Alec, Jace e Clary attraversarono tutta New York fino ad arrivare sotto ad un altissimo palazzo, che sembrava stendersi per il cielo senza finire mai.
"È questo l'indirizzo che ho trovato sulla nostra schermata", spiegò Jace agli altri due che sembravano non avessero mai visto un grattacielo in vita loro, quando la Grande Mela ne è piena. "Saliamo e ricordatevi quello che ho detto", continuò il ragazzo. Alec aveva sentito per nominare Magnus Bane, ma non ci aveva mai avuto a che fare, e secondo quello detto dal suo parabatai caratterialmente non doveva essere una brava persona. Ma al ragazzo non importava: voleva solo salvare sua sorella Isabelle.
I tre giovani Cacciatori salirono così tante rampe di scale che ad Alec venne il fiatone, anche perché lui, insieme a Jace, reggeva sua sorella. Si meravigliò dell'inimaginabile resistenza dell'amico, che non batteva ciglio.
Girati tutti i piani arrivarono all'ultimo, dove si ritrovarono davanti ad un imponente portone di legno d'ebano. Alec non si fece scrupoli e bussò alla grossa porta. I ragazzi vennero subito accolti da un uomo più o meno alto, con sembianze asiatiche e un ciuffo di capelli neri. Indossava una sfarzosa giacca nera, con una camicia di cotone bianca che si intravedeva sopra i pantaloni, anch'essi neri. Viva la monotomia, rise Alec, da solo.
"Cercavo il signor Magnus Bane", disse Alec, appena il tipo ebbe aperto, ma si guadagnò una gomitata da parte di Jace, che all'orecchio gli confessò che quello che aveva davanti era proprio lui.
"Moretto, sono io, in carne ed ossa!", rispose Magnus, sorridendo ad Alec. Abbassò lo sguardo perché si sentì tremendamente imbarazzato. Non era mai stato sorriso da un ragazzo all'infuori di Jace, ma non era così. Il sorriso di Magnus trasmetteva qualcosa che Alec non riusciva a percepire.
"È raro che degli stupidi Shadowhunters vengano qui a chiedermi aiuto, ma...". Magnus venne interrotto da Jace, che varcò la soglia della porta e afferrò lo stregone per il colletto della camicia.
"Chiamaci stupidi un'altra volta e te la vedrai brutta", ringhiò, ma Magnus trattenne la calma e con una specie di incantesimo generato da uno schiocco di dita si liberò dalla presa di Jace.
"Biondino, se continui così non vi aiuterò", si rivolse al ragazzo, ormai di fronte a lui, che abbassò lo sguardo, dandosi per vinto. "Bene, dicevo: cosa vorreste che io faccia per voi?", continuò.
"La nostra amica Isabelle era dipendente dallo Yin-Fen per colpa di Valentine", rispose Clary. Magnus osservò la ragazza stesa teneramente in braccio al fratello, poi osservò Alec. Quest'ultimo si chiese del perché osservasse solo ed esclusivamente sempre lui.
"Okay, emh, prego Jace, Clary, te...", disse Magnus, puntando il dito verso lo Shadowhunter dai capelli neri. "Fate come se foste a casa vostra".
Agitò le mani per invitare gli altri ragazzi ad entrare all'interno del suo loft. Era accogliente e abbastanza grande, le pareti erano coperte da carte da parati a fantasia e bisognava essere attenti a camminarvi all'interno, perché c'erano tavolini pieni di ampolle di vetro, ciotole e libri dappertutto. Andando avanti, c'erano due poltrone e un divano, tutti e tre di pelle, e alle loro spalle c'era una grossa libreria che occupava tutta la parete.
Magnus fece cenno ai ragazzi di raggiungerlo in camera da letto e fece stendere Isabelle sul suo letto dal copriletto rosso. Da ogni lato c'erano del comodini di legno di ciliegio e dalla parte opposta c'era un comò della stessa specie.
Lo stregone uscì un secondo dalla stanza e vi rientrò subito dopo con un libro in mezzo alle braccia e un tavolino a rotelle pieno di ciotoline di porcellana e ingredienti vari. Egli ne prese un po' e li mescolò in uno dei contenitori, sbattendoli come se stesse facendo un dolce. Pronunciò qualcosa in latino che creò intorno alla stanza una specie di protezione. Poi si avvicinò ad Isabelle e con un cucchiaino stava per metterle il risultato in bocca, ma venne fermato da Alec.
"Come posso sapere che ci possiamo fidare di te e che non farai morire mia sorella?", urlò, e Jace lo colpì sulla spalla.
"Alec, stai calmo", mugugnò lui, ed Alec si sentì magicamente meglio. Le occhiate di sfida che aveva rivolto allo stregone si trasformarono in uno sguardo più rilassato e gentile.
"Ah, te sei il primogenito dei Lightwood, Alexander, e questa è tua sorella. Ora ho collegato tutto!", disse lo stregone con tanto di entusiasmo. Ad Alec sembrò un bambino a cui avevano regalato delle caramelle. Si sentì tremendamente imbarazzato, sperava di non arrossire perché nessuno lo aveva mai chiamato col suo nome completo da quando aveva 5/6 anni.
Magnus fece inghiottire ad Isabelle ciò che aveva preparato e, una volta finito, si notarono già i primi segni della disintossicazione.
"La signorina Lightwood si riprenderà nel giro di qualche ora. Per non sforzarvi e per non farla sforzare potete lasciarla qui", ci avvisò lo stregone, osservando Jace e Clary, che annuirono e, dopo averlo salutato, uscirono dalla stanza. Alec fece per seguirli, ma si fermò.
"Magnus, grazie per non aver fatto storie, nonostante fossimo uno Shadowhunter e un Nascosto. Grazie per aver salvato mia sorella", disse il ragazzo, meravigliandosi di ciò che aveva detto. Era molto timido e non era bravo con le parole.
"Ma figurati Alexander, anzi grazie a voi per esservi fidati di me". Magnus sorrise e Alec ricambiò. Quest'ultimo si sentì chiamare da Jace, e immaginò di essere già sulle scale. Alec salutò lo stregone con un cenno ed uscì dal loft per raggiungere l'amico.
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BAD REPUTATION [Malec]
FanfictionIsabelle Lightwood, una tra i migliori Shadowhunters, è dipendente dallo yin fen e per disintossicarsi Alexander, suo fratello maggiore, la porta da Magnus Bane, il più potente stregone di Brooklyn. Alec gli è debitore, ma non vuole più avere a che...