Sguardi

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Superando l'ennesimo vicolo mantenendosi più bassa di quanto non lo fosse stata, lanciò l'ennesima occhiata a Jack, poco davanti a lei: era rannicchiato dietro il paraurti di un Suv semi-carbonizzato ed scrutava la città oltre l'improvvisata barricata, senza muovere un muscolo.

Era ormai più di un'ora che non pensava a Nick e poteva essere a tutti gli effetti un record da quando era sparito dalla sua camera: coprire l'immagine della volpe con quella di Bogo morto funzionava, anche se non era una cosa che le piaceva visualizzare. Ogni volta veniva scossa da un tremito nell'immaginare i dettagli: i vestiti sporchi di sangue e fango, gli occhi rovesciati all'indietro, un rivolo piccolo ma costante di sangue scendere dalla fronte. Moriva dalla voglia di chiedere ancora alla lepre se era veramente necessario ucciderlo, tentare ancora di convincerlo a cercare un'altra strada, ma per quanto cercasse non riusciva a trovare nessuna argomentazione che potesse aiutarla nello scopo.

Per quanto non approvasse i suoi metodi, Jack aveva ragione: la città era al limite, il potere era corrotto nel midollo e due conigli come loro sarebbero stati sicuramente travolti dagli eventi. Da sola per le strade o davanti a Bogo con il buon senso, lo scenario poteva finire solo con la sua famiglia che piangeva sulla sua tomba.

Una scena che aveva preferito non pensarla nemmeno.

"Non siamo molto lontani" disse la lepre, distogliendola dai suoi pensieri. "Il portone dall'altra parte della strada è di un albergo: ho lasciato due fucili di precisione all'ottavo piano, stanza 162. Si affaccia direttamente sulla piazza del municipio". Erano lontani dalla strada che portava al distretto di Foresta Pluviale, ma a quanto pare a lui non interessava particolarmente: ora che ci pensava, era una situazione identica a quando aveva indagato sul caso degli ululatori con Nick ops, record infranto. Anche lui il primo giorno aveva vissuto esclusivamente per metterle i bastoni fra le ruote ed era stato perfetto nel suo intento.

Rimasero acquattati dietro la carcassa dell'auto per altri eterni minuti prima che Jack le desse il segnale: saettarono oltre la strada e si buttarono contro il portone, che si smosse quel poco che bastava per farli entrare. Fecero di corsa due rampe di scale prima che il silenzio, rotto solo dall'eco dei loro passi non li convincesse di essere soli in quello stabile. Oltrepassando il quarto piano, Judy si volse verso Jack, dando finalmente voce all'unica domanda che ancora non gli aveva fatto.

"Perché?" chiese. Pose la domanda con una voce troppo alta per essere giudicata sicura ed i due ascoltarono la eco ripetere la domanda all'atrio, attenti a qualunque altro rumore che non fosse il ronzio della caldaia o i rumori del caos oltre le finestre.

"La città non è più quella di..." rispose serafica la lepre, ricominciando a salire.

"Non intendo questo" borbottò lei, interrompendo quella frase ormai automatica: Grande Coniglio, non poteva credere che la formulasse ancora quella risposta!

"E allora cosa?" chiese Jack, voltandosi a guardarla.

"Stiamo andando ad uccidere Bogo" disse, ormai sottolineando l'ovvio. "Per quanto possa essere in futuro un bene, stai privando una città impazzita del suo capo: hai la minima idea di come reagiranno i cittadini?". Lui la guardò senza dire nulla, aspettando che arrivasse al punto. "Riassumendo il piano, tu stai per uccidere a sangue freddo il capo di Zootropolis, provocare quella che facilmente diventerà una guerra civile tra rioni ed eleggerti responsabile di tutte le vite che verranno messe in pericolo fin quando la situazione non si stabilizzerà in qualche modo: non vorrai mica farmi credere che lo fai solo perché ti hanno detto di insabbiare un caso, vero?". Lui la fissò per un altro paio di minuti: gli occhi erano fermi, saldamente puntati nei suoi con uno sguardo sterile, freddo. Si volse e salì fino al pianerottolo prima di parlare.

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