Capitolo 5 - La verità.

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È notte fonda, ma non riesco a dormire. La città è stranamente silenziosa, calma. Si sente appena qualche auto sfrecciare ad alta velocità e qualche coppia ridere allegra per strada. Ascolto un po' in giro, piuttosto distrattamente visto che l'unico suono su cui sono davvero concentrata si trova a pochi centimetri da me, ed è il battito del suo cuore. Lo sento così forte, così vivo...quanto mi è mancato.
Però non capisco se MonEl dorme, il suo respiro è regolare, non si muove, sembrerebbe assopito...io invece sono beatamente accoccolata al suo fianco con la testa poggiata sul suo cuore. Con le dita delineo i suoi pettorali e la mia gamba è mollemente adagiata sulle sue, appena fuori dalle lenzuola...vorrei restare così per sempre. A volte la vita di tutti i giorni si dà per scontata, si litiga per la noia della routine è indescrivibile quanto abbia desiderato poter avere di nuovo la nostra di routine e adesso che è tornato non ho intenzione di perderlo di vista neanche per un secondo. Farò in modo di tornare alla nostra vita soprattutto dopo questi mesi, mi sono ormai resa conto che lui è tutto quello di cui ho bisogno per stare bene, per la mia sanità mentale.
La famiglia, gli amici, il lavoro, essere Supergirl è tutto fantastico, ma senza la persona che ami con cui condividere gioie, delusioni e paure non vale niente...adesso lo so.
Tornare in una casa vuota inaridisce il cuore, specialmente dopo aver trovato l'amore, quello vero. L'amore che ti sostiene, ti supporta, gioisce con te per i tuoi successi, soffre per i tuoi fallimenti e ti sprona ad essere migliore.
Tutto questo per me è MonEl.

"Stai bene?"
Oh cavolo.
"Pensavo dormissi..."
"Credi che possa dormire con te che mi tocchi?"
Sghignazzo come un'adolescente alla prima cotta, a volte mi sorprendo di me stessa e di quello di cui sono capace.
"Scusa...non volevo turbarti."
"Turbare non è esattamente la parola che userei..."
"E che parola useresti..?"
"Niente di ripetibile..."
Scoppio in una risata liberatoria...era da tanto che non ridevo così, si...all'incirca sei mesi. In un attimo mi gira sulla schiena e inizia a baciarmi.
"Dovremmo parlare..."
"Mmm..."
"MonEl..."
"Mmm..."
"Smettila con questo mmm..."
"Sto cercando di concentrarmi qui, io ti bacio e tu parli, ti sembra giusto? Sarebbe gradita anche un po' di collaborazione sai..."
Sfacciato daxamita!
"Collaborazione eh? Cos'è, non sei capace?"
"Mmm sono fuori allenamento..."
Se vuole giocare così lo accontenterò.
"A me sembri perfettamente allenato."
"L'apparenza inganna..."
"Allora dimmi cosa c'è oltre l'apparenza."
"Domani..."
"È già domani MonEl..."
"Allora quando sorgerà il sole. Andremo al DEO e quando ci saremo tutti parlerò. Voglio solo godermi questo momento di pace con te. Dio solo sa che domani potrebbe finire."
"Perché dovrebbe finir..."
Non riesco a completare la frase, in un attimo la sua bocca e sulla mia...famelica, disperata. Da questo bacio, dalle mie labbra sembra dipendere la sua vita. Non insisto, chissà cosa voleva dire...ma in realtà non importa, importa solo che sia tornato da me, tutto quello che c'è stato è il passato. Quei mesi di vuoto per me e di lontananza per lui sono nel passato, non importa chi abbia incontrato, cosa abbia fatto...quello che conta è che sia tornato da me, per me. Nient'altro conta.

Il sole sta sorgendo e non abbiamo dormito neanche per un minuto, ma non sono stanca, stranamente sono riposata e rilassata, a differenza di tutte le mattine in cui mi sono svegliata già stanca nonostante una lunga notte di sonno...mi mancava il mio amore.
Siamo ancora a letto, io sono su un fianco e MonEl è dietro di me, il suo braccio è come una morsa che mi blocca e mi tiene stretta, non dorme...lo sento soffiare piano tra i miei capelli, sarà difficile alzarsi.
Nessuno dei due vuole parlare, sappiamo entrambi che appena apriremo bocca non potremo più tornare indietro, così mentre temporeggiamo l'inevitabile, il sole inizia ad illuminare noi, la casa...e mi rendo conto che è tutto distrutto.
Mi siedo sconvolta sul letto e percepisco MonEl accanto che mi guarda.
"Kara che hai? Ti senti male?"
Sa che non posso sentirmi davvero male, ma la preoccupazione nella sua voce è tangibile.
"La casa..." bisbiglio.
Inclino la testa di lato appena realizzo di avere una visuale della casa diversa, più...bassa. Mi guardo intorno e capisco perché: i piedi del letto hanno ceduto e adesso la struttura poggia sul pavimento, ma non solo. La testata del letto non è sopravvissuta, è sfondata in vari punti, le tende sono strappate, la cassettiera vicino al bagno ha delle inquietanti forme di mani sulla superficie è inclinata verso il centro, come spezzata, le stampelle con i vestiti sono una sull'altra e appoggiate alla finestra, mi meraviglia che il vetro sia ancora integro.
Nonostante la devastazione della camera dal letto vengo distratta dal resto, il divano è completamente sfasciato, la spalliera deve essere caduta all'indietro...cosa abbiamo fatto?!
"MonEl, ma che abbiamo fatto?! Che diavolo è successo?!"
"Beh ecco ieri sera ci siamo lasciati un attimino prendere la mano e..."
Sto camminando velocemente per casa avvolta nel lenzuolo, sembro un fantasma, mentre cerco di capire cos'altro abbiamo sfasciato sento le sue parole...
"Prendere la mano?! MonEl, il muro è sfondato! E avrai notato che non ci sono molti muri in casa..."
"Fammi capire...non te ne sei accorta?"
Lo guardo male, davvero male. Lo amo, ma in questo momento mi sta irritando...cosa vorrebbe insinuare con questa domanda?
"Cosa vuoi dire..?"
"Quello che ho detto, non te ne sei accorta?"
Visto il suo atteggiamento non ho intenzione di dirgli che...no, non me ne sono accorta.
"Perché non rispondi?"
"Vado a vestirmi."
"No no no, vieni qui...parla con me. Sono serio, non te ne sei accorta?"
"No..."
Più che una risposta è un sussurro imbarazzatissimo...mi porto le mani sul viso, credo di avere il volto di mille colori.
"Non ti nascondere, mi è mancato il tuo volto. Kara, non c'è niente di male in quello che abbiamo fatto ieri sera."
"Ma non è per quello, avanti MonEl guardati intorno, sembra essere passato un tornado...come ho potuto non accorgermene?"
"Beh in realtà eri tu a...come dire, dirigere."
"Dirigere?!"
"Si, mi spingevi qua e là, ti ho solo assecondata."
Sono sconvolta e l'imbarazzo torna a colorarmi le guance, non so che fare, da dove cominciare...è frustrante.
MonEl ride a denti stretti, io mi dispero e lui ride.
Sogghigna. Maledetto. È colpa sua. Beh in realtà no, ma si è colpa sua.
"È colpa tua."
"Ne ero sicuro...comunque possiamo aggiustare tutto amore, non ti preoccupare."
"Mi stai dicendo che ovunque tu sia andato ti hanno insegnato anche come si ristruttura una casa?"
Adesso sono io che lo prendo in giro sfacciatamente.
"Mmm...in realtà no, ma sono sicuro che ci sarà qualche libro o video su YouTube che potrà colmare le lacune. Andrà tutto bene, sistemeremo tutto, vedrai."
"Promesso?"
"Promesso."
E gli credo.

Profecy - Un amore oltre le stelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora