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Stamattina mi sono svegliata stranamente tranquilla. Del sogno che ho fatto di notte me ne ricordo dopo, e so che quando mi sono riaddormentata ho avuto un sonno vuoto e sereno. Ho letto un libro e ho aiutato mia madre a fare il pranzo. Devo saper cucinare, secondo i miei, che poi mi sposo e devo far mangiare mio marito.

«Sei silenziosa, Ale. È per il sogno di questa notte? Ne vuoi parlare?» mi dice mentre pesa la pasta da calare. Io taglio il pane a fette e lo metto nel cestino.

All'inizio penso che non è una buona idea, perchè essendo religiosa mia madre prende i sogni e i simboli molto seriamente. Poi penso che sfogarmi può solo farmi bene, che le cose che tengo dentro mi fanno male.

Le racconto del sogno, della scogliera e del vento, che mi sentivo bene e stavo per buttarmi giù, in mare. Le dico che ho avuto una reazione esagerata e sorrido, ma lei ha un'espressione seria.

Mia madre è ferma nelle sue convinzioni ed è d'accordo con mio padre sulla strada che devo proseguire. Però con Linda riesco ad avere un briciolo di dialogo, non mi punisce se dico qualcosa di sbagliato. È amorevole e poche volte l'ho vista arrabbiarsi. «Quando ti sei confessata l'ultima volta, tesoro?»

Ci penso su. «Circa un mese fa, penso»

La sua espressione si addolcisce e si porta una ciocca di capelli dorati dietro l'orecchio. È una vita che tinge i capelli di biondo anche se mio padre non è d'accordo, lei non riesce a vedersi con i capelli scuri come i miei. Si appoggia al tavolo della cucina e annuisce. «Il tuo animo ha peccato ed è debole alle tentazioni. Basta che ti confessi.»

Taglia i pomodorini a piccoli pezzetti e li versa nella padella. Quello che mi dice non è affatto nuovo, anzi. Ma non capisco cosa c'entri con il sogno.

«Secondo me era solo un sogno, ma'. L'abbiamo preso troppo seriamente»

«Quello che hai sognato non è altro che la provocazione del demonio. Gesù viene indotto in tentazione durante i quaranta giorni nel deserto, Alexandra, e il diavolo gli dice che potrà buttarsi e che gli angeli lo prenderanno, che non deve temere. Tu hai resistito, durante il sogno?» posa il suo sguardo grave su di me.

«Certo. Non mi sono mica buttata»

Lei mi sorride sollevata. «Vedi? Gesù è con te. Domani ci andiamo a confessare e chiedi tu stessa a Padre Guido perchè fai sogni brutti. Prega di più prima di andare a dormire e vedrai che dormirai tranquilla.»

Sono inquieta, ma le sorrido continuando a tagliare il pane. Ci sono dentro fino al collo nella religione, è normale fare questi sogni. Il diavolo non c'entra proprio niente.

Quando mio padre torna a casa per il pranzo, a tavola la prima cosa di cui si discute è il mio sogno. Mia madre glielo racconta brevemente, facendogli presente l'ultima volta che mi sono confessata, e lui mi guarda accusatorio.

Non dice le sue riflessioni, annuisce di tanto in tanto e poi cambia discorso senza rivolgermi mai la parola, come se fossi colpevole.
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Nel pomeriggio quando lascio casa sono tutti già usciti. Adesso provo un briciolo di libertà. Corro veloce sulla bici, il terreno è in discesa e non tocco i pedali, girano da soli veloci e tenendomi forte al manubrio abbasso la testa per avere meno attrito con l'aria.
Il vento forte mi smuove i capelli e mi colpisce forte in faccia, scendo velocissima e sorrido, semplicemente libera.

Finita la discesa riprendo di nuovo i pedali e mi avvicino al marciapiede. La brezza marina è forte ed è come se sentissi il sale nei polmoni inspirando a fondo. Pedalo con tutte le mie forze e in uno slancio sono quasi alla fine del molo. Rallento frenando bruscamente, quasi cadendo, e scendo dalla bici posandola accanto il motorino bianco.

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