il dolore per la separazione da Jimin arrivò dopo qualche giorno, pesante e ingestibie come una tempesta su un isola abbandonata da Dio. All'inizio mi sentivo confuso, poi iniziai a percepire nell'aria un profondo e intenso odore di solitudine a cui non ero ancora abituato. L'aria non profumava più di fragola, ma aveva un intenso odore maschile, il mio. C'ero solo io nonostante fossimo in sette. Era come se non sentissi nessun altra presenza accanto a me, solo ombre vuote che mi sfioravano e mi parlavano ma io non le sentivo, come fantasmi, che cercavano di portarmi ad essere come loro, felici, di qualsiasi cosa accadesse. Ma io non ero felice, eppure continuavo a tenere Jimin a distanza nonostante l'ultima volta fosse totalmente impazzito. Ogni tanto la mia mano cadeva tra i suoi capelli durante una coreografia o casualmente gli sfioravo un braccio quando dovevo passargli accanto. Cercavo inconsciamente di cercare un piccolo contatto, un piccolo filo di connessione tra noi e nonostante fossi convinto di non dover mai piu avvicinarmi a lui sfruttavo ogni situazione, ogni piccola possibilità di passare le mie mani su parti del suo corpo, qualsiasi esse fossero. La mia pelle bruciava per ogni contatto ma lo mascheravo fingendo di essere sbadato o semplicemente distratto.
Non c'era bisogno di toccargli i capelli ne di sfiorargli un fianco per spostarlo da dove si era fermato in piedi inerme, ma non c'era bisogno nemmeno di guardarlo di nascosto, di fissarlo mentre si spogliava in dormitorio e nemmeno mentre i truccatori gli sfioravano la pelle perfetta e lui chiudeva gli occhi rilassato. Sapevo che non li avrebbe riaperti e approfittavo di guardarlo fingendo indifferenza, cercando di non farmi notare. Ormai la mia relazione con lui aveva perso ogni contatto divenendo essa stessa inesistente ma io continuavo a viverla di nascosto, a comporla di sguardi nascosti e tocchi fugaci. Mi bastava quello. Passarono giorni così. Lui apparentemente si era rassegnato alla mia perdita anche se parlando con Tae sapevo che non era propriamente così.
Un pomeriggio come tanti altri dovevamo fare le prove per un concerto. Eravamo in sala, tutto procedeva tranquillo finchè un ragazzo, che non avevo mai visto entrò per osservarci. Rimanevo sempre profondamente infastidito quando capitava siccome sembrava che volessero guardare degli animali in gabbia in uno zoo, rimanevano li senza fiatare a guardarci. Mi sentivo un animale da laboratorio. Il ragazzo non avrà avuto pu di 25 anni ed era decisamente bello. Bello sembrava anche riduttivo. Era alto, con un fisico prestante, e il viso squadrato e perfetto. I capelli erano biondi, ordinati e gelatinati. Sembrava un uomo d'affari. Il nostro manager disse che era un nuovo arrivato alla casa discografica molto promettente. Stava osservando ogni gruppo della BigHit per fare esperienza. Non mi piacque per niente. Sentivo una strana sensazione, fastidio rabbia, forse invidia per quel corpo prestante a differenza del mio gracile e pallido.
Si chiamava Kim Min-ho. Odiai già quel nome dalla prima volta che si presentò. Non avevo idea da cosa venisse scaturito il mio fastidio. Era una sensazione, una vibrazione dentro di pericolo, un istinto primordiale.
Dopo le dovute presentazioni notai il modo in cui quell'uomo ci guardasse. Era affascinato, meravigliato.
MI si avvicinò appena rimanemmo soli, ossia noi sette con lui.
"Hai una pelle meravigliosa sai?" e il suo tono era gentile, ma il complimento mi imbarazzò comunque, infastidendomi.
"Grazie" risposi secco allontanandomi da quel sorriso falso e ridicolo che mi stava facendo. Continui ad allenarmi non perdendolo di vista. Si avvicinò anche a Jimin appena si fermò per riposarsi un attimo. Jimin lo guardava sorridendo e capii che gli stava facendo dei complimenti. Jimin mise una mano d'avanti alla bocca per non far notare una risata imbarazzata e le sue gote si colorarono di un meraviglioso rosso porpora molto simile a quello delle sue labbra.
Lo vedevo allegro, tranquillo come non era più stato. Era un totale shock vedere sparito ogni traccia del Jimin in lacrime che era stato qualche giorno prima. Ora con quell'uomo sembrava affettuoso, felice. E la cosa doveva tranquillizzarmi. Dopo giorni in cui lo vedevo triste, solo e depresso ora sorrideva, ma non sorrideva guardando me.
Mi sentii ancora più unamerda ma pensai che avessi voluto che quell'uomo sparisse. Lo sentivo dentro, una sensazione orrbile, ero convinto che me lo avrebbe portato via. Nonostante avessi sempre pensato di volere solo il meglio per Jimin ora invece sentivo che avrei preferito vederlo piangere per me che essere felice con qalcun altro. Mi sentivo meschino e mi veniva da vomitare ma non accettavo il fatto che potesse vivere senza di me. Perchè io non ero in grado di vivere senza di lui.
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Un amore al profumo di fragola {yoonmin}
FanfictionUn idol tormentato dal suo passato. Sacrifici impossibili pur di arrivare al traguardo. Una condizione per rimanere sul podio dei migliori. La sopportazione del dolore e nulla per lenirlo. E poi infine, il sentimento verso qualcuno che non si sareb...