7 - Dinner

335 94 340
                                    

                              ****
«Una buona cena è molto importante per una buona conversazione. Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene se non si ha cenato bene.»
                             ****
Il cuore mi balza in gola! Percorro lentamente l'appartamento fino ad arrivare alla porta. Di cosa parleremo? La mia mente è di colpo impietrita. Cosa dovrei dirgli? Gli do del tu, del lei, lo chiamo per nome... mille domande in pochi secondi ma senza ottenere una risposta.

Apro la porta...

«Buonasera signorina Colter, sono l'autista del signor Gray la sta aspettando di sotto.» È un uomo in giacca e cravatta, molto possente e con i capelli a spazzola. Deglutisco.

«O-okay... prendo la borsa e arrivo.» Gli rispondo rientrando nell'appartamento e lasciandolo sull'uscio della porta.

Disinvolta e amareggiata di non aver visto Richard al posto dell'autista, mi precipito a prendere la mia borsa nera, e prima di uscire mi guardo allo specchio.

Indosso un tubino rosso e tacchi neri. Sono bella? È la prima volta che sono incerta sulla mia bellezza. Ho paura di non piacergli abbastanza. Mi faccio coraggio ed esco dall'appartamento. L'autista mi accompagna all'ascensore e ogni passo che faccio mi tremano sempre di più le gambe. La mia mente comincia a fantasticare sulla serata che mi aspetta. In questo momento l'unica cosa che voglio è che finisca il prima possibile l'attesa.

Arriviamo finalmente al piano terra, l'autista mi apre la porta in modo che io possa passare e vedo la portiera sinistra di un Suv nero con vetri oscurati aprirsi davanti a me. È Richard che esce dall'auto e chiude la portiera per poi avvicinarsi lentamente e con molta classe davanti a me e com dietro di lui il Suv.

Lo vedo rivolgermi un abbagliante, naturale e spontaneo sorriso. "Oddio." Penso appena lo vedo. In quel momento il cuore si ferma, mi manca il respiro. Cosa gli dico?

«Sei favolosa.» Mi dice e il cuore ricomincia a battere ma questa volta senza fermarsi un secondo. Mi mordo le labbra e arrossisco.

«Grazie Richard. Anche tu non stai male.» Mormoro.

Mi apre la portiera e sguscio dentro l'auto. Vedo lui girare dietro il Suv tenendosi con la mano destra la giacca mentre il suo autista gli apre la portiera per poi andare nel posto di guida.

Si chiude la portiera con un tonfo e mi ritrovo affianco a Richard, arrossisco, non so cosa dire.
Distolgo lo sguardo da lui e vedo New York dal finestrino.

«Scusami se ti ho dovuto aspettarti qui sotto ma Mason il mio autista nonché guardia del corpo ci teneva a farmi rimanere in auto.»

«Ah, okay.» Gli rispondo un po perplessa.

«Ti piace il pesce?»
Ecco una domanda per rompere il ghiaccio.

«Si perché?» Gli rispondo.

«Ti porto in un locale che ha il miglior pesce di New York, si chiama Da Carlos, ci sei mai stata?»

«No, mi sono trasferita da quando ho ottenuto il lavoro qui a New York.»

«Mmh» fa lui ambiguo. A cosa starà pensando?

L'auto si ferma. Siamo arrivati davanti al ristorante. L'autista scende dall'auto e apre la portiera Richard che poi lui a sua volta la apre a me.

Esco dall'auto e un po accecata dalla miriade di luci che circondano questo ristorante vedo la scritta DA CARLOS dipinta in cima all'entrata. Attraverso le grandi vetrate che riempiono la facciata del locale mi accorgo che ci sono molte persone all'interno del ristorante. La cosa mi mette molto a disagio e spero che il tavolo non sia vicino alle vetrate. Non mi piace che la gente mi veda mangiare.

TOMORROW | SospesoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora