Vuoto.

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Sono tutti riuniti nella sala per fare colazione. Saluto con un cenno, sparendo dentro al piccolo cucinotto. Non mi sento di affrontare i suoi sguardi, la sua indifferenza.
《Devi andare di sotto, per la medicazione.》 Paul mi ha raggiunta.
《Sì, vado tra poco. Il tempo di un caffè.》 Borbotto in risposta.
《Che succede Ev? Hai le occhiaie e i tuoi occhi sono gonfi e rossi.》 Si accorge sempre di tutto.
《Nulla. Abbiamo chiarito i punti. Ce l'ha a morte con me, aspetta il momento giusto per vendicarsi.》 Riassumo brevemente.
《Quello che ha sentito non è facile da digerire. Dagli tempo.》
《Il tempo non cambierà le cose Paul. Mi odia... devo farmene una ragione. E adesso abbiamo altro a cui pensare. Sara ti ha dato la chiave?》
《Sì. Questa mattina all'alba. Manderò due dei nostri.》 Ha deciso.
《Vado io. Ho bisogno di stare il più possibile fuori di qui. E prima che tu dica qualcosa, sto bene posso farcela.》 Il mio tono implorante deve avere un qualche effetto.
《Okay, ma non andrai da sola. Portati Constantine, sarò più tranquillo.》 Mi stringe il braccio.
Gli sorrido per poi finire il caffè.
Torno in camera, ancora una volta evitandoli, prendo i vestiti e li indosso.
《Ehi Con, pronto?》 Chiamo il collega, una volta tornata nella sala.
《Sì capo, prontissimo. Andiamo.》
《Dove vanno quei due?》 Sibila Link.
《A prendere quello che ci serve, al club da fumo.》 Risponde Kellerman.
《Non credo proprio! Non mi fido, neppure un po'. Vado io con lei.》 Ordina, come se facesse parte del nostro team.
《Io invece, credo proprio di no. Tu non fai parte de La quinta colonna, sei solo un ospite. E fin tanto che sei qui, ricordati chi comanda. Intromettiti ancora e il tuo soggiorno sarà dei più sgradevoli. Siete qui per un atto di cortesia, non vi è dovuto nulla, men che meno un parere sulle nostre decisioni.》 E per rendere l'idea ancor più chiara, faccio scattare la pistola.
Lui è a bocca aperta, non aspettandosi un trattamento simile, così come gli altri.
《Evie, il giubbotto.》 Richiama Paul.
Mi aiuta a metterlo, lo chiude e poi mi abbraccia.
《Attenzione, ok?》 Si premura.
《Come sempre.》 Me ne vado senza più degnarlo di uno sguardo. Vuole il gioco duro? Bene, sarà accontentato.

《Se mi permettete un suggerimento, vi conviene non farla arrabbiare. È una donna fantastica, ma credetemi quando vi dico che è meglio averla come amica. Non è un caso se è il secondo in comando. Può essere terribile, se le si fa saltare la mosca al naso. Lo dico per esperienza.》 Mi rivolgo in particolare a Lincoln.
《Quindi dovrei stare buono e zitto, solo perché è una tosta? Mi ha preso in giro!》 Sbraita.
《Davvero? Non mi pare che i suoi sentimenti siano una farsa. Non poteva dirti chi era, vi avrebbe messi in pericolo. Non avreste capito e ancor meno sareste stati dalla nostra parte. Credi che non abbia perso anche lei, in questa guerra? Hai visto cosa hanno fatto alla madre.
Ti ha protetto. Tu non lo sai, ma quel giorno...
Be', se sei vivo lo devi a lei. Si è presa la pallottola che era destinata a te. E non perché tu fossi importante per La quinta colonna, lo ha fatto per amore.
Ovviamente non posso costringerti a perdonarla, ma merita quanto meno un po' di rispetto. Non minacciarla, mai più.
È una cosa che ti si può ritorcere contro.》 Lo avverto. Si rimette seduto, riflettendo. Ha capito di quale proiettile parlavo. Quando hanno cercato di farlo fuori a Panama.
Li lascio ai loro ragionamenti, ho delle cose urgenti da sbrigare.

《Ha ragione lui, Link.》 Michael interviene.
《Ragione? Non ha per niente ragione!》 Lo attacco.
《Se tu la smettessi di temere sempre per tutto, ed essere così diffidente, te ne accorgeresti. Vedresti il modo in cui ti guarda.》
Osserva.
《Mi ha mentito, Mike.》
《Sì, è vero. Non ti ha detto tutto, ma prova a metterti nei suoi panni. Quando c'è da proteggere chi ami, ti comporti nello stesso modo.》
《Non lo so. Non mi riesco a lasciare andare. Ho sempre paura che la fregatura sia dietro l'angolo.》 Sono onesto, almeno con lui.
《Pensi che non lo sappia? Ma guarda me e Sara, siamo andati avanti. Così come Lj, Fernando, Alex.
Devi farlo anche tu, colmare il vuoto.》 Lo odio, perché ha ragione.
《Vedremo.》 Me ne vado nel cucinotto, a prendere altro caffè.
Ma un gran tafferuglio, nella sala, mi richiama indietro.
La prima cosa che vedo è quel tizio tutto pesto. Poi lei... con la maglietta completamente zuppa di sangue.
《Ci hanno aggrediti, quelli della sicurezza. Le ho detto di scappare, ma lei ha voluto affrontarli. Le sono saltati tutti i punti!》 Sta dicendo tizio, al medico che è accorso.
《Va bene. Portiamola di sotto. Voglio farle alcuni esami, per essere sicuro che stia bene, e poi ricucirla. Avvertite Paul, si infurierà, statene certi.》 Detto questo, la mettono su una barella e la portano via.
La rivedrò solo a sera inoltrata e non sarà una visita piacevole.

Continua...

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