Alla fine del mese

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Un mese. Cosa può succedere in un mese di vita di qualunque mammifero? La risposta giusta era 'un sacco di cose', ma la mente di Judy Hopps era focalizzata su poche cose che lei giudicava fondamentali.

In un mese era riuscita a trovare un'intesa con il bruciante senso di colpa che le donava così generosamente incubi atroci su volpi che venivano uccise da conigli e pecore sullo sfondo che ridevano. Si svegliava tutte le notti scattando quasi sull'attenti, facendo saettare lo sguardo terrorizzato in giro per la sua camera e ascoltando il suo cuore battere più velocemente del solito pregando che non si fermasse. Era talmente poco abituata al silenzio della sua casa che i suoi respiri veloci ed irregolari sembravano sbuffi di un gigantesco animale a pochi centimetri dal suo muso. Ed aveva paura, una paura folle di quello che avrebbe visto dietro le palpebre se solo avesse avuto la folle idea di richiuderle.

Allora arrivava Nick: entrava nella sua stanza come un fantasma, uggiolando piano la sua presenza, e saltava delicatamente ai piedi del suo letto. I movimenti erano sempre insicuri, sempre timidi e così lontani dalla sagace volpe che aveva conosciuto tempo prima. Lei lo chiamava per nome e lui, quasi come se gli avesse fatto esplicita richiesta, si acciambellava accanto a lei e la avvolgeva con la sua grande e soffice coda facendola sprofondare in una tiepida stasi in cui si convinceva rapidamente che se non si fosse addormentata non se la sarebbe goduta appieno.

In un mese, Nick era stato accolto nella famiglia come uno di loro: i piccoli giocavano con lui e si divertivano da matti, Bonnie gli affidava i figli più vivaci per farli stancare mentre metteva a dormire i più piccoli, persino i Trerribili avevano costruito una specie di "codice d'onore" che prevedeva un limite alla loro vivacità a tratti estenuante.

In un mese, una buona parte della famiglia aveva imparato il linguaggio dei segni, l'unico modo che aveva Nick di comunicare con loro. Si metteva seduto e con le zampe anteriori gesticolava contro il muso, il petto, zampa contro zampa ed accanto a lui puntualmente compariva un coniglio che traduceva con precisione quello che voleva dire.

In un mese la zampa di Nick era perfettamente guarita ed aveva festeggiato la rimozione del gesso con una scrollata della pelliccia ed una corsa verso la collina: Judy l'aveva seguito con lo sguardo e si era chiesta se fosse sempre stato così veloce. Prendeva velocità abbassando il ventre contro l'erba, le orecchie dietro la nuca e quasi volava su quelle zampe finalmente sane come se non ci fosse mai stato un tempo in cui camminava con disinvoltura per le strade di una grande metropoli come Zootropolis su due zampe.

In un mese, Bogo era diventato sindaco. In una frazione di campagna provinciale come la Tana dei Conigli le notizie arrivavano sporadicamente, ma mai con giorni di ritardo: Judy, appoggiata alla bancarella di ortaggi sfogliava svogliatamente il quotidiano di due giorni prima. Alla notizia era stata genuinamente felice per il suo vecchio capitano e si era augurata che eccellesse anche in quel campo, che rimediasse al disastro che lei e gli altri Cavalli avevano combinato ed allo stesso tempo che non gli venisse in mente di cercare Nick a casa sua: a pensarci bene sarebbe stata il primo posto che avrebbe controllato se lei fosse stata alla scrivania di Bogo e avesse dovuto catturare qualunque animale sulla faccia della terra che escludesse Nick.

Con il passare dei giorni, la parte della sua mente ancora convinta di avere un distintivo da appuntarsi addosso ogni mattina fece notare che c'era qualcosa di strano. Perché avevano diviso la città in due grandi rioni? Perché nelle foto degli agenti di polizia l'unico lupo che riconosceva tra tutti era Wolfhart? E perché proteggevano solo le prede?

Quel giorno il corriere con il giornale non era ancora passato e in fin dei conti andava bene così: Nick correva per i prati, circondato da una trentina di piccoli conigli che zampettavano e saltavano e correvano e sparivano nell'erba alta e tra le piante di sedano e zucchine. Nick era il baby-sitter perfetto a detta di sua madre: aveva sempre il sorriso più grande di tutti gli altri alla prospettiva di correre per la campagna circondato da una scatenata valanga di orecchie dritte e code a batuffolo, sapeva come far divertire i cuccioli senza esporli a pericoli che non fossero perfettamente controllati e, a differenza di Stu, non sentiva più il cuore perdere un battito quando Nick usava i denti per sollevare da terra un piccolo particolarmente disobbediente o che, al contrario, piangeva disperato per una brutta caduta.

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