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"Ragazzi ho una bellissima notizia!"
Le mie orecchie vengono a conoscenza di queste parole, ed i miei presagi non insinuano nulla di buono.
"Faremo un tour mondiale!" Luke alza le braccia al cielo, con gli occhi pieni di gioia.
"Cosa?" Gli altri tre ragazzi rispondono in coro, agitati.
"Avete capito, tra un mese partiremo per il nostro tour mondiale!"
I miei occhi si aprono, realizzando ciò che davvero sta accadendo.
Un tour mondiale?
Questo vuol dire viaggi, e viaggi vuol dire stress, e stress vuol dire rughe!
Non posso farcela.
Girare per il mondo, per più di un anno, con quattro ragazzi... È impossibile.
Alzo i tacchi mi dirigo in camera, devo pensare.
Non hanno neanche pensato a dirmelo che ci sarebbero stati viaggi, e che avrei dovuto seguirli davvero dappertutto.
Faccio una doccia, per svegliarmi veramente da questo incubo.
Forse è giusto così, ormai ci sono dentro, e devo sopportare tutto ciò che questo lavoro prevede.
Non riesco a non pensare al fatto che tra poco dovrò lasciare Sydney e spostarmi in tutt'altra parte del mondo.
Magari si, sarà bello, girare il mondo, conoscere nuovi posti, ma se questo include anche una band munita di quattro ragazzi che non riescono a non essere eccentrici, non credo proprio di riuscire a sopravvivere.

Erano giunte le undici di mattina, ed io non ancora riuscivo a togliermi dalla testa il tour.
Ho paura che lo stare troppo tempo con questi ragazzi ossessionati dalla fama, potrebbe condizionare anche me.
Ma io non mi farò piegare da loro.
D'altronde, sono solo delle Superstar.

"Come va?"Luke fa capolino nella mia stanza, ancora offuscata dall'ombra, dato che avevo chiuso le finestre e le tapparelle erano completamente abbassate.
Volevo semplicemente riposare.
"Riguardo a cosa? Forse al fatto che neanche immaginassi minimamente di girare il mondo per un'anno ed anche più, con una band che tratta male le sue fans, e alla quale non importa altro che l'essere famosi ed una vita piena di privilegi?" Risposi acida e accigliata.
Non so cosa mi succeda, ma con Luke ogni discussione diventa una litigata.
Io non voglio mai arrivare a questo, forse il fatto che lui sia a volte molto duro con me, mi spinge a comportarmi con lui allo stesso modo.
E odio tutto questo.
Ma cavolo, Luke Hemmings é davvero un personaggio eccentrico e facilmente irascibile.
Il suo sguardo prima riposato e tranquillo diventa scuro, quasi dolente.
Capisco che le parole che gli ho appena detto lo hanno ferito o semplicemente l'hanno fatto arrabbiare, ma non ho potuto fare a meno di dirgli ciò che davvero pensavo.
"Se a te non va bene, puoi tranquillamente uscire da questa casa, lasciare il tuo lavoro, la tua vita." Punta il corridoio con il dito, mentre le sue labbra vibrano di serietà e di rabbia.
Stringo i pugni, mi alzo dal letto, ed esco subito dalla camera, come sembrava mi avesse appena indicato, superando il suo corpo e fermandomi a pochi passi da esso.
"Non potrai mai cambiare, Luke. Io non potrò mai farti cambiare." Dico, quando una lacrima scende lungo il mio zigomo destro, seguita da un'altra. E prima che altro liquido bagni il mio viso, corro lungo le scale.
Io volevo solo dirgli cosa pensavo, cosa avrò mai fatto di sbagliato, poi?
Esco di casa, non mi accorgo neanche che avrei bisogno di una giacca, ma ormai solo l'adrenalina e la rabbia pensano a riscaldare il mio corpo.
Fuori il tempo é ghiacciato, sembra fermo, le macchine sembrano strisciare lentamente sull'asfalto, non come fanno di solito, correndo a tutta velocità.
La gente passa, cammina, la gente guarda. E parla, parla di ciò che accadrà, forse tra poco, forse domani.
Mentre io penso a ciò che é già accaduto, fermandomi, solo per qualche secondo, in mezzo al marciapiede.
La mia ombra sembra sfumata quando la noto, abbassando il mio capo coperto dal cappuccio della mia felpa.
Adesso che ricordo bene, questa é di Michael. Ricordo quando me l'ha prestata, poiché stavo quasi congelando con la maglietta non così pesante che indossavo.
Sorrido e la sfioro, sentendo addosso il suo profumo, una colonia, che a me pare quasi familiare.
Mi manca.
Scaccio questo pensiero, e scaccio via anche le lacrime che sembrano tentare di raggiungere le mie guance ancora una volta.
Cammino in fretta, raggiungo un locale, un bar.
Mi siedo ad un tavolo, la stanza é quasi vuota, se non fosse per un uomo, seduto ad un tavolino al centro di essa.

1 Babygirl for 4 Daddies [5sos]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora