Capitolo 6

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Raissa

L'unica cosa che riesco a vedere è la sua possente schiena, ho tanta voglia di toccarlo, ma non posso desiderare il mio rapitore, ma è anche il mio compagno, ma non devo desiderarlo, non posso, insomma, mi devo dare una calmata, farò finta di provare disgusto, magari si rassegnerà sapendo che non mi piace, certo farò così <<Padrone, mi lasci, domani non riuscirò a compiere i miei doveri se sarò troppo stanca>> cerco di dissuaderlo, ma lui sembra camminare ancora più veloce, si ferma davanti ad una porta di legno, quando penso che finalmente i miei piedi toccheranno terra sento che apre la porta con un possente calcio, le sue mani si chiudono sui miei fianchi e mi getta sul letto, un urletto involontario esce dalla mia bocca, si leva camicia di cotone e tutte le protezioni che servono in combattimento restando a torso nudo, con addosso dei miseri pantaloni di pelle <<C-che stai facendo?>> cerco di rimanere calma, ma è impossibile con lui mezzo nudo, cerco di non guardarlo, ma i miei occhi traditori si fissano sul suo petto, è pieno di tatuaggi, il braccio destro ne è ricoperto, sul pettorale sinistro è raffigurato un sole, mentre in quello destro una luna, quelli sul braccio e sul lato destro dello stomaco sono come delle linee che si intrecciano "Voglio tracciare con le dita ogni singolo tatuaggio, seguirne i contorni, baciare le cicatrici che ha sul petto" Alt! Non devo pensare a queste cose, forse soffro di sindrome di Stoccolma, si, deve essere così "E' il tuo compagno, nessuna sindrome" compagno e rapitore cara coscienza, non riesco a staccare gli occhi da lui, i capelli sono lunghi, segno di dure battaglie, tra loro funziona così, se i capelli sono lunghi significa che il guerriero non ha mai perso una battaglia, così come la barba, se invece sono tagliati è segno che il guerriero ha subito una sconfitta, i suoi non sono eccessivamente lunghi ma penso sia per questione di comodità, so bene le leggende sulla sua forza e sul suo potere. Lo guardo ammaliata dimenticandomi di essere seduta sul suo letto <<Ti piace ciò che vedi?>> lo disse con voce roca e sensuale, come se fosse un invito a toccarlo, assolutamente no! Come ti viene in mente, ricorda i tuoi propositi Raissa, devo fare una faccia schifata <<Ho visto di meglio a dire la verità>> il mio tono è di puro disgusto, adesso lascerà perdere ed io potrò rifugiarmi nel mio piccolo stanzino come la codarda che sto dimostrando di essere, invece sembra alquanto infuriato, si avvicina a me come un predatore "Mantieni la faccia disgustata, ne va del tuo onore, non puoi fargli vedere che lo desideri" mi getta sul letto torreggiando su di me, abbassa il viso fino al mio orecchio

 Lo guardo ammaliata dimenticandomi di essere seduta sul suo letto <<Ti piace ciò che vedi?>> lo disse con voce roca e sensuale, come se fosse un invito a toccarlo, assolutamente no! Come ti viene in mente, ricorda i tuoi propositi Raissa, devo fa...

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<<Non ci credo neanche un po', ti sento tremare ad ogni mio singolo tocco>> spalanco gli occhi terrorizzata <<Non è vero, tremo perché sento freddo, questa toga non riscalda molto>> "Raccontalo a qualcun altro Raissa" oggi la mia coscienza è contro di me, prendo coraggio e poso le mie mani sul suo petto, per un singolo secondo dimentico di doverlo respingere e mi godo quella sensazione meravigliosa, quest'attimo di distrazione mi costa caro, perché lui prende la mia mano e se la porta alle labbra, baciando ogni mio singolo dito, la sua bocca arriva a baciare il palmo della mia mano, sussulto al dolore, le abrasioni sulle mani non sono ancora guarite <<Come ti sei procurata questi tagli?>> lo guardo sconvolta, si sta forse preoccupando per me? Oppure è solo un trucco e appena gli dirò il motivo riderà di me? <<Lavando il pavimento della sala grande, i prodotti hanno corroso la pelle facendo spuntare questi tagli>> nei suoi occhi passa un lampo di rabbia, il suo volto diventa cupo <<Impossibile, i prodotti sono creati con delle erbe profumate, non dovrebbero far male alla pelle, chi ti ha dato il secchio?>> deglutisco a vuoto <<Laura>> il suo volto diventa ancora più cupo, mette una mano dietro la mia schiena e mi solleva dal letto rimettendomi a terra, un gemito di dolore esce dalle mie labbra, mi ero completamente dimenticata dei lividi sulla schiena, la scopa di Laura non perdona, ma ora lei non c'è più <<Cos'hai?>> lo guardo davvero sorpresa, non riesco a credere che si stia preoccupando per me, sembra un altra persona rispetto a due giorni fa <<Niente>> cerco di togliere della polvere dalla toga, tutto pur di non guardarlo negli occhi, non contento mi prende nuovamente dalla schiena attirandomi a lui, non posso trattenere un altro gemito di dolore <<Spogliati>> faccio cenno di no con la testa, un ringhio esce dalle sue labbra, mi prende dalle spalle girandomi completamente, strappa la toga con facilità impressionante, ringrazio la Dea Luna che l'abbia strappata prima di scoprire il sedere <<Chi ti ha fatto questo?>> si stava certamente riferendo ai lividi <<Rispondi!>> sussulto terrorizzata, è ritornato quello di sempre <<Laura>> ringhia frustrato <<Non le avevo detto di trattarti così! Vorrei ucciderla con le mie mani adesso>> non capendo la natura di quelle parole mi avvicino di più a lui <<Padrone?>> lui mi guarda impassibile, voglio tentare, voglio chiedergli di lasciarmi libera <<Vorrei tornare a casa mia>> il suo volto rivela preoccupazione e rabbia <<No! Assolutamente no!>> non voglio mollare <<Avete molte serve qui, io non vi servo, perché non mi lasciate libera?>> dico seguendolo per la stanza <<Perché ti voglio qui, stupida ragazzina!>> si gira infuriato prendendomi dal viso e baciandomi possessivo, indietreggio per la troppa furia, mi tiene dalle spalle stando attento alla mia schiena, lo colpisco invano, batto i pugni sulle sue spalle ma non si stacca da me, cedo al contatto inebriandomi del suo sapore, seguo il suo ritmo aggressivo fino a perdere completamente il respiro, si stacca da me ansimando <<Vai!>> urla, notando che non mi muovo di un millimetro urla ancora più forte <<Vai via di qui! Non ti voglio più vedere!>> cedo alle lacrime fin'ora trattenute correndo verso la porta, la spalanco fuggendo via, non mi fermo neanche quando oltrepasso il mio stanzino, corro fin dentro la foresta, corro fino a quando le gambe cedono, cado su una pozzanghera piena di fango, con la vista ancora appannata dalle lacrime cerco di individuare la mia posizione <<Dove mi trovo?>> ho corso davvero così a lungo? Mi alzo barcollando, faccio un giro su me stessa sperando di riconoscere il posto, ma è tutto nuove per me.

Mi sono persa. 

Angolo me:

Ehilà gente!  Varro che cosa mi combini ah? Sei da prendere a schiaffi. 

Lasciate le stelline e buona letura ;) 

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