Cap.8.

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La situazione va avanti da una settimana. Sto rimettendo sempre, al punto che non mi reggo più in piedi. Sono però riuscita a perdere 5 kili. Mi sono data un obiettivo: entro la fine del mese, tra due settimane, dovrò perdere altri 10 kili minimo.
Penso che riuscirò a raggiungere l'obiettivo, nonostante io odi questa situazione, dato che odio rimettere in generale. Ho notato che i jeans mi vanno un po' più larghi, chissà cosa diranno oggi in classe!!

Entro in classe con aria soddisfatta.
"Ora si crede superiore. Che poi il suo fisico fa ancora schifo. Se ha perso un kilo è anche tanto."
Dice Chassiti con voce da ochetta che è.
La guardo allibita. Io mi credo superiore? E lei, allora?! E poi addirittura mi da un solo kilo di meno? Non posso averlo sentito. Avanti, Margot, è solo un sogno. Tu sei nel letto di casa tua a dormire. Sì, sto solo dormendo.
"Se la tira sempre chi potrebbe tirare al massimo lo sciacquone."
Dice citando una frase da me già sentita.
IO ME LA TIRO?! MA CHE FARFUGLIA?!
"Che poi, quei jeans larghi quanto sono out raga?"
Chiede alle sue amichette, che ridono.
"Speri di dimagrire per diventare come me, eh? Mi spiace tesoro, ma non lo sarai mai."
Dice dandomi una forte pacca sulla spalla, che mi fa crollare per terra, essendo già abbastanza debole.
"Ora cade anche se la sfiori soltanto... figurati con un pugno!"
Dice un'amica di Chassiti facendo ridere tutti.
I passi della prof di ginnastica sono sempre più vicini.
"Sta arrivando!"
Urlano tutti, provocando uno scompiglio generale in classe.
Io intanto sono ancora per terra, e sento la testa che gira, e l'aria che manca, e la vita lontana.
La prof entra e sono tutti seduti, compresa me... che sono seduta per terra vicino al banco, ma pur sempre seduta!
"Buongiorno..."
Dice la prof scrutandoci.
"Tu. Cosa ci fai per terra?"
Aggiunge rivolgendosi a me con aria alterata.
Non rispondo, sentendomi un vuoto dentro, sentendo che non posso farcela ad alzarmi, ma neanche a parlare.
"TI ALZI O TI METTO UNA NOTA?!"
Urla poi.
Provo ad alzarmi, barcollando.
"Ne terrò conto, in consiglio. Ti pare normale fare la buffona di corte in classe?! Tutti buoni, lì seduti, e tu per terra. Volevi prenderti gioco di me?"
"No."
Rispondo debolmente.
"Sto solo poco bene, e..."
Non mi fa continuare la frase che riattacca dicendo:
"Non voglio spiegazioni, io quello che ho visto, affermo. Scendiamo giù in palestra."
Scendiamo come una mandria di buoi in cortile, mentre cerco di non dare a vedere la mia situazione.
"Ti sembra normale venire a fare educazione fisica coi jeans?"
Dice la prof.
"Avevo dimenticato, pensavo fosse teoria..."
Mi giustifico.
"NIENTE GIUSTIFICHE. Ora non fai educazione fisica. Anzi, la farai coi jeans."
Faccio un cenno svogliatamente.
Oramai prendo solo caffè la mattina, di tanto in tanto, senza neanche troppo zucchero, il ché lo rende amaro, non di certo come piace a me.
Prima facevo colazione con latte e caffè o spremuta, biscotti o cornetto. Una colazione da re, in confronto a quella di ora.

Gli esercizi fisici di oggi sono stati più duri del solito, col rischio di bucare i jeans. Per i 30 minuti che rimangono faremo pallavolo. Vado in una squadra qualunque ed entro in campo. Come tocco palla, puff...
Spazio autrice:
Che succede, che succedee, che succedeee? Lo scoprirete, nel prossimo capitolo però!
Un bacio.

«PER QUEI MALEDETTI KILI DI TROPPO.»Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora