12.

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Il bacio tra i due ragazzi durò più o meno un minuto, e quando si staccarono, nessuno dei due era in grado di dire qualcosa o di guardarsi negli occhi reciprocamente.

"Strano eh?". Il primo a parlare fu Magnus, che continuava a sorridere alla vista delle labbra di Alec.

"Molto, ehm...". Alec non sapeva cosa dire, e non riusciva nemmeno a capire i suoi sentimenti. Non capiva se fosse felice o imbarazzato, ma aveva capito una cosa: stava amando qualcuno, sul serio.

"Cosa ti ha spinto a baciarmi?", sussurrò Magnus, e ad Alec andò in panne il cervello, perché pensava di poter tirar fuori cose sbagliate.

"Quello che provo per te, Magnus", disse dolcemente Alec.

"Ovvero? Ciò che sento quando ti ho accanto?", chiese Magnus.

"Quei brividi lungo la schiena, le mani sudate e tremolanti, l'aumento del mio battito cardiaco... non era un caso se percepivo ciò con te". Alec sorrise teneramente, e Magnus, travolto da quelle labbra grandi ma dolci, sorrise per ricambiare. Nella mente dello stregone balenò l'idea di dare un altro piccolo bacio allo Shadowhunter: voleva renderlo suo, ma allo stesso tempo pensò che forse era presto e che stava correndo troppo.

"E Jace? Non provi più qualcosa per lui?" Alec rimase un po' scosso dalla domanda fatta dallo stregone. Si guardò intorno come per vedere se Jace fosse nei paraggi.

"Non credo, ultimamente i miei sentimenti per lui sono svaniti. Però vorrei pensarci su un altro po'". Il viso di Magnus divenne bianco e si rattristò. Nel frattempo, il sole nel cielo saliva sempre più in alto e di conseguenza diventava più rovente, tant'è che Alec iniziò quasi a boccheggiare.

Magnus schioccò le dita e fece comparire tra le mani di Alec una bibita giallastra che sembrava gassata a prima vista, con dei cubetti di ghiaccio che fluttuavano sparsi nel liquido.

"Tieni", disse lo stregone con un po' di tristezza, quasi stufo.

"Grazie". Il Cacciatore sorrise, cercando di contagiare lo stregone, ma non ci riuscì, anzi, si girò e fece come per andarsene. "Io non capisco perché qualche minuto fa eri così allegro e dolce ed ora sei qui, mezzo depresso!". Alec non sapeva cosa stava dicendo, le parole uscivano da sole. "Che ti succede?" Magnus si girò ma non ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.

"Sapere...". Lo stregone tossì, "di te e Jace. Tu ancora innamorato di lui, io...". Alec lo prese per le braccia e lo strinse.

"Ma ti ho detto che non ne sono ancora sicuro. E poi quel bacio di prima? Secondo te era tutto finto?". Alec si stava scaldando ma non voleva fare brutta figura davanti allo stregone. E poi sapeva benissimo di essere innamorato di lui, solo che non voleva essere frettoloso.

"Beh, quello...", Magnus fece per dire, ma venne interrotto da un tonfo, forse da una caduta di qualcuno.

"Basta così!", urlò la donna a terra. "Ho sentito troppo!".

"Mamma?", disse Alec avvicinandosi per poi farla rialzare.

"Non mi toccare Alexander!", esclamò la donna. Mi sembra un cavallo sbizzarrito, pensò, e gli venne da ridere, ma si bloccò immediatamente quando incontrò lo sguardo glaciale della madre.

"Sono sempre tuo figlio", rispose schiettamente Alec, andando incontro alla madre, ancora a terra, per abbracciarla e poi aiutarla ad alzare.

"No Alexander, no". La voce di Maryse era più pungente dell'aria antartica invernale, e al figlio quasi fece venire i brividi. Maryse si alzò lentamente da terra e si allungò la sua solita gonna blu.

"Come ha fatto a cadere? E perché era dietro ad un albero?", chiese Magnus a Maryse, entrando, per la prima volta, nella conversazione.

"Dalle del tu", suggerì Alec, sussurrando ciò all'orecchio di Magnus.

BAD REPUTATION [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora