Giorno 3
L'arresto è risultato di una facilità quasi deludente: il caos era dilagato dalla piazza all'intera città come una pandemia contagiosa e la squadra è uscita dalla porta di servizio del palazzo municipale. Bogo era strano: come un animale rassegnato al suo ultimo viaggio, verso una pensione che sapeva avrebbe odiato ma che era obbligato a vivere.
Era uscito dalla porta e, dopo averci squadrati tutti, era entrato nel camion dell'esercito senza proferire parola; le zampe erano assicurate alla schiena con due fascette bianche e lo sguardo era spento e vacuo. Normalmente l'avrei pungolato con qualche battuta tagliente (sono brava in questo), ma in quel momento tutto quello che sono riuscita a fare è stato aprire lo sportello e lasciare che i militari lo facessero salire spingendolo dentro con le canne dei fucili.
Savage l'aveva osservato sedersi nell'angolo; quando i portelli chiusi lo obliterarono dal loro mondo, aveva rivolto a me un'occhiata con cui mi suggeriva di non indagare su ciò che era successo lassù: l'ho assecondato, domando la fitta di protesta che salì dalla mia spalla. Howler sarà stato anche pazzo da legare, ma non si poteva dire che mordesse male o piano; l'avevo visto cadere giù da una finestra sfondata per andare a morire dietro un cumulo di grossi calcinacci: potevo a grandi linee immaginare il motivo per cui si era fatto un tuffo carpiato giù dall'ultimo piano del palazzo municipale, ma mi sono dovuta accontentare di questo.
Quel camioncino è stato l'unico a lasciare la città: per i giorni successivi il coprifuoco necessario per far calmare le acque senza che dilagasse fuori da quelle mura aveva permesso a malapena ci uscire per i genere di prima necessità. Una volta domata la rivolta nella piazza e nelle vie di tutta la città, Zootropolis è caduta in uno stato di apatica sonnolenza: chiunque si sarebbe aspettato disordini, movimenti politici più o meno estremisti e manifestazioni anche violente, ma nulla di tutto ciò. Complice probabilmente la paura, i pochi mammiferi avvistati per le strade avanzavano spediti ed in silenzio, guardandosi attorno come se temessero un attacco.
I predatori non si comportavano diversamente: erano stati ricacciati nel loro rione violentemente, come fossero degli invasori che avevano sconfinato. Non penso che fosse la soluzione migliore, ma sicuramente è stato un palliativo. L'unica cosa che mi resta da fare è sperare che sia solo provvisoria.
Savage è
Le dita di Vixen esitarono, dandole il tempo di chiedersi per la prima volta cosa diavolo stesse facendo. Fece vagare lo sguardo per la camera d'albergo, o quello che ne restava, che si era scelta per quel lavoro: era sporca e rovinata, come tutto nella città. Le pareti scrostate racchiudevano un salottino che due mesi prima doveva essere veramente di ottimo gusto, ora ridotto ad un magazzino di mobili sfasciati e pezzi laceri di tappezzeria con cocci di vetro dappertutto.
Non era esattamente il luogo ideale in cui lavorare ma era un posto nascosto e silenzioso, proprio ciò che le serviva. Aveva steso il rapporto di ciò che era successo in quei giorni e l'aveva spedito alla centrale, ma appena chiuso il documento ne aveva aperto un altro: alla vista della candida pagina digitale, del cursore che lampeggiava sullo schermo, le dita avevano acquisito vita propria. Loro scrivevano e lei leggeva, non c'era un vero e proprio controllo delle parole che comparivano sulla pagina bianca quanto un riflettere che effettivamente esprimevano i suoi pensieri, davano voce alle sue incertezze ed ufficializzavano ai suoi occhi le osservazioni che aveva fatto durante tutta quell'operazione.
Eppure non aveva la più pallida idea del perché stesse scrivendo quelle cose.
Erano righe che non sarebbero mai state lette, parole che non si sarebbero mai espresse: quel documento non era voluto, non sarebbe stato pubblico e sicuramente non sarebbe mai diventato ufficiale ma che aveva ritenuto importante scrivere. Si lasciò sfuggire un singulto al pensiero di come avrebbe reagito Nick all'idea che la sua professionale sorella scrivesse quello che era sostanzialmente un diario personale.
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Distopia Scarlatta
FanfictionSEGUITO DE "I QUATTRO CAVALLI" Judy si volse verso la sagoma della lontana Zootropolis. Vixen aveva detto che il cavallo era il pezzo più forte della scacchiera, Alopex aveva scelto un cavallo per guidare gli eventi: forse avevano previsto tutto, fo...