Sulla scacchiera

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Dopo anni di fedele servizio, tre visite dal tecnico e mezz'ora di ricerca infruttuosa, il computer di Judy Hopps si ritrovò improvvisamente privato della tastiera. La coniglietta abbandonò la testa contro la scrivania, frustrata, mentre il pc la guardava sornione dall'alto delle sue venti pagine aperte.

Judy sospirò esasperata, prima di tirare nuovamente su la testa e tornare a leggere gli articoli sullo schermo: il caso Tujunga aveva fatto scalpore per appena cinque giorni: titoli come Volpi scomparse nel nulla, La polizia brancola nel buio e Sempre meno code rosse per le strade le riempivano gli occhi con i loro caratteri cubitali troneggianti sopra degli articoli di cronaca scritti fittamente.

Alla data riportata sull'ultimo articolo pubblicato, le volpi scomparse nel nulla erano almeno un centinaio: maschi, femmine, da operai a telecronisti, e aveva sentito una stretta al cuore quando tra le foto segnaletiche erano comparsi anche musetti di cuccioli. Tutti scomparsi dopo essere entrati nel distretto di Foresta Pluviale, le ultime tracce trovate sempre nei pressi del quartiere di Tujunga.

Poi il nulla.

Sempre, ogni volta, per ogni volpe: impronte, ciuffi di pelo e tracce di vestiti fino a quel quartiere poi più niente, come se arrivate lì le volpi svanissero nell'aria. Quella era stata una settimana frenetica e in parecchie foto aveva riconosciuto il muso perennemente concentrato di Jack Savage e l'espressione corrucciata di Alopex: apparentemente nemmeno lei era mai stata capace di cavare un ragno dal buco.

Cominciava sempre con una volpe qualsiasi, l'ultima era stata una volpacchiotta delle medie di nome Sheryl: era uscita da scuola, tornata a casa e fatto i compiti. Aveva chiacchierato con la madre, giocato alla Myu Sport con il padre e si era fatta raccontare da un amico elefante qualche suo ricordo della Seconda Guerra Mondiale.

In serata aveva cominciato a comportarsi in maniera strana: era diventata improvvisamente silenziosa e inquieta, vagava da una stanza all'altra senza un apparente motivo, controllando fuori dalla finestra come se cercasse qualcuno. Poi aveva preso la porta e nel giro di un ora aveva raggiunto il distretto di Foresta Pluviale. La pattuglia incaricata di sorvegliarla l'aveva seguita di nascosto, ma un leone e un ippopotamo non erano bastati: la piccola Sheryl aveva girato dietro un grosso e frondoso albero circondato di muschio e nei secondi che servirono ai due agenti di seguirla era svanita.

Puf, non c'è più.

Chi parlava di una cospirazione, chi di un racket clandestino, chi addirittura di una malattia: molte associazioni avevano fatto pressione ai piani alti, la polizia era stata letteralmente lapidata di aggettivi molto poco onorevoli ed il sindaco aveva garantito che i migliori agenti dei distretti, nonché la stessa Alopex la Duecento, erano al lavoro per far luce su questo mistero. Il nome della volpe delle nevi aveva avuto il potere di calmare gli animi e la caccia era cominciata a ritmo serrato.

Per una settimana.

Gli articoli successivi nominarono ancora il caso Tujunga, ma con talmente tanta superficialità da mettere quasi in dubbio che una cosa del genere fosse mai successa. Gli enti per la difesa dei diritti delle specie fecero esplodere uno scandalo che durò appena tre giorni, poi si mitigò anche quello: l'ultimo riferimento al caso Tujunga che Judy trovò fu in occasione della promozione di Jack e Alopex.

La coniglietta deglutì secco: la pagina davanti ai suoi occhi era un elenco delle foto delle volpi scomparse, con tanto di nomi ed età. Volpi anziane, cuccioli, arzilli commessi, entusiasti esploratori e caotici gruppi di giovani esemplari la fissavano con sguardi traboccanti di vita e ricordi e serenità. Poi un nome le invase lo sguardo di costernazione, mentre calde lacrime le lucidavano gli occhi minacciando di rompere gli argini.

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