Cap.13:

162 4 0
                                    

Ah, Santo cielo!
La caviglia mi fa male da morire.
Mi appoggio ad una panchina aspettando la circolare, dato che proprio non posso arrivare a casa a piedi.
Quando la circolare arriva, tutti i posti a sedere sono sfortunatamente occupati, e sono costretta a restare in piedi.
È una giornata abbastanza schifosa, come il solito diciamo.
"Pensa positivo", mi ripeto, ma pensando positivamente l'unica cosa che mi viene è "tranquilla, andrà peggio."
Già, perché chi è sfigata come me (e credo che sia impossibile che qualcuno mi assomigli nella mia sfiga) può solo pensarla così.
Ogni secondo speri che qualcosa possa cambiare, e difatti cambia... Ma in peggio.
Mi chiedo che cosa io possa aver fatto di male, ma non trovo risposta.
Tanti difetti, e sono capitati tutti a me.
Sono brutta, grassa, sfigata e depressa.
Mi sento uno schifo, non ho un briciolo di autostima, mi faccio sempre prendere dal panico e tante altre cose spiacevoli su di me.
Mi chiedo di che cosa possano essere orgogliosi i miei genitori su di me, sempre se lo sono.
Io non sono contenta di me stessa. Affatto.
Scendo dall'autobus di fretta contenta di potermi liberare dal pesante macigno che porto addosso in camera mia, ora.
Finalmente posso piangere.
Già, forse è questo il mio hobby: piangere e piangere sulle lacrime versate che non sono mai troppe.
Scusate mamma e papà, faccio schifo anche a me.

«PER QUEI MALEDETTI KILI DI TROPPO.»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora