Capitolo 8.

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Fortunatamente dopo qualche giorno lefu permesso di uscire quando voleva. In un giorno di fine luglio sirecò al Saint Anne hospital, l'ospedale della città. Era chiaro chedovesse continuare passo dopo passo la propria ricerca della verità.Quello che aveva saputo poche sere prima era soltanto l'inizio di unaserie di terribili sorprese.

Forse stava seguendo la pistasbagliata, ma tentar non nuoce; non aveva nulla da perdere. Quellamattina prese il pullman e arrivò in una ventina di minutiall'ospedale, che era veramente enorme e affollato di gente. Speravaalmeno che con la bella stagione tutti fossero in vacanza, ma sisbagliava di nuovo. Prima di entrare fissò l'edificio, e con un pòdi coraggio si fece avanti. Dopo aver salito un'infinità di gradini,poichè il reparto che le interessava era in uno degli ultimi piani,si fermò un attimo a prendere fiato e notò che nelle vicinanzec'era una giovane donna dai capelli rossi, raccolti in una lungatreccia, dietro a un bancone. Si avvicinò, e sul suo camice c'erauna targhetta. Si chiamava Katerina.

<Salve> disse Olivia.

<Buongiorno! Come posso aiutarla?>

<In realtà avrei bisogno di averedelle informazioni... su una ragazza.>

<E' una paziente dell'ospedale?>

<Ehm, no. Ma credo che sia venuta inquesto ospedale per qualche visita.>

<Qual'è il suo nome?>

<Rose Miller.>

<Bene, l'unica Rose Miller che mirisulti è stata qui per un'ecografia.>

<Potrei sapere quale dottore l'havisitata?>

<Certo! Se non sbaglio dovrebbeessere stata la dottoressa Sanchez.>

<Grazie infinite delle informazioni.Per caso posso parlare con la dottoressa?>

<Si. Si trova nell'aula 5C.>

Olivia riprese la propria camminata.Prima di giungere nella stanza desiderata fu obbligata a chiedere trevolte dove si trovasse. Infine, arrivata a destinazione, bussò. Fufortunata, perchè la dottoressa si preparava per andare via, poichèil suo turno era giunto a termine.

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