Fa freddo. Cerco di nascondermi tra le coperte del dormitorio cercando di scappare da quella sensazione orribile. La mia pelle è freddissima e rovinata da numerosi brividi che la rendono increspata. Allo stesso tempo sudo, sudo freddo e scopro di avere paura. Mi sveglio di soprassalto, è buio e ci sono solo io. Mi guardo intorno e non c'è niente. Non ci sono i miei amici. Dov'è jimin, V, Jin? Dove sono tutti?
E tutto buio e ci sono io in piedi, sono stanco ma non riesco a muovermi ed ecco che mi torna alla mente il momento del dolore. Tre anni, sono passati già tre anni, tre anni che bastano per dimenticare altri tre anni.
Il periodo in cui facevo da trainee in questa squallida casa discografica coreana.
Davanti a me vedo l'uomo da cui tutto è iniziato. Sento le sue parole nelle orecchie, sento il disagio, la paura, l'ansia che provavo in quei momenti. Poi la depressione, le lesioni che mi sono fatto sia dentro che fuori, la sensazione di perdita, la bile, i graffi, le pillole. Lui si avvicina e lo prego di andare via. Poi ho sonno, tanto sonno, voglio solo dormire, basta ballare, la musica non viene più fuori, non scrivo più testi. Ho paura. È la fine? Poi mi sveglio.Sono sudato nel mio dormitorio. Un incubo, come sempre. Mi volto a guardare i miei compagni. Tutti li stesi, dormienti nel loro mondo incantato.
Tranne uno."Un altro incubo hyung?" La sua voce impastata a causa del sonno.
"Già. Non smettono. " rispondo flebile e rassegnato.
Non mi risponde ma si alza, venendo verso il mio letto. Barcolla. Si vede che è stremato.
Si accuccia alla base del letto, sa che odio quando qualcuno mi si avvicina troppo.
Allunga la mano piccola verso i miei capelli e inizia a spostarli. Mi rilasso all'istante. Lo fa sempre, ogni volta che mi sveglio sudato. Ormai non gli chiedo nemmeno di smettere perché so che non ascolterebbe. Però il suo tocco mi calma, rilasso i muscoli e anche il mio cuore smette di battere forte. Non mi ero accorto di quanto fossi spaventato finché non mi ha accarezzato e la paura si è limitata, circoscritta dentro il mio petto. Non andrà mai via il dolore, ma in qualche modo le carezze lo leniscono."Non sei costretto Jimin. Torna a letto. Dormirò ugualmente" provo a biascicare.
Non mi risponde, continua ad accarezzare i miei capelli biondi, dall'alto verso il basso. Odio quando vengo toccato, soprattutto dai ragazzi, ma con lui in qualche modo lo accetto.
Quelle carezze mi ricordano la mia infanzia, quando con calma mia madre mi accarezzava il viso, quando mi sbucciavo un ginocchio.Sotto quei gesti affettuosi vado di nuovo nel sonno, non curante del fatto che domani Jimin non potrà quasi muoversi. Dormirà al mio fianco, per terra, pur di vedermi sereno. Pur di farmi smettere di soffrire.
Si annullerebbe per me, e la cosa mi fa impazzire.
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Un amore al profumo di fragola {yoonmin}
FanfictionUn idol tormentato dal suo passato. Sacrifici impossibili pur di arrivare al traguardo. Una condizione per rimanere sul podio dei migliori. La sopportazione del dolore e nulla per lenirlo. E poi infine, il sentimento verso qualcuno che non si sareb...