Così è la vita...

404 24 21
                                    

《Buongiorno papà》, saluto entrando in cucina.
《Tesoro! Buongiorno a te. Che programmi hai per oggi?
Come sempre sono di fretta, un convegno ad Albany.》
《Non so' ancora. Posso usare il tuo computer nello studio?》, gli chiedo.
《Certo. Le credenziali di accesso sono nel primo cassetto. Non è niente di illegale, vero?》
《Ma no, che dici? Solo una ricerca. Il mio pc è andato e mi servono delle informazioni》, non una vera e propria bugia. Diciamo più un'omissione.
《Chi è il malcapitato?》mi conosce troppo bene.
《Un ragazzo conosciuto al pub. Voglio solo assicurarmi che sia un tipo a posto》sorrido.
Si avvicina e mi bacia la testa, poi sospira.
《Sei cresciuta così in fretta. Hai già l'età per i ragazzi... e sei bellissima come tua madre》, lo sguardo si addolcisce. Ma succede ogni volta che parla di lei, l'amore della sua vita.
《Vai adesso, rischi di fare tardi. Ti voglio bene.》
Scoppia a ridere e mi lascia sola. Mi affretto nello studio, trovo i dati per accedere e li inserisco.
Apro il browser e digito il suo nome. Rimango incantata a fissare la sua foto, sentendo le farfalle nello stomaco. Tornata in me, appunto i dati su un post-it, salgo in camera e mi preparo.
Non ho idea di cosa dirgli, una volta che lo avrò difronte, ma sento il bisogno di vederlo. Vesto in modo semplice, presentarmi con abiti griffati lo metterebbe in imbarazzo e non lo voglio. Lego i capelli con una pinza, niente trucco, prendo la borsa e vado alla porta.
《Buongiorno signorina Larson. Sta' uscendo?》La guardia.
《Buongiorno Derek, vado solo a fare delle commissioni. Può restare a casa, grazie.》
《Ne è sicura? Posso portarla io.》Ci prova.
《Non è necessario, grazie. Madison mi aspetta》non è vero, ma lui ha una cotta per lei.
《Me la saluti》dice, infatti.
《Non mancherò, a più tardi. Può dire a Maria che non torno a pranzo? Grazie》spero di pranzare con qualcun'altro.
《Sarà fatto!》
Esco velocemente, salendo in auto.
Aspetto che il cancello sia aperto, prima di sfrecciare via.
Imposto il GPS, mettendo il suo indirizzo. Accendo anche lo stereo.

Mi ci è voluta più di un'ora, prima di trovare casa sua, essendomi persa due volte.
Quest'uomo è riuscito a trovare una casetta in una zona sperduta fuori città.
Spengo il motore, tiro un respiro e smonto di macchina.
Mi guardo attorno, trovando il nulla assoluto. A parte la piccola villetta, ci sono solo campi. Nessun vicino né altro. Isolamento totale, accompagnato da un cartello che intima a non proseguire. Percorro il vialetto, salgo i tre gradini e busso allo stipite della zanzariera.
Nessuno viene ad aprire, nennun rumore in sottofondo. Evidentemente non è in casa.
Sto' per voltarmi e fare dietro front, quando accadono due cose:
Sento il click di una sicura che viene tolta e lui che parla.
《Ti avevo detto di andare a giocare da un'altra parte.》 Ringhia. 
Alzo le mani mentre mi volto lentamente.
《Accogli sempre così gli ospiti?》 Lo guardo dritto in faccia, trovandolo incredibilmente bello e attraente.
《No. Di solito gli sparo e basta. Ma una condanna a morte mi è bastata. Motivo per cui, ti ripeto: vattene e lasciami in pace》, rimette la sicura e abbassa la pistola. Una Glock, ha buon gusto.
《Non ci riesco》ammetto con candore.
《Non mi interessa. Fammi essere più chiaro, magari ti aiuta.
Se non scendi dalla mia veranda, ti frantumo il cranio.》

Continua

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Continua...

SIAE Prison Break- Broken Souls.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora