Immagina Harry Potter

Jily pt. 1

Dovrei essere forte, infindo sono James Potter...ma non ce la faccio.

Fa male...vederla sorridere, sentirla parlare e sapere di non essere abbastanza.

E ora sono qui, rannicchiato in un angolo di un'aula in disuso con il volto rigato di lacrime, mentre tutti gli studenti sono alla partita Serpeverde-Corvonero.

Faccio sempre lo spavaldo, mi vanto di qualità che magari non ho nemmeno, urlando ai quattro venti quante ragazze mi cadono ai piedi.

Ma io non voglio loro.

Io voglio lei.

Posso sentire il mio cuore frantumarsi.

"A nessuno piace stare con te!
Perché sei un irresponsabile e non ti importa di rispettare le regole o di non mettere nei guai i tuoi migliori amici!"

E i singhiozzi aumentano.

Mi rigiro gli occhiali rotti tra le mani, pestati dalla ragazza di cui sono innamorato.

"Ti odio! Persino i professori ne hanno abbastanza di te!"

Tutto questo è successo in Sala Grande.
Davanti a tutti.

"Sei solo un bambino viziato!"

Davanti a tutti, James Potter è stato spinto a terra da un angelo coi capelli rossi.

Davanti a tutti, sono state urlate queste parole, con lo sguardo di tutta Hogwarts addosso.

Seduto a terra, con gli occhi pieni di lacrime ed il labbro stretto fra i denti, mi sono imposto di non cedere, di non scoppiare.

Mi alzato di scatto e ho preso a correre, ormai le lacrime erano belle che uscite.

Ho corso, corso, corso, con le parole di Lily che rimbombavano in testa.

Esatto. Lily. Non "Evans".
Perché io nonostante tutto la amo.
Amo i suoi capelli rossi.
I suoi occhi verdi.
Il suo tono saccente.

Ha ragione. Tutti mi odiano.

Il mio sguardo cade sulle lenti dei miei occhiali, che in un impeto di rabbia sono stati lanciati contro la parete opposta.

Mi alzo tremante, appoggiando una mano di un vecchio banco per non cadere, mentre l'altra affonda sulle guance, tentando invano di bloccare quelle goccie d'acqua salata che scendono senza sosta.

Li raccolgo da terra, notando solo ora che una lente si è totalmente rotta.
Tolgo un pezzo abbastanza appuntito e taglio.
Taglio, e taglio.

Rosso. Come i suoi capelli.
Mi scappa un mezzo sorriso.

«Ora sarà felice...»
Mormoro facendo vagare lo sguardo per la stanza, per poi fermarlo sulla porta, appena sbattuta, e notare una piccola furia rossa che mi si scaglia contro...