Capitolo 1 - Il dolore.

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E finalmente un'altra giornata è passata. Ne sono passate tante di giornate così negli ultimi sei mesi, da quando...lui, se n'è andato.
Svegliarmi, andare a lavoro, parlare di cose normali, essere Supergirl, fingere di sorridere, tornare a casa e piangere fino ad addormentarmi, la mia routine insomma.
In realtà è la parte migliore della giornata, non vedo l'ora di tornare a casa e mettermi a letto, solo così posso vederlo nei miei sogni, parlargli, baciarlo, come se non fosse cambiato niente.
Oggi è stata una giornata diversa però, perché Alex, mia sorella, non me l'ha chiesto.
Quella fastidiosa domanda che tutti mi pongono: 'come stai.' Come se da una domanda e dalla mia risposta potessero davvero capire quello che ho dentro.
A volte ho voglia solo di urlare, di dire che non sto bene, che non starò mai bene finché non tornerà da me, ma non posso farlo. Mi sono resa conto che semplicemente non capiscono, non possono capire quello che c'è fra di noi, quello che provo per lui. Si, ancora oggi lo amo come se fosse qui con me, fisicamente...come se mi svegliassi ogni mattina ancora accanto a lui.

Ero pronta a rispondere, con il mio collaudatissimo tono, 'sto bene', ma la domanda non è arrivata, così mentre parlavo con Alex e Winn, mia sorella mi fa notare che forse dovrei ricominciare ad uscire, che mi sto isolando dal resto del mondo e che dovrei conoscere nuove persone, nuovi ragazzi.
Ricominciare a vivere insomma.
Per un attimo mi sono sentita spiazzata, avrei potuto spiegarle che non posso semplicemente spegnere i miei sentimenti, che solo l'idea di frequentare un altro mi sembra è come tradirlo. Ormai sono solo un guscio vuoto , perché il mio cuore non abita più nel mio petto ma è volato via con lui, in quella navicella. Avrei potuto dirle tutto questo, di certo la rabbia non mi manca, ma ho solo risposto che ci avrei pensato.
Finalmente sono a casa e posso lasciarmi tutto alle spalle, adesso sono libera di piangere, disperarmi, incolparmi per non aver scelto lui, per non essere stata capace di trovare un altro modo per sconfiggerla.
È ironico.
Rhea, la Regina di Daxam, ha provato così tanto in quei mesi a separarci, ma alla fine non ha potuto gioire di avermi portato via il mio Principe...

"Perché fai così?"
"Cosi come mio Signore?"
"COSÌ!"
"Non capisco Vostra Grazia. Sto facendo qualcosa che non vi aggrada, mio Signore?"
"Kara smettila, per favore. Lo sai che non mi piace ricordare quel periodo."
"Oh mio Principe vi ho fatto arrabbiare, come posso rimediare?!"
Si avvicinò con fare 'minaccioso' ad un centimetro dal mio viso, prese le mie mani e me le portò dietro la schiena, mi fece inarcare verso di lui finché non ci toccammo.
"A che gioco stai giocando, mi piacerebbe saperlo, così posso giocare anche io" furono le sue parole
.
Avevamo fatto tante volte il discorso sul "Principe". Non sopporta quando dico che sarà sempre il Principe di Daxam, che non importa se non vi tornerà più, è nato Principe, è il suo retaggio. Continuiamo ad identificarci come kriptoniana e daxamita, ma se i nostri pianeti non esistono più perché usiamo queste definizioni?! Il suo essere Principe fa parte della sua eredità.
"Sei nato Principe, sei nato daxamita e sarai sempre il Principe di Daxam, così come io sarò sempre una kryptoniana...perché negarlo o nasconderlo?" gli dissi mentre eravamo così vicini da poter sentire il suo respiro sul mio viso...
"Non era questo il gioco a cui volevo giocare." mi disse lasciandomi andare le mani e allontanandosi da me.
"Perché lo rinneghi? È il tuo passato si, ma sarà sempre una parte di te, accettalo."
Non parlava. Lui e la sua adorabile faccia imbronciata se ne stavano lì, seduti sul divano, a guardare un punto non bene identificato del salotto...perso in ricordi lontani. Succede anche a me quando penso a Krypton.
"A te non piace."
"...cosa non piace?!"
"Ricordo cos'hai detto poco dopo il mio arrivo qui: '...si dice che il Principe fosse il peggiore di tutti, il confratello dell'universo.' A te non piace quella versione e non voglio che tu la veda o la associ a me. Non voglio perderti di nuovo."

Ecco. Io e la mia boccaccia.
"Quindi è colpa mia..."
"Ovviamente no, dico solo che 'essere il Principe' riporta a galla brutti ricordi, che sono da attribuire solo a me per averti mentito, ma Kara non posso dimenticare di averti quasi persa per quella storia, ecco perché voglio lasciarla nel passato a cui appartiene e vivere il mio presente con te...pensando al futuro."
"MonEl, il passato ci ha fatto diventare le persone che siamo oggi..."
"...non il mio, tu mi hai fatto diventare la persona che sono oggi. Perché ne parliamo ancora?!"
"Può darsi che io ti abbia ispirato ad intraprendere una nuova vita, ma devi accettare che non è colpa tua il modo in cui eri o vivevi."
"Che vuoi dire?"
"Sei stato cresciuto così, non sapevi che ci fosse un modo di diverso di vivere. Quando lo hai scoperto ti sei adeguato, non hai cercato di imporre il tuo vecchio stile di vita qui. Questo dimostra che hai un cuore buono, da eroe. Mi dispiace solo non averlo capito prima di dire quelle cose su di te."
"Ok, quindi smetteremo di parlarne?"
"Devi provare ad accettare questa cosa MonEl e perdonare te stesso. Vivrai meglio, te lo prometto."
"Sai cosa mi farebbe sentire meglio?!"
"Cosa?"
"Baciarti."
"Tutto qui?"
"Ti sembra poco?"
"Mi sembra qualcosa facile da fare per farti sentire meglio..."
"Ho anche un posto preferito..."
"Mmm...dove?
"A letto..."

Profecy - Un amore oltre le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora