13.

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Era buio, buio totale. Alec si trovava in una stanza in cui non riusciva a scorgere i margini. Non c'erano rumori o suoni vari, era come se si trovasse nel vuoto. Tutto ciò che percepiva era il freddo costante che spargeva per l'area dell'aula misteriosa.
Il giovane Shadowhunter continuava a camminare a passo lento, mantenendo le braccia in alto per cercare un eventuale muro o porta. 

"Alec", qualcuno urlò. Alec non riconobbe la voce, perché era così imprecisa e incompresa. Nonostante qualcuno l'avesse nominato, rimase immobile, probabilmente per lo stupore.

"Alec", venne chiamato una seconda volta. Anche questa volta il tono della persona misteriosa era in dissolvenza, quasi metaforicamente sporca.

"Alexander". L'uomo o la donna lo chiamò una terza volta. Alec appizzò le orecchie come fa un cane quando percepisce qualcosa d'importante tramite l'udito. Il richiamo risuonava sempre sfumando, eppure lo Shadowhunter aveva capito chi fosse, ovvero l'unica persona che avrebbe potuto chiamarlo così.

"Magnus, dove sei?". Alec sentì il suo corpo sudare per l'ansia. Voleva uscire da quella situazione al più presto.

"Sono nelle tenebre", rispose lo stregone. Lasciò ancora più agitazione al povero Shadowhunter che era in un posto che sembrava infinito, ma si sentiva in gabbia. Con quell'affermazione così vaga Alec non sarebbe mai riuscito a trovare Magnus.

"Sii più specifico", disse Alec, seguito da un eco che portò ad un silenzio tombale.

"Aiuto" Quell'urlo stridulo bastò per farlo agitare ancor di più.

"Magnus, che succede?", urlò il Nephilim, sentendosi inutile perché incapace di reagire.

"Alec...io...", e poi si sentì un rumore stridente, proveniente probabilmente dallo sfregare di due spade, e poi percepì uno squarcio. Ad Alec venne voglia di piangere, perché sapeva che Magnus era stato ucciso, e...

"Alec", strillò un'altra voce, "Alec, calmati". Il ragazzo aprì gli occhi e notò un ambiente decisamente più caldo e colorato, a lui familiare. Notò accanto a lui una figura nota, che gli era stata sempre accanto nei momenti di difficoltà. "Finalmente! Era un sacco di tempo che cercavo di placarti".

"Scusa Izzy...". Alec si rassicurò, perché la sua paura nelle tenebre era soltanto un incubo.

"Hai fatto un brutto sogno?", chiese sua sorella, sentendo come il calore di una madre. Il ragazzo annuì, ma non ne voleva parlare, e già dallo sguardo Isabelle capì. Nel frattempo Alec si scoprì e si mise seduto. Alla vista del fratello Isabelle sorrise, perché indossava un pigiama bianco con degli orsetti che facevano di lui un cucciolone.

"Non guardarmi in quel modo", scherzò il ragazzo, ma sua sorella non aggiunse nulla a riguardo.

"In teoria ero venuta qui a parlarti di una cosa molto importante, poi vabbé, è successo quel che è successo". Alec aveva già capito cosa avrebbe dovuto chiederle Isabelle perciò, con un cenno di testa, la fece continuare.
"Ieri mi sono stata zitta perché non era il momento per parlarne, ma... Hai davvero baciato Magnus Bane?" strepitò la ragazza andando quasi in braccio al fratello. Dal sorriso di Isabelle, Alexander capì che sua sorella era dalla sua parte e che era fiera di lui.

"Sì Izzy, ed è stato fantastico, ma...". Alec avrebbe voluto stare lì a parlare per ore di quel fatto, ma al momento doveva sbrigare altre faccende.

"Ma?", gli fece eco Isabelle.

"Ma ora dovrei fare altro, se non ti dispiace". Alec si alzò dal letto e andò dritto al suo armadio dove vi estrasse una t-shirt grigia e un classico pantalone nero.

"Aspetta fratellone, vorrei sapere cos'è successo ieri con mamma", bofonchiò Isabelle guardando Alec con quegli occhi teneri da cerbiatta a cui non sapeva resistere.

BAD REPUTATION [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora