17.

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Alec, con l'aiuto di Jace, stese Magnus sul suo letto, facendo attenzione a mettere accuratamente le parti del corpo distese.
Clary, che insieme ad Isabelle era giunta qualche istante prima, nel frattempo chiamò Dot, la strega con cui era cresciuta, senza che però le venissero date eventuali spiegazioni.

"Mi spieghi perché ho dovuto contattare Dot?", chiese Clary, agitata, a Jace.

"Non vedi Magnus com'è ridotto?". Il ragazzo tirò su col naso. "E per una parte è anche per colpa mia". Jace afflitto dai sensi di colpa, si mise accanto al letto dove si trovava Magnus, vicino al quale c'era anche Alec.

"Non dire cavolate, quei pugni non erano i tuoi, ma quelli del demone che era dentro di te", cercò di rassicurarlo l'amico, notando che non aveva mai visto il ragazzo in quello stato: Jace sembrava parecchio debole.

"Di preciso che è successo?", intervenne Isabelle, bloccando il discorso.

"La parte del demone già la sai e non mi va di raccontartela di nuovo", tagliò corto il ragazzo dai capelli biondi, una volta seduto su una sedia dietro di lui.

"Nostra madre aveva appeso Magnus con una corda che stringeva attorno al suo collo, e per di più aveva infilzato il suo pugnale dentro la sua spalla. Questo spiega tutte le sue ferite e i vestiti pieni di sangue". Alec imbevve un pezzo di stoffa e lo passò sul punto esatto in cui la ferita prendeva posto.

"Tutto ciò è terribile! Gli altri come stanno?", chiese Clary, osservando il tenero gesto di Alec.

"Stanno bene perché Maryse li aveva solo intrappolati", rispose Jace, al posto di Alec.

Nel frattempo la porta si spalancò con la magia di Dot, che accorse in tempo nella camera di Alec con un borsone contenente un libro e varie ciotoline e ampolle.

"Che bello rivederti" La donna dai lunghi capelli neri andò verso Clary per abbracciarla.

"Dai, non c'è tempo per le smancerie", commentò Alec, ormai seccato. "Secondo te starà bene?", chiese poi, mostrando alla strega il ragazzo che era sdraiato a peso morto, ma allo stesso tempo con tutta la grazia possibile sul letto di Alec. Dot osservava lo stregone, guardando tutti i suoi dettagli, fin quando fissò lo sguardo sul colletto della sua giacca chiusa, ormai scucito, che lasciava intravedere il suo petto lucido.
"Dot, mi vuoi sentire?", insistette Alec, in preda alla gelosia.

"Oh sì, scusa". La strega si girò di scatto verso lo Shadowhunter. "Per me tutto ha una soluzione, tranne la vostra morte". Scoppiò a ridere come se avesse fatto una battuta, ma ad Alec tutto ciò lo fece innervosire. Si girò indietro per incontrare gli occhi azzurri di Jace, che guardavano già nella sua situazione, poi la sua vista passò a Clary, che sembrava delusa.

"Dot, cavolo, non fa ridere". Alexander urlò, ma subito si pentì perché vide il viso della strega diventato paonazzo. Per un attimo pensò che non volesse più aiutarlo.

"Scusami". Clary si avvicinò a Dot e strinse le sue braccia attorno alla donna dai lunghi capelli. "È solo che vedere il mio migliore amico, nonché il mio ex fidanzato ridotto così mi fa stare parecchio male". Sul viso di Dot scese una lacrima, che prese pace sul corpo di Magnus. "Per me l'unico modo per stare bene quando tutto va male è ridere da sola, ma a quanto pare non ci sono riuscita nemmeno stavolta".

"Capisco come ti senti", parlò Clary, "ti ricordi quando morì mia madre?". Gli occhi della ragazza dai boccoli rossi trasmettevano in Alec ancora più tristezza di quella che aveva già in corpo.

"Penso che tutti abbiamo provato queste sensazioni, almeno una volta nella nostra vita", aggiunse Isabelle dopo un po'. Alec si era quasi scordato della presenza della sorella, dato che era la prima volta che parlava dopo poco più di mezz'ora.

"Per me no", ribatté poi il ragazzo, "Per me questa è la prima volta". Tutti lo guardavano con un'espressione sbigottita, avendo detto qualcosa che sicuramente era una novità. "Non avevo mai capito cosa avesse voluto dire vedere la persona che si ama in fin di vita". Distaccò gli occhi dai molti altri che lo osservavano per vedere quelli di Magnus, chiusi e immaginabilmente spenti. "Magnus è lì, non si sa se sopravviverà o no, ed io sono qui, fuori dal suo letto, impotente perché non posso reagire". Lo Shadowhunter ebbe la visione dello stregone appeso alla corda: il collo allungato che evidenziava le vene fuoriuscite dalla pelle, il sangue che aveva ormai imbrattato la sua giacca e i suoi pantaloni, il viso freddo e morto.

"Caro Alec, sopravviverà, te lo prometto". La mano di Dot si fermò sulla spalla di Alec, infondendo un po' di tranquillità nel suo cuore. "Devi solo darmi un po' di tempo, quello necessario per riportarlo in sesto". Alec per la prima volta sorrise, e fece rallegrare anche coloro che si trovavano nella sua stessa situazione: ognuno di loro aveva un rapporto diverso con lo stregone, molti non ci avevano mai parlato, eppure tutti erano in pensiero per lui.

Dot si spostò dalla folla per andare a rovistare nel suo borsone, rimasto accanto alla porta. Tirò fuori un grosso libro dalla copertina marrone, sicuramente antica, con ornamenti dorati che la rivestivano seguendo il contorno. In alto, al centro, c'era una strana scritta gialla, poco comprensibile.

"È molto tempo che non faccio incantesimi del genere, per cui mi servirà un po' di tempo in più", esplicitò la strega, sfogliando il libro, composto da pagine che sembravano bruciate, con caratteri piccolissimi.

Clary si permise di portare il borsone dove si era posta la strega, cioé accanto ad una sedia di fronte al letto. Dot smanucchiò tra i suoi oggetti di vetro, fin quando non prese un fornello, un pentolino dorato e per finire un ampolla graduata.
Intanto aveva già mischiato varie polverine colorate, probabilmente estratte da erbe particolari. Con un battisale, le appiattì in una ciotolina per poi aggiungerle all'acqua che stava bollendo in pentola da ormai dieci minuti. La donna mescolò fino a far diventare il tutto omogeneo e monocolore, e poi, una volta spento il fornello, versò il contenuto nell'ampolla.

"Che cos'è?", chiese Isabelle, osservando da lontano quella specie di composto verdino.

"È l'incantesimo che ho trovato in questo libro che serve per guarire le persone in punto di morte. Ora devo solo fare in modo di farglielo bere e, dopo aver detto delle parole, bisognerà aspettare dieci minuti affinché Magnus si svegli". Alec rimaso sorpreso dal fatto che l'incantesimo facesse effetto in meno tempo di quanto si aspettava.

La strega aprì, attraverso la punta dell'ampolla, la bocca di Magnus, per far bere allo stregone ciò che lei aveva preparato. Pronunciò poi tre parole in latino accompagnate dal movimento circolare delle sue mani sul corpo respirante appena.

"Da ora dovrebbe fare effetto", disse Dot, appena aver finito. Alec si voltò verso l'orologio appeso in alto a destra in base alla sua posizione: dovevano passare dieci minuti.
Un minuto però era quasi passato.
Alec regalò un sorriso a Dot come ringraziamento per quello che stava facendo a Magnus, ma anche a lui stesso.

Due minuti.
Il ragazzo iniziò a dondolarsi sui talloni per l'attesa.
Tre minuti.
Si voltò indietro per vedere i volti di sua sorella e dei suoi amici, che erano ormai più sereni.
Quattro minuti.
Isabelle si allontanò ancor di più dal fratello e si andò a sedere su una sedia subito dopo la porta.
Cinque minuti.
La ragazza dal lunghi boccoli scuri fece segno a Jace, Clary e Dot di raggiungerli: al momento del risveglio, Magnus avrebbe dovuto trovare solo ed esclusivamente Alec.
Sei minuti.
Alec si sedette di fronte al suo amato. Lo guardava con insistenza.
Sette minuti.
Prese la mano di Magnus e iniziò a stringerla con tutta la forza e la passione possibile.
Otto minuti.
Il tempo scorreva lento, troppo lento.
Nove minuti.
L'ultimo sforzo. Fu il minuto più lungo, quello che per Alec sembrava non passare più. Il ragazzo si toccava nervosamente i capelli con la mano libera mentre osservava ansioso la lancetta dei secondi nel suo orologio.
Dieci minuti.
Ecco, arrivò l'ora. Eppure Magnus non batteva ciglio, ma era ancora lì. Alec, nonostante ciò, continuava a stringergli la mano.

"Perché non si è ancora ripreso?", chiese a Dot, che non ebbe il tempo di rispondere, dato che Magnus aveva finalmente riaperto gli occhi.

hey!
mamma mia, quanto tempo!
scusate l'assenza di sabatl scorso ma sono stata davvero impegnata e per due settimane mi sono quasi dimenticata dell'esistenza di wattpad hahah.
spero che il capitolo sia almeno carino😂❤
Miry.

BAD REPUTATION [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora