Scrisse velocemente e inviò. 
Louis era seduto in mezzo al sedile posteriore, da quando avevano lasciato Londra lui e sua madre non avevano fatto altro che parlare di X-Factor, di Harry, dei ragazzi, di Harry, delle sue sorelle e ancora un po’ di Harry. 
Il suo cellulare vibrò, lo guardò poi sorrise. Era Harry. 
“Sono a casa finalmente! Mi manchi.” Louis sorrise poi ripose il cellulare in tasca. 
Dopo pochi secondi lo sentì vibrare un’altra volta. 
“Ti voglio bene.” Tre semplici parole che per lui erano fondamentali. 
“Anch’io Hazza!” rispose prima di riporre il cellulare nella tasca. 
Riprese a parlare tranquillamente con sua madre del più e del meno, ma si sentiva comunque meglio sapendo che il più piccolo era al sicuro a casa. 
Ogni tanto si portava la sciarpa di Harry al viso per sentirne l’odore, gli sembrava quasi che fosse lì accanto a lui. 
Dopo un po’ arrivò anche il messaggio di Liam, anche lui era al sicura a casa. 
Il viaggio continuò tranquillo e in poco tempo era anche lui arrivato a destinazione, non ebbe neanche il tempo di scendere dalla macchina che le sue sorelle lo avvolsero in un abbraccio soffocante, le strinse felice di rivederle. 
“Sono a casa. Non sono sicuro che sopravvivrò a tutti questi abbracci.” Inviò il messaggio a Liam, Niall e Zayn. 
“Hey, sono a casa finalmente. Le mie sorelle mi hanno quasi soffocato ma per il resto sto bene. Non vedo l’ora di poter tornare a giocare con i tuoi ricci.” Inviò il messaggio a Harry poi si concentrò sulla sua famiglia. 
Zayn e Niall erano ancora lontani da casa quando arrivarono loro i messaggi degli altri tre. 
Zayn aveva parlato un po’ con i suoi genitori informandosi sulle condizioni delle sue sorelle poi si era addormentato, stanco dopo la nottata passata fuori. 
Non si svegliò neanche quando gli arrivarono i messaggi degli altri, li lesse una volta arrivato a casa. 
“Sono arrivato.” Scrisse velocemente prima di scendere dalla macchina e abbracciare le sue sorelle. 
Quando Niall lesse il messaggio di Zayn sorrise, erano tutti a casa con le loro famiglie mentre lui aveva ancora molte ore di viaggio da fare, ma non gli importava era comunque contento per loro. 
Durante il viaggio si addormentò per poi risvegliarsi sul traghetto che portava dall’Inghilterra all’Irlanda, quando arrivarono Niall, si sentì finalmente a casa. Impiegarono pochissimo tempo ad arrivare da Dublino fino a Mullingar, una volta che finalmente arrivarono a casa Niall prese il cellulare e mandò due messaggi. 
“Dopo un tempo infinito sono finalmente a casa. Mi mancate ragazzi, vorrei poter essere più vicino. Vi voglio bene.” Inviò il primo messaggio. 
“Spero di ritornare presto. Mi sento strano senza di te qui a farmi compagnia.” Inviò il messaggio a Liam poi raggiunse la sua famiglia. 
Erano tutti arrivati a destinazione sani e salvi, durante i loro viaggi si erano tutti annoiati in maniera incredibile, l’ultima volta che avevano fatto quelle strade era stato insieme, e l’atmosfera era molto diversa. 
I primi giorni a casa furono molto divertenti, non erano più abituati alle loro vecchie camere e al riavere intorno fratelli, sorelle e parenti vari. 
Liam si sentiva strano ogni volta che metteva piede nella sua vecchia camera, c’era troppo silenzio in quella stanza, troppo ordine. 
Anche se il dividere la stanza con gli altri lo aveva fatto impazzire perché non avevano la minima cognizione di ciò che voleva dire ordine e silenzio, gli mancava il trambusto che facevano ad ogni ora del giorno e della notte, i vestiti buttati negli angoli più remoti della stanza, carte e confezioni di cibo sotto i letti, tutto quello a cui si era abituato. 
Piano piano era passata una settimana dal loro rientro a casa, tutti si stavano godendo un meritato riposo, si svegliavano quando volevano, andavano a dormire quando volevano e soprattutto mangiavano ad orari decenti, cose salutari e non più biscotti al cioccolato. 
Niall e Liam si mandavano i continuazione messaggi per sapere come stavano, e la stessa cosa facevano Harry e Louis, anche Zayn si era fatto sentire spesso. Ma tutti erano consapevoli che non era la stessa cosa. 
Una sera, dopo quasi due settimane dal loro rientro Liam si ritrovò a sfogliare il blocco da disegno che Zayn gli aveva regalato prima della separazione, molti di quei disegni li aveva già visti ma per lui era confortante guardarli e vederci dentro una parte di Zayn. 
Arrivò alle ultime pagine e rivide i suoi due disegni, nonostante l’amico gli avesse detto che erano finiti notò che erano diversi, più precisi e marcati dell’ultima volta in cui li aveva visti. 
Girò pagina e vide un altro disegno, erano lui e Niall abbracciati che sorridevano felici; ricordò quando era successo quel fatto, era stata una sera prima della finale, si erano riuniti nella camera dei tre ragazzi e avevano cominciato a scherzare e a ridere, Niall aveva detto qualcosa di terribilmente dolce e lui non aveva resistito dall’abbracciarlo. 
Voltò pagina e vi trovò l’immagine di Harry e Louis che scherzavano sdraiati sul letto, aveva visto quella scena mille volte almeno, quei due erano sempre attaccati l’uno all’altro neanche avessero una calamita. 
L’immagine successiva invece lo colpì molto, era lui insieme a Danielle. Cercò di ricordare in quale occasione si fossero incrociati, poi gli venne in mente. 
Era una mattina alle prove, Danielle si era avvicinata a lui e avevano cominciato a parlare del più e del, meno fino a quando non erano dovuti tornare a lavoro. 
Ricordava bene che in quella occasione si era ritrovato a pensare che fosse molto bella e che gli sarebbe piaciuto avere una possibilità con una ragazza del genere. 
Voltò pagina e ritrovò un altro disegno, era lui che durante una prova si era messo a sedere, aveva le gambe distese su un'altra sedia, lo sguardo perso in chissà quale pensiero. 
Liam prese il cellulare e cercò il numero di Zayn. 
“Ho visto i tuoi ultimi disegni. Sono bellissimi.” Inviò, non si aspettava una risposta. 
Pensò a cosa stesse facendo il moro in quel momento, probabilmente era in giro con i suoi vecchi amici o in qualche sala giochi; sbuffò prima di riporre il blocco da disegno sul letto accanto a lui. 
Sentì vibrare il cellulare, sicuramente era Niall che gli raccontava dell’ultima che aveva combinato con i suoi amici. 
“Grazie. Dove sei?” il ragazzo lesse poi scosse la testa. 
“A casa, dove dovrei essere? Tu?” inviò il messaggio poi prese a rigirarsi il cellulare in mano nervosamente. 
“Pure, non avevo voglia di uscire stasera.” Lesse la risposta poi sentì il cellulare vibrare insistentemente. 
Era una chiamata da Zayn. 
-Pronto.- rispose. 
-Hey che combini?- sentire la voce di Zayn dopo tutto quel tempo lo rese immensamente felice. 
-Niente di particolare. Tu che stavi facendo?- chiese sdraiandosi, si mise un braccio dietro la testa. 
-Scarabocchiavo. Mi annoio qui.- si lamentò il moro che era seduto alla sua scrivania, il nuovo album da disegno aperto davanti a lui. 
-A chi lo dici. È strano stare senza di te- ammise, poi si corresse –senza di voi.- 
-Ho raccontato a mia madre che mi davi lezioni di ballo e lei non mi ha voluto credere.- scherzò Zayn, aveva preso a disegnare distrattamente sul foglio bianco. 
-Gli hai mostrato quello che ti ho insegnato?- ricordava quei pomeriggi in sala prove, quando insieme a Zayn avevano provato diversi passi, a lui piaceva molto ballare, mentre Zayn si vergognava moltissimo. 
-No, i miei parenti mi prenderebbero in giro.- si difese, sentì Liam dall’altra parte ridere e anche lui sorrise. -Prima o poi lo dovrai fare. Sei bravo.- Liam si mise su un fianco, non riusciva proprio a trovare una posizione comoda. 
-Si, ma non da solo.- si era sempre vergognato da morire, non si reputava essere un bravo ballerino, e anche se a X-Factor ci aveva provato era comunque molto insicuro. 
-Va bene, lo faremo insieme allora.- lo tranquillizzò Liam. 
Continuarono a parlare per più di un’ora, si raccontarono gli avvenimenti delle ultime settimane. 
Poi a Liam venne in mente il disegno di lui con Danielle. 
-Zayn, perché hai disegnato me e Danielle?- chiese, si passò nervosamente una mano tra i capelli. 
Il moro dall’altra parte smise di disegnare. Si era completamente dimenticato di quel disegno. 
-Io beh..- cominciò, si diede dello stupido perché si era ripromesso di strappare quella pagina, ma lo aveva dimenticato. 
-Così, vi ho visti insieme e vi ho disegnato. Non è niente di importante.- minimizzò sperando che Liam facesse cadere qui il discorso. 
Ricordava quel giorno, aveva visto lo sguardo di Liam cambiare. 
Gli piaceva Danielle e anche parecchio, e la cosa infastidiva Zayn. 
Era una bella ragazza, anche simpatica. Ma Liam non era adatto a lei, e lei non era adatta a Liam. 
-Okay. Sai la sera della festa mi si è avvicinata, ma io non le ho dato molto conto.- il moro dall’altra parte del telefono sorrise. 
-Mi sento uno stupido. Voglio dire, mi piace e non so come comportarmi con lei.- continuò Liam mettendosi a sedere sul letto. 
Il sorriso di Zayn si spense appena sentì quelle parole, aveva sperato di essersi sbagliato ma invece aveva avuto ragione. 
-Zayn ci sei?- chiese l’altro dopo un po’. 
-Si scusa, mi ero distratto.- mentì prima di continuare –Beh se ti piace perché non ci provi con lei, alla fine credo che tu possa avere una possibilità con lei.- la dura verità, come si poteva dire di no a Liam. Era perfetto. 
-Tu dici?- perfetto, ma terribilmente insicuro. 
-Si, credo di si.- affermò Zayn, avrebbe voluto mordersi la lingua. Non riusciva a dirgli di rimanerle lontano, non voleva ferirlo. 
Liam sentì bussare alla porta, poi sua madre fece capolinea. 
-E’ pronta la cena.- lo informò, Liam annuì poi riprese a parlare con l’amico. 
-Beh io devo andare, ci sentiamo presto Zayn.- il moro annuì, come se Liam potesse vederlo. 
-Va bene. Divertiti e goditi la sua pace.- scherzò, il più piccolo rise. 
-Ora come ora vorrei avervi intorno, mi mancano le vostre discussioni e tutto il rumore che facevate.- ammise alzandosi. 
-Lo sapeva io, che non potevi stare senza di me.- scherzò Zayn, il più piccolo alzò lo sguardo appena sentì quella risposta. 
Qualcosa in quella frase lo aveva colpito, forse il tono di Zayn o il modo in cui scherzava. O forse più semplicemente il fatto che fosse la verità. 
Un paio di giorni prima, si era svegliato alle sette del mattino preoccupato perché doveva svegliarlo per andare alle prove, poi si era reso conto che era solo uno stupido sogno, che Zayn non divideva più la stanza con lui, e che ormai era lontano. Questa consapevolezza lo aveva parecchio rattristato, aveva pensato di mandargli un messaggio ma si era trattenuto. 
-Sai l’altro giorno ti ho sognato. A dire il vero ho sognato che ti dovevo svegliare perché eravamo in ritardo per le prove.- gli raccontò velocemente, sentì sua madre che lo chiamava ma non le rispose. 
-Buffo, ho fatto lo stesso sogno anche io. Però ero io a dover svegliare te.- Zayn sorrise raccontando quell’aneddoto, avrebbe voluto mandargli un messaggio e dirgli che gli mancava, ma non l’aveva fatto. 
Non si riusciva a spiegare cosa lo bloccasse, avrebbe voluto dirgli mille volte almeno in quelle due settimana che gli mancava terribilmente, ma non ne aveva mai avuto il coraggio. 
Forse perché pensava che non fosse la stessa cosa per Liam, o forse perché era consapevole che quel ragazzo significava troppo per lui e la cosa lo spaventava. 
-Tu svegliare me? Impossibile.- scherzò Liam. 
-Perché impossibile?- chiese Zayn incuriosito dal suo tono. 
-Perché prima ci vuole qualcuno che butti te giù dal letto.- ricordò tutte le volte che aveva fatto una fatica immensa per svegliarlo, aveva il sonno così pesante che era un’impresa titanica fargli aprire gli occhi. 
-Zayn è pronto a tavola.- una delle sorella lo chiamò, il moro sbuffò sonoramente. 
-Anche io devo andare, mi cercano.- Zayn si alzò e guardò la scritta che aveva fatto. 
Un nome, quattro lettere. Liam. 
-Ci sentiamo presto allora.- disse il più piccolo, aprendo la porta della sua stanza. 
-Va bene, non divertirti troppo.- scherzò Zayn. Liam lo salutò calorosamente. 
-Mi manchi.- sussurrò il moro alla cornetta, peccato che l’altro avesse messo giù. 
Zayn riagganciò poi si guardò allo specchio e si diede dell’idiota, perché non riusciva a dirglielo. 
Era semplice, erano solo due parole “Mi manchi”, ma non riusciva proprio a farlo. 
La prima settimana di lontananza fu difficili da sopportare per Louis e Harry, erano così abituati alla costante presenza dell’altro che si cercavano in continuazione. 
Una mattina Harry si svegliò di soprassalto e si rigirò nel letto alla ricerca di un abbraccio confortante, quello di Louis possibilmente, ma lui non era al suo fianco e non poteva stringerlo. 
Prese il cellulare e scrisse velocemente un messaggio, non gli importava che fossero le sette del mattino, aveva una cosa importante da dire e non avrebbe aspettato. 
“Mi sono appena svegliato e tu non c’eri. I miei ricci soffrono di nostalgia, non c’è nessuno che giochi con loro.” Gli sembrava la cosa più stupida che avesse mai scritto ma la inviò lo stesso, poi tornò a dormire. 
Quando il cellulare sul comodino vibrò Louis era nel bel mezzo di un sogno, si voltò sbuffando e lo afferrò. 
Lesse il mittente e sorrise, aprì il messaggio e il sorriso sul suo viso si allargò ancora di più. 
In quel momento prese una decisione, si alzò e si vestì velocemente poi uscì di casa dicendo a sua madre di non preoccuparsi per lui e che sarebbe tornato presto. 
La stazione degli autobus non era molto lontano da casa sua, ed in un paio di ore si ritrovò a destinazione. Chiese qualche indicazione in giro fino a quando non si ritrovò di fronte a casa del riccio. 
Suonò alla porta e quando il riccio aprì rimase sbalordito. 
-Che ci fai qua?- chiese buttandosi tra le sua braccia. 
-Il mio migliore amico aveva bisogno di me, e io sono qui.- rispose semplicemente stringendolo. 
I due ragazzi entrarono in casa velocemente poi Harry lo portò in cucina dove stava facendo colazione insieme ai suoi genitori. 
-Louis che ci fai qui?- chiese la madre di Harry, il ragazzo sorrise imbarazzato. 
Non era da lui piombare in casa della gente alle 9 del mattino, di una domenica mattina, ma quel messaggio aveva fatto nascere in lui un’immensa voglia di riabbracciare il più piccolo. 
-Sono venuto a trovarvi, spero di non disturbare.- disse, la donna si alzò sorridendo e lo abbracciò poi gli fece segno di sedersi a fare colazione con loro. 
-Sei il benvenuto Louis, ci fa piacere che tu sia qua.- rispose la donna guardando prima il ragazzo poi suo figlio che si scambiarono uno sguardo complice. 
Si mise a sedere e fece colazione con loro, era affamato e neanche se n’era accorto. 
Quando tutti ebbero finito, i due ragazzi aiutarono la donna a sparecchiare e si offrirono di lavare i piatti, mentre gli adulti lasciavano loro casa libera. 
-Tu non sei normale.- affermò Harry sciacquando un piatto, era incredibile quel ragazzo. 
Incredibile, era l’unica parola che conosceva per descriverlo. 
-Questo già lo sapevi. Allora che si fa oggi? Sono a tua completa disposizione.- scherzò asciugando il piatto che il riccio gli aveva passato. 
-Quello che vuoi.- sorrise Harry. 
Quando ebbero finito si misero a giocare ai videogiochi e passarono così la mattinata, verso l’ora di pranzo Harry preparò qualcosa da sgranocchiare, i suoi genitori erano usciti e non sarebbero tornati fino a sera. 
-Devi assolutamente imparare a cucinare.- disse Harry guardando il più grande che si era offerto di apparecchiare, Louis si voltò e scosse la testa. 
-Non succederà mai. Non mi vedrai mai cucinare.- affermò, il riccio scosse la testa poi tornò alla sua occupazione. 
Dopo pranzo decisero di vedere un film, scelse Harry. The Notebook, uno dei suoi preferiti. 
-Ti prego, dimmi che dopo non vuoi vedere Bambi.- scherzò Louis. Harry gli diede una botta prima di accoccolarsi tra le sue braccia. 
Per tutta la durata del film Louis lo strinse forte e cercò di consolarlo, non riusciva a capire, per quale strano e assurdo motivo il riccio continuasse a guardare quel film anche se piangeva ogni volta. 
Quando arrivò la fine sentì Harry stringerlo più forte e sorrise, era così dolce che avrebbe voluto poterlo coccolare per tutto il resto della sua vita. 
Quella notte Louis dormì a casa di Harry, dormirono insieme abbracciati come quando erano alla casa di X-Factor. 
La mattina seguente quando il riccio aprì gli occhi, la prima cosa che vide fu Louis che dormiva beatamente, sorrise e si strinse a lui, era il più bel risveglio da quando era ritornato a casa. 
In men che non si dica era arrivato gennaio, e dopo la prima settimana i ragazzi vennero riconvocati a Londra dai produttori di X-Factor, il tour sarebbe partito da lì a poco e avevano le prova da fare. 
Quando tutti e cinque i ragazzi arrivarono a Londra la prima cosa che fecero fu abbracciarsi, non si vedevano ormai da secoli e nonostante tutti erano mancati l’uno all’altro. 
-Niall.- Liam lo strinse in un grande abbraccio, senza dargli il tempo di dire niente. 
-Hey ragazzi.- Louis li salutò prima di stringere Zayn e Harry in un abbraccio soffocante, si sentivano decisamente tutti meglio adesso che erano di nuovo insieme. 
Fra tutti sicuramente il più felice era Niall, in quel mese lontano, nonostante fosse circondato dai suoi vecchi amici si era sentito tremendamente vuote senza gli altri quattro. 
Erano di nuovo uniti pronti per dare il massimo.

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