Dieci minuti

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È arrivata la cavalleria.

Quel pensiero era strano sotto molti aspetti; Judy lo analizzò distrattamente, come se fosse di scarso interesse, mentre fissava la valanga rossiccia travolgere la baraonda di mammiferi inferociti nella piazza. Howler sopra di loro sembrava completamente dimentico della presenza sua e di Jack: era un'occasione probabilmente imperdibile, ma il suo corpo non assecondò quel pensiero. Rimase ferma alla finestra, guardando le volpi assalire i predatori ed i lupi, immobilizzando a terra chiunque incrociassero con movimenti guizzanti, bassi sul ventre e i denti lievemente scoperti.

Judy si volse verso il vicolo, verso una volpe in particolare che aveva attratto la sua attenzione. Il manto era di un rosso molto più vivace degli altri e lo sguardo vagava per la piazza e gli edifici circostanti, come se cercasse qualcosa; Indossava quello che restava di una camicia bianca ed una paio di pantaloni stracciati.

Era dritta sulle zampe posteriori.

Howler si concentrò su quella stessa volpe; strizzò leggermente gli occhi, annusò l'aria ed un ghigno gli scoprì i denti talmente stretti da sbiancare le gengive.

"Wilde..." ringhiò, prima di lanciarsi fuori dalla porta.

Judy si riebbe all'istante: quell'opprimente odore da predatore folle del lupo stava svanendo, la consapevolezza che probabilmente non dovevano essere lì aveva fatto capolino nella sua mente assieme al sospetto che a Jack a quell'ora era collassato il cuore.

Oppure era per quello che aveva detto Howler, ma l'immagine di Nick ancora non si decideva a comparire. Si volse verso la lepre, trovandola impietrita a guardare la scena della piazza con occhi assenti, vacui e dilatati. Il naso era immobile fatta eccezione per qualche debole spasmo, unico segno che era ancora vivo.

"Jack..." mormorò. Stentò a riconoscere la sua stessa voce. "Jack, dobbiamo andarcene". La lepre di mosse solo quando Judy lo prese per un braccio: sussultò e scattò all'indietro come se la sua presa fosse stata elettrica. Le lanciò uno sguardo colmo di panico.

"...cosa?" balbettò.

"Dobbiamo andarcene" ripeté Judy.

"E dove?" chiese lui: stava disperatamente cercando di prendere il controllo della situazione. "Se scendiamo lì sotto non ne usciremo vivi".

"Siamo in pericolo anche qui" obiettò lei. "Siamo molto più in pericolo qui che laggiù". Jack sapeva che era vero, ma proprio non riusciva a mettere insieme due pensieri coerenti. Prima i lupi, poi le volpi: non poteva finire bene. Istintivamente si concentrò sull'unico punto saldo della situazione.

"Howler..." mormorò. "...ha detto Wilde. lì sotto c'è Wilde".

"Lo so" replicò lei. "E sta andando a prenderlo".

Ed infine arrivò: l'immagine di Nick le piombò nella testa con la potenza di una fucilata. Arrivò l'immagine di Nick assalito da un branco di lupi composto da un membro di troppo; Nick colpito da un proiettile che aveva mancato il suo vero obiettivo; Nick che veniva coinvolto in un esplosione troppo vicina e troppo sbagliata; Nick che veniva raggiunto da un Howler fin troppo ansioso di fare la sua idea di lavoro.

L'immagine di Nick che andava in un posto sconosciuto in cui lei non avrebbe mai potuto cercarlo.

"Jack, io vado la sotto" disse con una fermezza aliena anche a sé stessa. "Se vuoi restare fai pure, ma se vuoi fermarmi allora sparami".

Svanì oltre la porta sfondata dell'appartamento. Jack non le sparò.



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