Mi vuoi ancora?

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Glielo avevo promesso infondo. Lo sapeva che cosa gli avrei potuto fare eppure lo ha accettato senza fiatare. Appena le mie labbra hanno aggredito le sue, la sua volontà è crollata, come una casa di cartone, senza vergogna stava aprendo le gambe per me, mi faceva quasi vomitare. Quell'eccitazione maledetta mi perforava lo stomaco e nonostante lo amassi disperatamente quella facilità mi faceva tremare. Stava con un altro ma  nulla lo poteva fermare. Era solo quello che voleva, un cazzo tra le sue cosce. E io ancora più ributtante di lui non vedevo l'ora di darglielo. Lo avrei accontentato con violenza perchè sia io che lui meritavamo solo questo, usarci, soffrire, per poi tornare, usarci ancora e soffrire di più, per poi tornare ancora al punto di partenza con il cuore con una crepa in più e un nuovo solco sulla guancia per una lacrima troppo più dolorosa delle altre.

I suoi pantaloni caddero prima dei miei e iniziò a toccarsi come se avesse fretta di finire.

Mi spogliai anche io e lo voltai senza amore, ne delicatezza. Non lo dilatai ne lo feci abituare. Entrai dentro di lui con velocità, senza pensare all'urlo di dolore che aveva emesso.

"So che ti piace così." Ansiamavo al suo orecchio e lui non negava. Continuava a gemere come se stesse ricevendo un regalo. Ma il mio non lo era. Lo volevo punire per aver fatto sentire così altre persone all'infuori di me. Doveva soffrire perchè qualcuno aveva sentito così bene la sua intimità. Doveva essere ferito per il modo in cui aveva regalato qualcosa che di diritto non gli apparteneva più. Quando qualcuno ama, e viene amato perde ogni diritto su se stesso. Io ero il nuovo possessore di quei diritti e lui concedendosi ad un altro li aveva violati, uno ad uno. Non potevo perdonarlo. Eppure non lo avevo mai amato così tanto.

Gli morsi una spalla così forte e sentii il sapore del suo sangue. Per una volta non mi fece schifo, lo leccai e lo morsi ancora, Lo ferii in modo che i miei segni sarebbero rimasti, lui li avrebbe visti quando avesse spogliato il mio Jimin e avrebbe sofferto pensando che quello che credeva suo in realtà non gli era mai appartenuto. Spinsi dentro di lui come se fosse una questione di vita o di morte, come se ogni suo nuovo ansimo facesse parte di una collana interminabile, intorno al mio collo. Non poteva staccarsi, volevo sentirlo ancora.

Le sue pareti interne stringevano segno che stava per venire. Uscii fuori e lui si lamentò, lo feci voltare in modo da guardarlo dritto negli occhi. Mi appoggiai su di lui con furia, intento a volerlo prendere ancora più violentemente, ma poi.. lo guardai negli occhi, e lui guardò me.

Era nudo, magrissimo, fragile, improvvisamente timido e inoffensivo, così delicato. I sui occhi impauriti mi imploravano di non fargli nulla.

"Non guardarmi così.." ringhiai sulla sua faccia e i suoi occhi si spalancarono di più. Gli afferrai il collo stringendolo e sentii il liquido rosso imperlarmi le dita. I miei morsi lo stavano facendo sanguinare ancora.

"Non puoi pretendere che io ti fotta, abbandonandoti subito dopo, non puoi pretendere che io ti colpisca che ti ferisca, che ti giudichi.. se continui a guardarmi così." all'inizio la mia voce era un urlo di rabbia, ma senza che potessi evitarlo si trasformò in una preghiera. Di nuovo, ero io succube e lui carnefice. Neanche nel momento più passionale riuscivo a vederlo come un oggetto. La verità era che il mio Jimin era la cosa più bella che potessi desiderare e non volevo possederlo così senza che nessuno mi garantisse che sarebbe stato mio.. Non potevo rinunciare a tutto quello, non potevo smettere di volerlo così tanto.

"Jimin.. ti prego.. se hai un po'  di pietà in me.. Non guardarmi come se fossi importante, non guardarmi anche ora come se fossi la cosa più bella che tu abbia mai visto.. non guardarmi come se valessi qualcosa.." la mia voce tremava come una foglia e prima che lui potesse dire qualcosa appoggiai la fronte sul suo petto sentendo quel meraviglioso profumo di fragola, chiusi gli occhi piu forte che potevo e rientrai il lui cominciand a spingere finchè le ossa non mi fecero male, finchè il mio corpo non chiese pietà. Ma in quel momento sapevo di stare punendo solo me stesso, mi stavo facendo del male stando con la persona che amavo e sputando su quel sentimento.

"Yoongi.. Hyung.. Perdonami.." D'avanti al suo tono così sottomesso il mio cuore non resse e cominciai a frignare come una ragazzina. Le lacrime gli bagnarono il petto e io non mi mossi, continuai a spingere e dopo l'orgasmo che colpì solo me improvvisamente continuai a rimanere in lui. Quella sensazione avvolgente era più di quello che potessi desiderare..

"Hyung.. perchè non mi hai più voluto.. perchè mi hai gettato via?"

"Sta zitto Jimin.. ti prego.." contonuai a piangere su di lui mentre le sue mani passavano tra i miei capelli. Lasciai che mi abracciasse aspettando soltanto il momento in cui mi avesse cacciato.

"So di averti perso, ok? Ma ti prego lasciami qui ancora un po'." sentii silenzio ma il suo petto sconquassava. Stava singhiozzando in silenzio. Piangeva ma non emetteva suoni.

Perchè ci stavamo facendo quello.

Dopo ore passate così ci spostammo in camera, camminammo nudi guardandoci. Mi vergognavo ma non ci pensai. Guardai lui e lui guardò me e sembrava essere tornati all'eden, quando le persone felici potevano muoversi così senza inibizione e il mondo era un prato fiorito privo di cattiveria, dove le persone si amavano e basta.

In quella stanza mi sentii isolato, come se potessimo veramente essere un noi, all'infuori dei problemi.

Ci sedemmo uno di fronte all'altro sul letto, lui mi guardava, mi accarezzava, come se avesse paura di rompermi. Il suo orecchino a forma di piuma si muoveva dolcemente al ritmo del suo capo. Gli sfiorai le labbra con il pollice.

"Mi lascerai dopo stanotte?" chiesi ancora con gli occhi arrossati e il respiro pesante.

Abbassò lo sguardo osservandosi le gambe incrociate. Poi dopo un minuto interminabile i suoi occhi erano nei miei e quell'intensità mi fece venire i brividi..

"Yoongi.. Basterebbe una sola tua parola per farmi tornare da te.. ma tu hai preferito pensare che io fossi una puttanella, che io fossi andato a letto con Min-ho, invece di pensare che magari io avessi solo bisogno di una spalla piu resistente su cui piangere. Hai sempre pensato che io avessi rinunciato a te. Ti dirò un segreto, Hyung.. Nn ho mai rinunciato a te.. a noi. Mai lo farò."

Lo ascoltai scettico, non gli credevo. Forse perchè avrebe voluto significare che io ero un idiota e che lui era ancora una volta troppo per me.

"Noon ti credo.."

"Invece si, non lo vuoi ammettere ma mi credi. Min-ho non mi ha nemmeno mai toccato e quel bacio che hai visto me lo ha dato perchè sapeva che ti avebbe fatto soffrire, In realtà credo di non piacergli nemmeno tanto.."

"Sciocchezze. E' impossibile che tu non piaccia. Tu sei perfetto."

Rise e quell'espressione mi scaldò il cuore. Ne avevo così bisogno.

"Sai che non è così.. Min-ho mi ha detto che se avesse dovuto scegliere io non sarei stato nemmeno la sua prima scelta.. diciamo che abbiam gusti simili io e lui.. Avrebbe fatto carte false per te."

Jimin rise della situazione e della mia faccia confusa.

"CHe cazzo dici Jimin?"

"Ancora Hyung? Ora cerco di essere chiaro. Io e Min- ho non stiamo insieme, quel bacio era finto. Nessuno mi ha piu toccato dopo di te, nessuno che non sia una costumista o una truccatrice, ma devo ammettere che e stato bello vederti soffrire un po."

Il mio cuore Battè velocemente per un solo attimo per poi fermarsi e ripartire tutto insieme.

Non ... non era stato di nessuno.

Gli saltai al collo riempiendolo di baci. Stavo impazzendo. Una parte di me restava incerta ma.. nn potevo in alcun modo non cedere alla perversa sensazione di meritarmi ciò che stavo avendo. Mi sentii meschino e presuntuoso, sapevo che avrebbe meritato di meglio.. eppure lo presi di nuovo, stavolta baciandolo, senza morsi, senza urla, anzi, con carezze e sussurri. Sapevo di stare sbagliando ma in ualche modo gli occhi di Jimin mi fecero cadere nella bugia che forse anche io meritavo di essere felice.

Un amore al profumo di fragola  {yoonmin}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora