8 - Tomorrow

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Le porte dell'ascensore di colpo si aprono e noi due ci scostiamo velocemente l'uno dall'altro. Davanti a me vedo due ragazze che ci guardano disorientate. Sorpresa ed imbarazzata cerco di guardare in tutte le direzioni tranne che nella loro.

Cerco in tutti i modi di tenere un'espressione seria abbassando lo sguardo e guardando il pavimento, sentendo un calore avvampare per tutto il corpo. Quando sbircio Richard vedo che anche lui ha lo sguardo verso il basso ma per coprire il sorriso che ha nelle labbra. Sembriamo due ragazzini che si vergognano. Le due ragazze non dicono una parola per tutto il tempo.

Finalmente arriviamo al piano del mio appartamento, si aprono le porte e all'istante Richard mi prende per mano e mi scorta fuori, ha la mano calda. Mentre ci allontaniamo udiamo le risate soffocate delle due ragazze.

Lungo quel corridoio la tensione sale ancora di più, passo dopo passo. Lui non parla ed io nemmeno ma vedo in lontananza la porta del mio appartamento ed il cuore che accelera il suo battito. Cosa gli dico? Lo faccio entrare? Sbircio per un secondo lo sguardo di Richard e mi sta guardando... Oddio! Comincio a diventare rossa ma non riesco a smettere di guardarlo.

Arriviamo davanti la porta io sto per cacciare le chiavi quando lui mi dice: «Ei... - si morde il labbro - Ci vediamo domani sera alle nove di sera, sempre se vuoi.»

«C-certo, si.» Gli rispondo.

«Perfetto.» E mi da un bacio appassionato ma che dura pochi secondi.

«Buonanotte cucciola.» Mi dice, mi passa la sua mano sulla mia guancia, con il pollice scende sulle mie labbra e finire sul mento. Mi viene la pelle d'oca ed una scossa che mi passa per tutto il corpo.

«Buonanotte Richard Gray.» Lui mi fa un sorriso ed io entro di colpo nel mio appartamento lasciandolo sull'uscio della porta.

Chiusa la porta. È tutto buio nel mio appartamento, ci sono solo le luci della città che illuminano la stanza. Mi appoggio alla porta con la schiena e metto le mani davanti il mio viso, come per nascondermi da tutta quella vergogna, da tutto quello che sta accadendo.
Qualche ora prima ero una semplice ventitreenne che aveva mollato tutto per la carriera, esperienze, amori, amici e ora ho un'appuntamento con il signor Gray.

Faccio un sorriso, poi comincio a ridere.
Oggi è sabato e non lo vedrò fino a domani sera! Come farò!
Tutte quelle emozioni che provavo qualche momento prima cominciano a sgretolarsi fino a rimanere solo una, mi manca già da ora. Mi mordo il labbro, mi faccio forza e accendo le luci.

Passo la serata in bianco a ripensare alla bella serata per poi andare a dormire pensando a domani e aspettando impaziente la sorpresa di Richard.

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«L'attesa del piacere è in se stessa il piacere»
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Song: Alan Turing's Legacy - Alexandre Desplat

Mi sveglio mentre i raggi del sole riscaldano la mia pelle, il mio viso. Dolcemente apro le palpebre e i raggi del sole quasi mi accecano, passa qualche secondo e inizia ad arrivare il mal di testa, un mal di testa lancinante.

Prendo la restante porzione di cuscino e l'appoggio sull'altro lato del mio viso. Chiudo gli occhi cercando di dormire ancora, sperando che questo mal di testa scompaia... tiro un urlo pieno di rabbia e stanchezza allo stesso tempo. Mi alzo dal letto tutta dolorante e stordita, mi incammino scalza verso la cucina. Indosso solo una camicia bianca con il colletto sbottonato e sotto di essa nulla tranne il perizoma.

Arrivo in cucina barcollando, apro il frigorifero e prendo la bottiglia di latte. Appoggio il becco della bottiglia di plastica sulle mie labbra e comincio a bere. Bevo tutto il latte restante nella bottiglia è così fresco e dissetante e già mi sento meglio.
Mi dirigo verso il salone, mi sto per sedere quando...

«Perché i miei vestiti sono li per terra?» Domando a me stessa perplessa.

«RICHARD!» Esclamo ad alta voce! Tutto ad un tratto mi vengono i brividi in tutto il corpo.

Prendo i vestiti da terra e corro in camera, apro l'armadio e cerco disperatamente un vestito adatto per questa sera.
Ne provo pochi, una ventina di quelli eleganti ma nessuno di loro mi convince.
Decido di uscire di casa, prendo un jeans tra quelli che ho e cerco di metterlo con forza perché non entra il mio sedere. Finisco di vestirmi ed esco dal mio appartamento.

Cammino per le vie di NYC e vedo sulla destra il negozio di Victoria's Secret.
«Però un intimo nuovo... si.» Penso nella mia mente mentre mi mordo le labbra. Attraverso la strada e apro la porta del negozio.

Appena entro una commessa si avvicina a me e dice: «Salve, come posso esserla utile?»
Espongo le mie idee alla commessa e alla fine scelgo l'intimo da usare quella stessa sera per Richard.

Esco dal negozio con un'aria soddisfatta.
Mi incammino verso un negozio che vende abiti da sera con un'aria tutta soddisfatta per l'intimo che ho comprato.
«È il primo intimo di marca che compro per me stessa...» penso nella mia testa, ma ad un tratto mi fermo di colpo.
«Cosa sto facendo! Ho seriamente comprato un intimo per Richard? Perché l'ho fatto! Non è il mio ragazzo e non ci ho fatto nulla e sicuramente non si arriverà a vedermi nuda. Ora vado a farmi rimborsare l'acquisto. Anzi no, lo tengo però non lo indosso questa sera, lo userò per quando mi fidanzerò.»

Guardo le vetrine dei negozi, in alcuni entro per guardare se c'è qualcosa che mi ispira ma non trovo nulla. Sono molto indecisa finché non vedo un vestito. È di colore rosso, un tutt'uno che mi arriva fino alle ginocchia e fa risaltare le mie linee, lo provo e mi piace, molto. Guardo il prezzo, costa un po troppo però mi sta troppo bene, è un peccato lasciarlo qui. Decido alla fine di prenderlo e torno nel mio appartamento.

Passo tutto il pomeriggio a guardarmi film in tv. Arrivano le sette pomeridiane e vado a farmi una doccia per stare fresca e profumata per Richard. Più ci penso più sento dei brividi in tutto il corpo.
Finisco di farmi la doccia e mi vado a vestire. Prendo le buste con dentro le compere che avevo fatto per prendere il vestito e scorgo l'intimo di Victoria's Secret. Lo scarto dalla sua scatola, faccio scivolare l'accappatoio per il mio corpo fino a farlo poggiare per terra, sono tutta nuda e indosso l'intimo. Mi vedo allo specchio con il mio intimo di pizzo nero e com sfumature rosso vino stringermi la mia intimità ma allo stesso tempo farmi sentire libera.
Penso a Richard che mi tocca e... «Basta pensare a Richard!» Dico a me stessa.
Mi metto il vestito elegante e mi comincio a truccare.

Prendo il rossetto e suona il citofono.

«È RICHARD.»

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Scusate l'assenza. Mi perdonate?

Si nota la mano che ho dato in diversi mesi e umori? Hahah

Comunque se ci sono imprecisioni scrivetemeli qui sotto.

TOMORROW | SospesoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora