Giradischi

2.1K 308 20
                                    

Amo le storie dinamiche, amo le storie che ti  catturano e ti costringono a leggere il capitolo successivo. Amo le storie in cui succedono tante cose e mi sono sempre impegnata affinchè i miei racconti rispecchiassero i miei gusti.
Dicembre Roma è diversa. Dicembre Roma non si evolve, cambiano i pensieri dei personaggi, cambiano i loro comportamenti nonostante la storia rimanga molto lineare e forse, per qualcuno, noiosa.
Sapevo fin dall'inizio che sarebbe stato così e va bene, per una volta non avevo voglia di raccontare ma di farvi soffermare su alcuni concetti e di farvi conoscere l'ennesima parte di me.
Mancano pochissimi capitoli alla fine (probabilmente 3). Questo perchè certe storie sono destinate a finire presto. Questo perchè, se Dicembre Roma vi ha lasciato qualcosa, l'ha fatto dal primo rigo e non ha bisogno di altre parole per farlo.
Grazie. sempre

Non vedo l'ora di farvi leggere un nuovo progetto con una persona e scrittrice fantastica, ne vedrete delle belle!


Vi lascio qui il link della canzone che ha ispirato questo capitolo nel caso qualcuno di voi volesse ascoltarla mentre legge
https://youtu.be/n-XQ26KePUQ

--

So darlin' save the last dance for me.





E così arrivò anche la primavera e portò con se tutti gli strascichi dell'inverno.
Arrivò con il cielo azzurro e il profumo di fiori, arrivò nella nostra casa che si colorò di mille sfumature.
Fu in occasione della nuova stagione che Mario decise di rivoluzionare l'appartamento per le classiche grandi pulizie che io, personalmente, non avevo mai fatto.
Ma contraddire un fantasma non era una buona idea per questo mi armai di tanta pazienza e, svegliato all'alba dal profumo di caffè, cominciai a riordinare e selezionare i vecchi ricordi nel ripostiglio per rimettere ordine.

Buttai via i miei vecchi vestiti da adolescente e dei telefoni di vecchia generazione che conservavo per ricordo.
Trovai un album di foto e, seduto per terra, cominciai a sfogliarlo.
Racchiudeva istanti della mia vita che avevo quasi rimosso.
In alcune foto mi soffermai a guardare la mia innocenza dell'infanzia, i miei occhi sempre verdi e il mio viso sporco di cioccolato.
Accarezzai le foto che mi ritraevano con mia nonna, quelle con mia mamma e le foto che mi ritraevano con il papà che non sentivo ormai da troppo tempo.
Ed erano solo ricordi confusi che la mia mente non riusciva a mettere a fuoco, che appartenevano alla mia vita per sentito dire ma che non riuscivo a percepire sulla mia pelle.
L'album terminò con una mia foto da ragazzino, potevo avere circa 22 anni. Stringevo una bottiglia di spumante, probabilmente era il mio compleanno. E da li in poi vuoto.
Non avevo ricordi di quel frammento di vita che andava dal 23 ai 30 anni.
Cosa avevo fatto in tutto quel tempo? Semplice. Mi ero perso.

Qualche volta succede che sei li, ti sembra di vivere la tua vita, e invece sei altrove.
Capita che ti perdi una sera, che perdi la ragione e non la vedi più tornare.
Capita di diventare quello che non saresti mai voluto essere, il miglior amico di te stesso e poi di guardarti allo specchio e non riconoscerti.
Capita di affacciarti alla finestra e vedere i giorni passare insieme ai mesi, le stagioni e gli anni e di rimanere li fermo nello stesso punto, con la vita che ti scorre accanto e tu che non riesci ad afferrarla.

Capitano tante cose, a me ne capitarono veramente molte. E così, all'alba dei miei 30 anni, mi risvegliai come da un sonno profondo e mi accorsi che avevo permesso alla mia vita di attraversarmi per troppo tempo senza prenderne il comando. E capii che era arrivato il momento di cambiare le cose.

Mario si avvicinò a me posando un grosso scatolone marrone: "Ho trovato questo, lo butto?" domandò asciugandosi il sudore sulla fronte.

"Si, getta via tutto." esclamai senza destare troppa attenzione al suo contenuto.

Dicembre RomaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora