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Magnus teneva le sue labbra attaccate ancora a quelle di Alec, facendo in modo che i minuti passassero nella maniera più bella e serena per loro.
Quando dopo un po' lo stregone si staccò, lo Shadowhunter sembrava inerte, ma desideroso di un altro bacio, perché voleva colmare quel senso di vuoto lasciato dalla sua voglia illimitata per lo stregone che aveva riempito le sue giornate nei giorni precedenti.

"Alexander, stavo pensando..." Magnus quasi sussurrò quelle parole, ma il respiro gli andò ad accarezzare il viso, talmente era vicino al suo ragazzo.

No aspettate, è il mio ragazzo?, si chiese Alec tra sé e sé, mentre Magnus parlava. Sicuramente aveva detto qualcosa di importante, ma nulla in quel momento era più indispensabile di una risposta a quel suo pensiero.

"Alexander? Mi hai sentito?" Il ragazzo più alto venne colpito dal suo nome, la cui pronuncia sembrava calzare a pennello sulle labbra di Magnus.

"No, scusami, stavo pensando ad Isabelle", tentò di scusarsi, perdonando sé stesso per aver mischiato sua sorella nel suo mix di  pensieri.

"Tranquillo, è in buone mani con Raphael", cercò di rassicurarlo con un sorriso. "Comunque, ti stavo proponendo di andare da qualche parte per il nostro primo appuntamento. Non ne abbiamo ancora avuto uno!", esclamò infine lo stregone, fissando lo Shasowhunter in attesa di una risposta. Inizialmente quest'ultimo staccò lo sguardo da Magnus ed esitò, perché non sapeva come comportarsi o cosa dire, ma alla fine abbozzò un timido sorriso e riprese a fissare nettamente gli occhi felini dello stregone.

"Certo, sarebbe un onore", scherzò Alec, instaurando una risatina che stupì lo stregone.

"Bene, allora vado a casa e ci vediamo tra due ore qui fuori. Vestiti elegante". Magnus fece l'occhiolino e con uno schiocco di dita aprì la porta per poi richiuderla dietro di sé una volta uscito.

Alec rimase qualche minuto a pensare all'ultima frase detta dallo stregone: vestiti elegante.
Ma io non ho niente di elegante!, pensò, in preda al nervosismo.
Aprì l'armadio dove si ritrovò ad osservare monotone giacche nere appese sulle stampelle e una pila di t-shirt grige, bianche e blu sul ripiano superiore.
Ma mentre era fermo, impassibile, con lo sguardo perso, si ricordò che da qualche parte, nella camera dei suoi genitori era conservato uno smoking appartenente a suo nonno.

Approfittò dell'assenza di Maryse e Robert, che erano ad Idris, per intrufolarsi nella loro stanza e prendere in prestito quell'elegante abito da sera nero.
Finito di sistemare il farfallino nero, andò in bagno per sistemarsi i capelli.
Nel mobiletto sul lavandino trovò una confezione di vetro circolare di gel, che iniziò a spalmare con i polpastrelli sui suoi ciuffi mori. Al Cacciatore non era mai piaciuta quella sostanza gelatinosa che sembrava appiccicare i capelli alla testa, come diceva lui, perché per l'appunto i capelli erano pieni di sostanza, la quale nascondeva tutti i suoi ricci e il suo ciuffo.

Andò in camera, sulla parete di destra dove era attaccato uno specchio alto due metri regalatogli da sua sorella qualche anno prima, ma che non aveva mai usato, e non pensava ce ne fosse mai stato il bisogno.
Si osservò, spalancando gli occhi: lo smoking aderente calzava perfettamente al suo corpo e i capelli visti così sembravano così strani.
Era tutta un'altra persona, che a lui non piaceva molto, come al solito d'altronde, ma per quella sera andava bene così, perché aveva seguito quel sottospecie di ordine di Magnus, ed era convinto che gli sarebbe piaciuto.

Alec uscì fuorì il cortile: all'esterno era buio, brillava solo qualche stella nel cielo. Ma l'unico lampione acceso illuminava una figura altina, che era immobile e voltava solo il viso.

"Magnus", lo chiamò Alec, da lontano.
Il diretto interessato si girò con un sorriso in volto, ma cambiò totalmente espressione quando vide il ragazzo davanti a lui, spalancando gli occhi e la bocca.

BAD REPUTATION [Malec]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora