"Dobbiamo parlare".
Ecco, due parole che riescono a farmi agitare, lasciando che un rossore comparva sul mio viso.
Avevo da poco finito di farmi la doccia, quindi, non era uno dei momenti migliori per parlare.
Luke entra nella mia stanza chiudendola, mentre io, nel mio accappatoio intenta a leggere, stento ad alzarmi dal mio letto.
-Buongiorno anche a te Luke- sbuffo, alzando gli occhi al cielo.
-Qualcuno si è svegliato male, a quanto pare...- Commento sorridendo, mentre le mie gambe non sembra vogliano muoversi.
-Oggi non sono in vena di scherzi, Abigail- dice serio lui, ma con un'espressione talmente dura in viso, che non riesco a rispondere.
Viene verso di me, camminando nei suoi stivaletti di pelle e i suoi skinny jeans neri come sempre.
Si siede sul mio materasso, guardandomi ancora negli occhi, come se aspettasse che gli dica qualcosa...ma cosa?
-Ieri sera- dice solo, facendo echeggiare il suono della sua voce nella stanza adesso silenziosa.
Io non rispondo.
So cosa è successo ieri sera.
Ho fatto solo quello che volevo fare.
-Luke...- Tento di iniziare il discorso, ma il mio tremolio e la mia agitazione mi distrae dall'intento.
-No Abigail, adesso lasciami parlare- risponde duramente.
-Non dovevi farlo. Lo sapevi anche tu.- Mi rivolge uno sguardo che sembra quasi più puro, come se la rabbia si fosse dissolta.
Io annuisco, tenendo la testa bassa.
Solo ora mi accorgo di non avere niente addosso, fatta eccezione per l'accappatoio che indosso.
Arrossisco, dio che vergogna.
-Abigail rispondimi, non ti farò niente.- Dice sembrando rassicurante, ma so che è molto bravo a fingere.
Scuoto la testa, negando.
-Abigail, per piacere.-
Ancora un'altra volta la sua voce vibra nella stanza, alzo lo sguardo e vedo i suoi celesti occhi che sembrano mi diano la forza di parlare.
-Ho fatto semplicemente quello che volevo- ecco, gliel'ho detto.
Lui sospira, prima di muovere le labbra per parlare.
-Quindi gli hai parlato, essendo a conoscenza delle conseguenze?- Chiede, con voce roca, mentre sembra si voglia avvicinare ancora di più al mio corpo.
Io annuisco, mentre nella mia mente mi maledico soltanto per il fatto che io abbia paura di dirgli una bugia.
Guarda il mio viso ancora una volta, prima di alzarsi dal materasso.
-Vieni- dice, volendo farmi alzare.
Il mio respiro prende un ritmo veloce, sento il petto esplodere.
Mi alzo lentamente dal letto, posando il mio libro sul comodino accanto ad esso.
Cammino timorosa verso il biondo, stringendo l'accappatoio sul mio corpo.
Mi ritrovo davanti a lui, la sua imponente figura mi sovrasta.
-Abigail- sussurra, prima di accarezzarmi il viso, ed io non capisco dove voglia andare a parare.
-Luke, io volevo solo dimostrarvi che anche io ho una vita, non posso essere legata a quattro ragazzi che decidono per me ciò che io voglio fare.- La butto lì, tenendo la mia voce bassa, quasi timorosa del fatto che Luke possa ascoltarmi.
-È il tuo lavoro, Abigail, devi farlo.-
Dice, prima di togliermi dai capelli la matita che avevo usato giusto per acconciarli.
Si allontana di poco da me, il tempo per togliersi la maglietta bianca che fascia il suo busto.
E quando arriva a togliersi anche i pantaloni, so già cosa vuole fare.
Dio, no.
Afferra saldamente i miei fianchi, portandomi verso di lui.
Il respiro sembra mancarmi, e presto tutte le mie teorie su ciò che potrebbe fare sono affermate.
Mi bacia, ma non dolcemente, non come lo fa Calum.
Morde il mio labbro inferiore, lasciando che un piccolo ansimo esca dalla mia bocca.
Chiudo gli occhi, mentre le sue labbra passano dal mordere al baciare lentamente.
Prima che faccia qualche passo in avanti, le sue mani prendono le mie, ed io mi lascio cullare dai suoi movimenti.
Afferra la fascia che chiude il mio accappatoio, e la slaccia lasciando scoprire il mio corpo.
Io tengo gli occhi chiusi intanto, sia per godermi del suo gentile tocco, sia per evitare il suo sguardo.
Sento le sue labbra poggiarsi prima sul mio mento, per poi spostarsi sul lobo delle mie orecchie.
-Fallo per me, piccola- sussurra delicatamente, mentre la sua scia di leggeri baci si sposta verso il mio collo.
Si ferma per un po' lì, quasi volesse assaporare ogni centimetro della pelle.
Sento la sua leggera barba solleticare le mie clavicole, per poi scendere verso la spalla destra.
Lascia un piccolo bacio su quest'ultima, poi decide di alzare il viso, per guardarmi.
Mi mordo il labbro, concentrando il mio sguardo nei suoi occhi e, perché no, anche sul suo corpo.
Così non resisto, mi avvento sulle sue di labbra, mentre lui prende le mie gambe e le stringe attorno ai suoi fianchi.
Sento che cammina, fino a raggiungere definitivamente il bordo del mio letto.
Mi lascia cadere su di esso, per poi mettersi su di me, continuando la sua sessione di baci.
Prendo i suoi capelli tra le mani, mentre lui scende verso il mio sterno, continuando poi verso la mia pancia.
Scende più sotto, carezzando le mie coscie delicatamente.
Arriva all'interno coscia, ma io lo fermo.
-Luke.- Dico, proiettando il mio sguardo nel suo.
-Che c'è?- Chiede sembrando preoccupato.
-Non voglio- dico, riferendomi a quello.
-Lo so, Abigail.- Dice, prima di continuare a premere le sue labbra sul mio corpo.
Scende sul materasso, facendo invertire velocemente le posizioni.
Adesso sono sulle sue gambe, e lui non perde un secondo per afferrare i miei fianchi e tirarmi verso di lui, arrivando a qualche centimetro dal suo viso.
-Adesso l'hai capito?- Chiedo piantando i suoi occhi nei miei, mentre il suo buon profumo mi entra nelle narici.
-Cosa?- Chiedo, non avendo capito a cosa si riferisca, aspettando la risposta.
O meglio, certo che l'ho capito, ma non capisco a cosa sia servito questo.
- Nessuno potrà mai farti sentire come faccio io- afferma, infine, donandomi un ultimo bacio a stampo sulle mie labbra rosee.
'O come fa Calum' penso.
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1 Babygirl for 4 Daddies [5sos]
FanfictionIn cui Abigail accetta un lavoro di assistente a delle Superstar. (Copertina gentilmente creata da @ineedhemmo) Slow updating