Dall'alto della sua ottusità, Judy Hopps continuò a domandarsi sull'accaduto nel vicolo per buona parte della strada: come si era arrivati al punto che un piccolo branco di torelli aveva cercato di violentarla in un vicolo? Certo, nei mesi passati come poliziotta aveva sentito denunce ed aveva fatto correre la gazzella della polizia per tentati stupri, ma a distanza di un'ora ancora non sentiva nessuna sirena.
A pochi passi da lei, Jack avanzava per la città: controllava accuratamente dietro ogni angolo, tagliava per stradine laterali e più di una volta entrava in edifici per attraversare un isolato.
"La città non è più quella di una volta Hopps" rispondeva ogni volta che gli domandava il perché, come se quella semplice frase fosse la risposta più ovvia e logica. Dopo un po' la coniglietta smise di fare domande e si concentrò sul percorso che stavano facendo: Tujunga non era lontana, appena un'ora di treno ma Jack aveva rifiutato di prendere mezzi pubblici con un tono inappellabile.
Ma anche così era semplicemente assurdo il fatto che ci volessero tre giorni per arrivarci, anche a piedi. Passarono la giornata a zampettare da un edificio all'altro, saettare attraverso i cortili ed accucciati dietro ogni possibile nascondiglio per vari minuti, infine Jack si fermò davanti ad un albergo di periferia con un sospiro.
"Qui andrà bene" disse entrando nella porta fatiscente e coperta da scritte ingiuriose verso i predatori. "Ci fermeremo qui per la notte".
"La notte!" commentò Judy sbigottita. "Jack, dobbiamo continuare: non ho tempo da perdere".
"Lo troverai" ringhiò lui, scoccandole un'occhiata raggelante. "Uscire di notte non va bene".
"Guarda che non siamo in guerra" osservò.
"Sei sicura?" commentò la lepre. La spinse nella prima camera libera che trovò e chiuse la porta a doppia mandata. Controllò le finestre e tirò le tende, rendendo soffusa quella poca luce che i lampioni emettevano. Judy guardò stupita l'abbandono che regnava in quella stanza: i letti erano scalzati, i comodini rovesciati e schegge di vetro rendevano il pavimento accidentato come un letto di spine. "Hopps...la città...".
"...non è più quella di una volta" concluse lei stancamente voltandosi verso di lui. "Si, questo credo di averlo capito".
"No, non hai capito nulla" sbottò Jack, improvvisamente nervoso. "Credi veramente che un branco di giovani tori che cerca di violentare una coniglietta sia una cosa così assurda?". Si sedette sull'unica sedia presente nella stanza.
"Quanto è grave la situazione in città?" chiese lei. La lepre scosse la testa.
"Rioni" rispose. "In questo mese in cui Bogo è salito al potere la città è stata divisa in rioni: fin qui nulla di strano, dati gli effetti del vaccino". Dondolò sulla sedia lentamente. "I predatori che cercavano di comunicare e le prede che cadevano nel panico più cieco alla loro semplice vista e so di cosa sto parlando.
"La situazione è degenerata quando ci siamo resi conto che non potevamo controllare una città divisa in due con le poche forze che avevamo: molti poliziotti erano predatori e sono stati confinati anche loro nell'altro rione. Il che vuol dire che nell'aria di competenza dei predatori c'è una tranquillità dettata dal militarismo e dal coprifuoco ferreo, mentre da questa parte imperversano le teste calde: quei tori sono stati catturati varie volte per rapina, taccheggio, molestie, aggressione e potrei andare avanti".
"Ma Bogo!" esclamò Judy inorridita. "Bogo...il sindaco!".
"Tutto quello che ha fatto il sindaco è stato rifare da zero le forze di polizia per poi potenziarle" disse Jack con una smorfia.
"Beh, almeno questo..." commentò lei. "Poteva far finta di nulla, mettersi al sicuro...".
"Ha licenziato tutti i tuoi vecchi colleghi" la interruppe la lepre. "Ha messo una taglia sulla testa di Nicolas Wilde ed ha formato un comando della polizia composto da soli lupi".
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Distopia Scarlatta
FanfictionSEGUITO DE "I QUATTRO CAVALLI" Judy si volse verso la sagoma della lontana Zootropolis. Vixen aveva detto che il cavallo era il pezzo più forte della scacchiera, Alopex aveva scelto un cavallo per guidare gli eventi: forse avevano previsto tutto, fo...