Davvero ero diventata cosi cocciuta?
Comunque sia. Quei ragazzi li erano molto giovani. Sembravano simpatici.
Avranno avuto sulla trentina di età. Forse piu forse meno. Chi lo sa?!.
Ieri siamo stati svegli a lungo ma, come al solito, mi addormentai. Cosi. Di punto in bianco. Non ricordo molto di quel che era successo poi. Nel senso. Non ricordavo niente. Solo il sogno. Sih, quel sogno con una chiave e un ciondolo. Era il ciondolo che mi aveva regalato mio padre prima che, si be prima che diventasse quel che ora. Un barbone alcolizzato che vaga per le strade dell'Italia. In quel sogno mi apparse tutta la scena del giorno che lui mi diede quel ciondolo. Ma non capivo il perche di una chiave. Non c'era una chiave nel ciondolo a quel che ricordo. Cosa significava?
Mi preparai alla svelta perche volevo una risposta il prima possibile. Mi lavai, mi vestii, presi le mie cose e scesi le scale per andare al campus.
Mentre scendevo le scale mi apparse di nuovo l'immagini di quel benedetto sogno. O meglio di quella chiave.
Tra un pensiero e l'altro arrivai al campus. Entrai di scatto, non avevo la mente li con me, ma era altrove.
'Chiave... chiave.... chiave...chiave...'
La mia mente continuava...
Tutti i ragazzi erano li si vede perché appena entrai sentii "ma Alice non lo deve sapere.... ha sofferto fin troppo"
"Chiasa? Scusate cosa? Che non devo sapere? Be? Perche non parlate? Avete da dire su una chiave?"
Cosa mi stava succedendo? Di poco in poco mi mancava il respiro. Sentivo un forte colpo al petto. Tipo un pizzicore forte... Come se qualcuno mi stesse infilzando a forza con una spada. "Alice senti... tuo padre.... ha ucciso una donna per strada facendole trapassare la gola con una CHIAVE"
mi disse Jim. La mia coscenza stava ripetendo tante volte la parola "CHIAVE".
Non mi importava cio che aveva fatto mio padre. Solo una parola. Chiave.
Ero come ossessionata.
"Come? Eh? Cosa hai detto?" Dissi io stordita.
"Che tuo padr..."
"Come avete fatto a saperlo? Per quanto tempo avevate voglia di nascondermi questo? E se fosse stata mia madre? Come avete saputo cio?" Dissi io con le lacrime agli occhi. Volevo scappare. Volevo essere lasciata in pace una volta per tutte. Non lo so perche ero diventata cosi, a caso.
"Nicola ha letto il giornale oggi. E appena ha letto cio ci ha chiamati per parlarne con noi. Noi te l'avremmo detto. Si certo non ora. In un momento un po piu adatto ecco..." disse Jessy con altrettanto lacrime negli occhi.
Non osi parlare.
Guardai tutti i miei amici negli occhi.
C'era anche Dana nel mucchietto.
Jim fece per venire verso di me.
Io decisa dietreggiai e me ne andai.
"Dove vai ora Aly?" Mi disse una voce da dietro. Non mi voltai e risposi
"Da qualche parte lontano da qui!"
Ero decisa mentre lo dicevo.
... wow ...
Lontano...
Chissa dove?! AHAHAHAH
In classe me ne andai.
Pochi minuti dopo arrivarono anche loro. Erano a testa bassa. Si vede erano dispiaciuti. Forse anche io avevo reagito un po male. "Buongiorno ragazzi!" Esclamo il prof. "A lei" risposimo. Io con un filo di voce.
"Alice stai bene? È successo qualcosa per cui vuoi andare fuori?" Mi domando il prof.
"La ringranzio. Tutto ok. Non si preoccupi" dissi io con un falso sorriso. Non era vero. Non era tutto 'ok'.
Ma tralasciamo i dettagli. Il prof inizio a spiegare. E io stranamente ero concentrata sulla spiegazione. Come quando sei nella doccia e i problemi altrove. Mi sembrava la stessa cosa in classe. Per tutta la lezione Dana non disse nulla, visto che era accanto a me di banco poteva dirmi qualcosa... e invece no.
Nicola bisbigliava con Jessy e Jim (si perche Jim alla fine era in classe con noi) di cio che era capitato prima. Jim ogni tanto mi guardava. Pure io lo guardavo ma con la coda dell'occhio.
Facevo vedere a loro che ero forte. Non me ne sarebbe importato di cio che avrebbero potuto essere le voci in corridoio. Ero tranquilla e calma.
ERO ME STESSA
Finita la lezione il prof mi fermo per parlare mentre tutti uscivano. L'unico che rimase li impalato al suo banco facendo finta di rimettere a posto le sue robine era Jim. Ma cosa voleva?
Non gli bastava cio che mi aveva detto stamani? Doveva per forza farmi incazzare?
"Alice vorrei dirti delle cose? Potrei rubarti dai tuoi amici per qualche minuto?" Mi domando il prof
"Certo tutto il tempo che vuole!" Risposi io con tono falso guardando Jim.
Il prof inizio a parlare e io per un momento mi sfogai con lui.
"Mi scusi non vorrei andare oltre per il momento. E stato gentile da parte sua sopportare i miei discorsi. Grazie. Mi ha fatto piacere parlerle di cio con lei ... " dissi io ad un tratto. Davvero non volevo andare oltre. Piu volte che ripetevo cio che avevo vissuto e piu mi sentivo male.
"Ok. Ho capito. Non volevo dilungarti cosi tanto. Arrivederci " disse il prof
"Arrivederci" dissi io con un fil di voce.
Stavo per uscire in giardino e andare al campus per prendere qualcosa quando mi sentii afferrare la mano da dietro.
"Possiamo parlare?" Era Jim
"Ancora? Cos'altro vuoi sapere. Non ti basta sapere che hai la figlia di un criminale come amica? Eh?" dissi io.
Era veramente troppo. Davvero dovevo continuare la giornata cosi? Scusa ma PASSO.
"Ok. Scusa hai ragione basta parlare di cose che non vuoi. Perdonami"
Non avevo mai sentito parlare qualcuno cosi. Manco mio fratello.NESSUNO...
Dopo quelle parole io rimasi a bocca aperta. Non sapevo che dire. E nemmeno lui.
"Senti io ora vado perche non ho voglia di starmene qui a vedere tutte le persone che passano." dissi io con aria stanca e stufa.
"Si certo. Hai ragione. Se vuoi tu riposati magari dopo usciamo io e te. Prendiamo qualcosa eh.... boh... andiamo da qualche parte... s-se ti va?" disse a sua volta il signorino Jim. Avevo capito tutto. Glj piacevo. Era evidente.
Sorrisi e dissi "a dopo signor Jim".
Era sorprendente il modo in qui mi sollevava il morale.
Tornando a noi.
Come se niente fosse corsi verso il dormitorio delle ragazze (mi pare ovvio non sono un maschio -.~).
Di li a poco sentii una ragazza che parlava di me. Era con le sue amiche e dicevano "-hai sentito di quella ragazzin4?
-si poveracci4!
-chissa nella sua famiglia se sono tutti alcolizzati?"
A DIRE il vero, come gia detto stamani, non mi importava tanto cio che dicevano.
Hanno voglia di parlare. A loro l'onore.
"Si si certo" dissi jo passando davanti a loro e ridendomela.
Dopodiche la mia unica meta era la mia stanza. Una volta arrivata vidi che avevo dimenticato la chiave (tanto per restare in tema)
Wow
Grandioso.
Cos'altro ti succederà ora Alice?
Mi dissi tra me e me.
Bussai e mi apri Jessy.
Mi guardo ma non disse nulla.
"Em ciao!" Dissi io fredda.
"Ciao" disse lei triste.
"Senti... ormai lo so che mi detesterete per l'accaduto ma ..." cercai di sogliere la situa.
"Non dirlo neanche per sbaglio. Noi non ti odiamo e mai lo faremo" mi interruppe Jessy.
Ci abbracciamo. Volevo che durasse per millenni quell'abbraccio.
Mi sentivo bene.
"Ti devo di 'na roba" dissi io al punto di urlare e sciogliendo l'abbraccio.
STAI LEGGENDO
You saved my life
RomanceAlice è una ragazza di 17 anni che si trasferisce in America per gli studi. Lei è una ragazza che ama davvero tanto i suoi pattini a rotelle e tutte le persone leali con lei. Li fa nuove amicizie e incotra vecchi amici/amiche. Una volta arrivata al...