5 - Richard

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Ho cambiato il nome dell'amica di lavoro da Emily a Becky!

Arrivo sotto l'hotel in cui alloggia.
Entro e mi dirigo verso la reception.

«Salve, benvenuta nel Park Hyatt Hotel, come posso esserle utile?» Mi chiede il portinaio.

«Salve, sono l'assistente del signor Gray.»

«Ah, certo, la stava aspettando. Alloggia nella camera 869. Il facchino la porterà nella stanza.»

«Ok, grazie mille.» Gli rispondo con un'aria un po' perplessa.

Il facchino mi porta nella camera e quando si aprono le porte dell'ascensore mi dice: «Prego.»

Non vedo nessuno e osservo curiosa quella che è la camera del mio capo.

Noto subito sotto i miei piedi un marmo nero lucido molto elegante e che ha nel mezzo un cornice di marmo di color oro. Avanzo lentamente della stanza e vedo che ha una bellissima vetrata che copre l'intero muro rivolto verso l'esterno. Sul soffitto c'è un grande lampadario di cristallo che riflette la luce proveniente dall'estero, da New York.

Spingendo lo sguardo oltre il salone, arredato da un tavolo di vetro e con sedie di pelle imbottite, c'è una cucina collegata senza nessun muro divisorio e altre stanze che il mio occhio attento non riesce a scorgere.

Noto sulla mia sinistra una scala che probabilmente porta alla camera da letto. Mentre sulla destra noto due divani di color arancione scuro sormontati da uno specchio.

Mi rendo conto che ho tutti i capelli scompigliati e cerco con le dita di sistemarli il più possibile... quando sento una voce alle mie spalle, è quella di lui.

«Buonasera Elisa... mi vesto e arrivo. Va bene?»

Mi giro di scatto un po' imbarazzata e con grande stupore e piacere noto che non ha niente addosso se non un asciugamano che gli cade sui fianchi.

I capelli sciolti, senza la coda che aveva questa mattina, gli scendono sulle sue possenti spalle e i cuoi occhi verdi illuminati dal riflesso della luce. Nel suo corpo ancora scivolano le gocce dei suoi capelli bagnati che senza accorgermi le guardo intensamente scendere pian piano lungo il suo petto e i suoi addominali scolpiti e poi scomparire sotto l'asciugamano.

Quanto vorrei sfilarlo... No! Elisa, basta con questi pensieri. È il tuo capo.

«O-Ok.» Dico decisamente a disagio.

E lui molto distaccato si allontana dicendomi di poggiare le mie cose su uno dei divani e mettere i documenti sul tavolo.

Ma mentre lui si allontana non riesco a fare a meno di notare la sua schiena possente e attraverso l'asciugamano un rigonfiamento che non mi fa affatto dispiacere.

Poggio la mia roba sul divano e mi siedo al tavolo del salone. Dopo qualche minuto arriva lui con una maglia bianca di seta, con il colletto alla coreana e dei jeans blu strappati.

Si siede di fronte a me e gli chiedo: «Come mai sono dovuta venire senza preavviso?»

«Nel pomeriggio ho controllato il libro mastro ed ho notato che ci sono diverse imprecisioni nella contabilità dell'azienda.» Mi risponde Richard.

«Non ne ero a conoscenza, il libro mastro lo gestisce Becky. Dovresti chiedere a lei.»

«Domani vedrò cosa fare, ma dobbiamo risolvere il problema adesso quindi questa notte la passerai con me a sistemare questi documenti.» Mi spiega.

TOMORROW | SospesoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora