Alec aveva bisogno di disintossicarsi dalla sua rabbia e dalla sua agitazione. Si recò alla porta del retro dell'Istituto, che affacciava in un ampio spazio verde, pieno di alberi e panchine al fresco, e ora che era primavera i prati si erano tappezzati di margherite.
Quel posto era una specie di rifugio di riposo e di pace per gli Shadowhunters, ma non c'era quasi mai nessuno.Alec imboccò un sentiero su cui i raggi del sole sbattevano, e proseguendo andò all'ombra per via delle quercie che fiancheggiavano la stradina.
Il ragazzo, mentre camminava, si mise a riflettere su tutto ciò che stava accadendo in quei giorni: Valentine era sempre più vicino all'annientamento del popolo nascosto, e sua madre voleva fiancheggiarlo per ottenere la fama. E lui, in tutto ciò, continuava ad essere preoccupato per Magnus, come se fosse la cosa più importante che aveva al momento. O addirittura l'unica cosa.
Nonostante Jace fosse il suo parabatai, nonché il suo migliore amico e fratello per scelta, non si era mai sentito così vicino a lui in dieci anni come lo era stato con lo stregone in due giorni. Adorava Jace, lui ed Alec erano due guerrieri destinati a combattere insieme e sempre disposti ad aiutarsi l'un l'altro. Eppure, in quel momento, sentiva la necessità di proteggere più Magnus rispetto allo Shadowhunter biondo.
Ma chi sono diventato?, continuava a chiedersi Alec, come se stesse litigando con sé stesso. Perché questa volta non ho rispettato la legge e ho screditato mia madre?
Per quale motivo quando sono con Jace non sento più determinate cose? E come mai quando sono con Magnus mi manca il respiro e mi batte forte il cuore, o cambio spesso la mia temperatura corporea? Alec aveva la testa piena di dubbi a cui prima o poi doveva trovare una risposta.Si sedette su una panchina sotto un albero dalle foglie lunghe e sottili con dei fiori che sembravano quelli di pesco e iniziò a pensare seriamente. Anche il fatto della legge e l'aver deluso sua madre lo portarono ad un'unica soluzione: Magnus Bane. Voleva fare di tutto per proteggerlo. Ma perché?, continuava a domandarsi. Non poteva preferire lui a Maryse, eppure stava dimostrando il contrario.
Si massaggiò le tempie come se avesse un forte dolore in quella parte. Staccò un po' dalle sue riflessioni e si mise ad osservare dei fiori simili a tulipani nati sul prato. Ne prese uno e vi sentì l'odore, dolce e delicato."Alec". Improvvisamente sentì urlare il suo nome e riconobbe subito la persona che lo chiamava. Smise di odorare il fiore e alzò la testa, poi sorrise incontrando gli occhi della sorella. Per un attimo si chiese perché fosse lì.
"Izzy, che ci fai qui?", chiese Alec, con tono un po' preoccupato. C'era un motivo se sua sorella andava in luoghi che non frequentava mai.
"Ma tu che ci fai qui, per di più con un fiore in mano!", esclamò la ragazza agitando i suoi capelli al muover della testa.
"Mi piacciono i fiori", disse Alec ingenuamente e timidamente, come se fosse un segreto.
"Vabbè, dettagli!". Isabelle sbuffò. "Hai parlato con la mamma?" Alec capì perché Isabelle si trovava lì: l'aveva seguito. Voleva chiederglielo, ma per il momentl omise quel dettaglio.
"Sì, e indovina un po'? Niente da fare!", borbottò Alec, sbattendo le mani sulle cosce.
"Stamattina le ho parlato anch'io ed è testarda!". Alec rimase a bocca aperta: non pensava che sua sorella potesse essere andata da lei a farle cambiare idea. "E inoltre mi ha confidato che da domani partirà l'uccisione dei Nascosti. Stasera lo confermerà ad un'assemblea d'Istituto". Alexander, che aveva lo sguardo perso nel vuoto, rigirava tra le dita il fiore che aveva raccolto qualche minuto prima. Stava entrando in ansia.
"Non può essere... Continuo a pensare che nostra madre sia impazzita", bofonchiò il ragazzo dai capelli neri, facendo, in un certo senso, ridere sua sorella. Il momento venne rovinato dal bip del telefono di Isabelle.
"Ah, è un messaggio da Raphael. Dovrei andare da lui ora". Alec storse il naso: quel vampiro non gli era mai stato particolarmente simpatico, o meglio, non lo era perché stava con Isabelle. E Alexander era molto geloso di sua sorella.
"Stai attenta", le disse, e poi le diede un bacio sulla guancia.
Dopo aver visto sua sorella scomparire felicemente, anche il Cacciatore decise di alzarsi. Uscì totalmente fuori dall'area dell'Istituto, perché voleva farsi un giro per le strade di Brooklyn, ed era una cosa che non aveva mai fatto, ma che voleva sperimentare da un po'.
Uscì da un vecchio cancello arruginito che dava su una strada mezza deserta, piena di verde. Un chilometro più avanti la gente iniziava a farsi vedere e Alec fu felice. Vedere tanti visi, tutti diversi tra di loro, per la prima volta senza un combattimento di mezzo lo rendeva libero. Tra quelle facce però, ne notò una familiare, una a lui cara nell'ultimo tempo.
Lì c'era troppa gente e non voleva essere ridicolo, per come lo credeva lui, perciò si girò e proseguì nuovamente verso l'Istituto.
Voleva scappare da Magnus, non voleva vederlo perché non sapeva come avrebbe reagito con lui. Ma fu troppo tardi.Magnus apparse d'incanto davanti ad Alec, in un luogo in cui la folla si era dissolta.
"Giovane Shadowhunter, che ci facevi in giro per le strade di Brooklyn tutto solo e senza armi?", chiese, fissandolo negli occhi. Quello sguardo fece raggelare il viso di Alec.
"Dovevo andare da una parte", mentì. "E tu?"
"Stavo venendo da te". Il viso di Magnus divenne stranamente freddo e per un po' Alec ebbe paura.
"D-da me?", gli fece eco, cercando di spiccicare qualche parola. Lo stregone prese la mano di Alec e l'accarezzò come fosse un cucciolo. Al solo tocco il battito cardiaco di Alec aumentò e sentì che prima o poi sarebbe svenuto.
"Ho saputo di Maryse, che vuole uccidere noi Nascosti", borbottò senza espressione. Alec si sentì improvvisamente in pena per lui, perché nessuno sapeva quale sarebbe stato il suo destino. Non disse niente, si limitò a tenere uno sguardo basso. "Ma la cosa più importante è che volevo venirmi a scusare con te?". Il viso di Alec passò dall'asfalto agli occhi magnetici di Magnus.
"Perché?", chiese lo Shadowhunter.
"Perché ti ho usato e ti ho mostrato la parte più debole di me, ti ho confidato i miei sentimenti, che d'altronde non ricambi e perciò sono stato uno stupido". Lo stregone abbassò il suo sguardo per non incrociare gli occhi del Cacciatore, che non staccava i suoi da lui. È vero ciò che ha detto Magnus o anch'io provo qualcosa per lui?, si domandò il ragazzo, che ancora non aveva trovato una risposta. "E inoltre, volevo comunicarti che qualunque cosa succederà, se morirò per colpa di Maryse, te sarai sempre il mio preferito, il mio più...". Magnus non ebbe il tempo di continuare: Alec, preso dall'istinto, poggiò le labbra su quelle dello stregone, che ricambiò. Le loro labbra si muovevano all'unisono e tra i loro baci si scambiarono anche tenere carezze, poi Alec si staccò subito dopo, e si girò per andarsene: non fece caso nemmeno all'espressione di Magnus, a come era rimasto.
"Alexander che hai?", chiese quest'ultimo con nonchalance, come se non fosse successo niente, mentre Alec era ancora di spalle. Ho fatto la cosa giusta? È davvero quello che sento? Questi dubbi balenavano ancora per la mente di Alec, ma finalmente era arrivato ad una conclusione.
"Oh, fanculo", borbottò prima di girarsi e dare un'altro bacio a Magnus. Lo Shadowhunter, però si staccò subito. "Ti proteggerò io da mia madre, anche se dovessi morire. Sei al sicuro con me". Alec gli sorride e Magnus fece lo stesso. Poi ripresero a baciarsi.
hey hey!
oggi non sono andata a scuola per via della festa patronale nella mia città, e sono riuscita ad aggiornare.😊 spero che il capitolo sia di vostro gradimento❤
Miry.
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BAD REPUTATION [Malec]
FanfictionIsabelle Lightwood, una tra i migliori Shadowhunters, è dipendente dallo yin fen e per disintossicarsi Alexander, suo fratello maggiore, la porta da Magnus Bane, il più potente stregone di Brooklyn. Alec gli è debitore, ma non vuole più avere a che...